VIII-Cercando la salvezza

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Man mano che parlava papà assumeva un atteggiamento sempre più sadico e macabro. Nella trasmissione si fece vedere con uno sfondo completamente nero, il tutto per non far capire il luogo in cui si trovava. Aveva sempre il suo aspetto da man in black, che mostrava ogni qual volta si trovasse a lavoro, con la semplice differenza che incuteva gran timore dopo la scioccante rivelazione. Non lo riconoscevo più. Colui che ritenevo oltre che padre anche migliore amico, persino più di Law, era diventato un uomo privo di sensibilità, con degli occhi pieni di rancore. Aveva sempre desiderato un mondo migliore, dove non ci sarebbero state la crudeltà, la stoltezza, l'egoismo che regnavano sovrani in quel periodo, ma è anche vero che lo aveva fatto pensando a modi puliti e onesti. La sua era una figura nota in tutto il mondo, un esempio da seguire, avrebbe potuto dare un ottimo contributo alla società. Quindi perchè ricorrere a un simile espediente? Non riuscivo ad accettare la situazione, arrivai a piangere, cosi anche Ilary, presa dal timore. Solo Lawliet rimase impassibile, ma comunque turbato, cercando di tirarci su di morale e di trovare un modo per incastrare mio padre. Nel frattempo continuò il suo discorso rivolgendosi a noi 10000.
<<Considerate ciò che sto per dirvi come il vero obiettivo di questo gioco: la salvezza. Sarà una caccia al tesoro, che avrà come campo di gioco l'intero pianeta. Non mi interessa se collaborerete o tenterete la vittoria in solitudine. In caso di riuscita, solo uno o eccezionalmente pochissimi di voi avranno la meglio. Ebbene dovrete tentare per forza se volete liberarvi da questa trappola. Dovrete cercare, con i vari indizi che avrete dal gioco, iscrizioni sparse in tutto il mondo. Indipendentemente da dove inizierete, la prima di esse esporrà un enigma, che potrà essere risolto man mano cercando le altre. Trovate tutte e trovata la soluzione con successo, avrete la vita salva, cosi come tutti quelli che sono intrappolati. Ma sappiate che sarà una corsa contro il tempo. Ogni minuto, ora, giorno avrete come fardello il pensiero delle persone svenute, che per l'appunto rischiano di morire. Vi conviene affrettarvi. Il DWG potrebbe metterle sotto stress, o forse no... Chi può dirlo? Riuscirete nel vostro intento, nonostante il grande sconvolgimento e le preoccupazioni che vi tormentano e che vi tormenteranno? Sono curioso. Sappiate anche questo, voi e solo voi sopravvissuti, nonostante ciò che vi ho detto prima, avete la possibilità di rimuovere i vostri occhiali. Ma risulta naturale il necessario utilizzo di essi per continuare la caccia. Vediamo quanti di voi saranno magnanimi, e quanti pusillanimi. Per ora, maestri di "The Ideal Life", vi dico addio. Buona fortuna>> concluse papà, dando fine alla trasmissione, ma dando anche inizio non più ad un gioco il cui scopo era offrire apparentemente una vita migliore, ma ad un vortice di tormenti dal quale era complesso uscire.

