Aspettare un bambino da un mese, decise Harry, non era mai stato facile per lui. Non era stato facile con Emily quando aveva sedici anni ed era spaventato e si domandava come diavolo si fosse cacciato in una situazione del genere. Non era stato facile con Katie quando Louis era in giro per i club mentre una Emily di due anni piangeva e gridava perché tutto quello che voleva era il suo papi. Non era facile adesso, perché non poteva fare a meno di biasimare se stesso per essere stato così irresponsabile. Nemmeno avere un neonato di cui prendersi cura era facile; specialmente con un padre come Louis. Certo, Louis era migliorato, ma Harry non si sarebbe mai dimenticato di com'era prima.
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Harry aveva solo diciotto anni quando affrontò per la prima volta un problema con Louis. Per tutto il tempo della gravidanza Louis era lì, come per gli anni passati.
Ma eccolo lì, steso sul letto con mani tremanti domandandosi dove cazzo fosse il suo ragazzo mentre la loro figlia di un anno dormiva nella stanza della porta accanto. Aveva provato a chiamarlo molteplici volte, non ottenendo nulla in ritorno. Louis non era mai tornato a casa così tardi prima, e questo dava ad Harry un'infinita quantità di ansia.
Sentì la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi, facendo accendere la luce del comodino ad Harry, che successivamente si alzò. Louis entrò nella camera da letto sembrando stanco, facendosi correre una mano fra i capelli.
"Ciao," sussurrò timidamente Harry, unendo le mani di fronte a sè. Louis sorrise e si avvicinò per posare un bacio sulle sue labbra. Harry lo baciò a sua volta solo per sentire il sapore dell'alcool, che lo fece ritrarre e fare una smorfia.
"Cosa c'è che non va, piccolo?" chiese Louis, e le sue parole suonavano leggermente biascicate. Harry si accigliò.
"Dove sei stato?" chiese con voce tremante, avvolgendo le braccia attorno a se stesso. Fu il turno di Louis di accigliarsi, evitando il contatto visivo.
"S-Sono andato in un club con Stan," ammise, fecendo corrugare le sopracciglia ad Harry. Louis non era mai andato in un club prima. "Ma è stato solo per una volta, Harry. Te lo prometto."
Ed Harry, essendo giovane e vulnerabile e davvero, davvero ingenuo, gli credette.
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"Buon compleanno, papà!" esclamò Emily appena Harry entrò nella cucina, con una mano sul suo stomaco. Sorrise ed allungò le braccia, facendo correre Emily fra le sue braccia. Gli abbracci dalle bambine avrebbero sempre migliorato la sua giornata in un istante.
"Grazie, amore." disse dolcemente, dandole una piccola stretta. Katie sgambettò nella stanza un minuto dopo, il coniglietto di peluche sotto il suo braccio mentre si strofinava un occhio. Il suo labbro inferiore sporgeva in un debole broncio come se qualcuno l'avesse svegliata.
"E' ora di andare a scuola?" chiese, sollevando lo sguardo su Harry. Quest'ultimo controllò l'orologio sopra il forno, vedendo che avevano circa mezz'ora per prepararsi. Gli piaceva che fossero pronte presto, comunque, non volendo che ritardassero. Aveva anche il suo lavoro all'ufficio del dottore che richiedeva di portare presto le bambine a scuola in modo da essere puntuale.
"Quasi, lucciola, perchè non cominci a prepararti?" la sollecitò, non volendo essere in ritardo. Katie cominciò ad allontanarsi, ma Emily la fermò e si abbassò per sussurrarle qualcosa all'orecchio. Harry sapeva che le stesse ricordando di fargli gli auguri, ma finse di non saperlo.
Katie si girò e corse verso Harry, abbracciandogli le gambe. "Buon compleanno, papà!" strillò, facendo ridere Harry. Si abbassò e la prese in braccio, baciandole la fronte.
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Daddy Cool *Larry au* (mpreg) /Italian Translation/
Fanfiction"Ascolta," disse Harry fermamente, mettendosi seduto sul letto. "Non interrompere.. non parlare nemmeno. Ascolta. Voglio il meglio per le mie figlie, e qualche volta, non penso che tu lo sia. Non sei costante con le visite e ti importa soltanto di e...