Non avevo mai provato nulla di simile, eppure ciò stava accadendo proprio in quel momento. È questo quello che si sente dopo essere "traditi" da una persona che ci è cara? Non riuscivo a muovere un arto, ero come paralizzato, con lo sguardo fisso nel vuoto. Lawliet e Ilary, nonostante la loro inquietudine, mi scuotevano, senza che io dessi risposta. A un certo punto Law mi urlò contro facendomi scattare all'improvviso.
<<Cosa mi combini Nate!? È questo il modo di reagire? Hai forse intenzione di rimanere lì a fissare la pavimentazione? È vero, sei sconvolto, hai tutto il diritto di esserlo e io ti comprendo benissimo, ma non è il momento di rimuginare su quello che è successo. Dobbiamo lottare Nate! Se ci si ferma adesso è finita... Me lo ripetevi sempre, ogni volta che mi abbattevo davanti ad un ostacolo, davanti a un gruppo di bulli, davanti alla morte di mio padre... C'eri sempre tu a tirarmi su di morale, a farmi reagire! Ed è questo quello che devi fare anche tu adesso>> Dopo quel discorso si accese in me la speranza, era come se fossi rinato, come se mi fossi tolto un peso di dosso.
<<Non l'avrei mai detto, ma per una volta sono d'accordo con Lawliet. Ti conosco da soli 3 anni, ma ho capito una cosa: se qualcuno è in grado di superare ogni impedimento della vita, quello sei tu>>aggiunse Ilary.
Da lì capii tutto. Era il momento di farsi avanti, dovevamo andare fino in fondo. Anche se papà aveva completamente cambiato atteggiamento, sentivo comunque che una parte buona era ancora in lui. Ma per sapere ogni cosa bisognava fare quella caccia. Il vero problema, naturalmente, era viaggiare.
Discutemmo un po' prima di rendermi conto che avevo proprio sotto il naso la soluzione.
<<Certo che è una gran seccatura>> disse Lawliet. Ed ecco che Ilary ci fece notare l'errore.
<<Cavoli Nate, tua madre è un'archeologa!>>.
<<Si e con questo?>> chiesi perplesso.
<<Pronto Nate? ARCHEOLOGA, cosa fanno gli archeologi?>>.
<<Viaggiano in tutto il mon... Oh>>.
<<Complimenti miss universo, è la prima volta che sei più attenta di me>> si congratulò Lawliet.
<<Parli anche quando non devi tu?>> domandò Ilary con un'espressione provocatoria.
<<Ovvio>> rispose Law con calma.
<<Grrrrr>> ringhiò Ilary.
<<Calmatevi, almeno abbiamo un problema in meno, non ci resta che recarci da mia madre>>.
Detto fatto. La famosa archeologa Lindsey Black, decise di accompagnarci nella nostra nuova avventura, anche se non lo era.
<<Ho un'aereo riservato per viaggiare, ma con questa disgrazia sarei stata costretta a usarlo poco o mai>> nonostante la separazione, negli occhi di mamma notai molta tristezza, ma lei quanto me voleva scoprire il mistero, e per questo motivo decise di viaggiare con noi.
<<Salve giovane e dolce signora, mi perdoni ma non posso fare a meno che chiederle se il vostro aereo è un jet>> disse Lawliet con grande cortesia.
<<Caro Lawliet, come sei cresciuto, sembri un vero e proprio agente dell'FBI. E sei sempre rimasto un ragazzo gentile e di buon cuore. Si può dire che si avvicina a quello da te menzionato>> negli occhi di Law si accese un fuoco ardente, in quel momento non desiderava altro che guardare quell'aereo.
<<Le sue parole mi lusingano signora. Anche lei, se permette, non ha perso per niente la sua incommensurabile bellezza>> concluse Lawliet con estrema disinvoltura. Sapeva parlare proprio bene, anche se suscitò in me un po' di imbarazzo, mentre Ilary mi chiese sottovoce se avrebbe potuto tirargli un calcio.
<<Cosi mi arrossisco Lawliet>>.
<<Va bene! Direi che abbiamo finito! Mamma dici che domani potremmo già partire?>> dissi molto velocemente cercando di cambiare argomento.
<<Certamente tesoro, lascia fare a me. Partiremo domani mattina presto, alle 5:00, dall'aereoporto O'Hare di Chicago, e siate cortesi con il pilota! Inoltre vi conviene prepararvi subito, essendo le sette di sera>> Ebbi un colpo al cuore, perchè i piloti che generalmente accompagnavano mia madre erano 2. Uno di loro non perdeva occasione di flirtare con lei, e speravo veramente tanto che non ci avesse accompagnati a partire da domani. L'altro invece aveva un bel carattere tale da permetterci di essere cortesi senza alcun problema. Sperai nel meglio.
Lawliet ringraziò l'ospitalità e se ne andò di casa molto celermente per incamminarsi verso New York, o meglio, guidare. Accompagnai poi Ilary fuori, la quale senza nemmeno salutarmi mi diede un bacio e se ne andò a piedi verso casa sua.

Dopo mangiato, con gran fortuna mi addormentai in men che non si dica, dimenticando, anche se per poco, qualsiasi tormento.
Fine capitolo VIII

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