XX-Sognando una vita ideale

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Accesi la luce. Papà era vestito come al solito da man in black, con la differenza che la sua era un'espressione sadica e triste al tempo stesso. Aveva uno sguardo perso, i suoi occhi se visti influenzavano facilmente chiunque, portando un'angoscia sconcertante.
Aveva in mano una sorta di telecomando, con vari pulsanti sopra. Non sapevo a cosa servisse, ma emanava un'aura pericolosa. Portava inquietudine, non riuscivo a rimanere calmo, mi agitavo sempre di più. Iniziai ad avere una tremenda ansia, lo stomaco mi girò mostruosamente, e avevo un pessimo presagio.
<<Papà?!>> chiesi stupito.
<<AH!>> Ilary urlò all'improvviso e svenne per lo spavento. Beth invece si inginocchiò. In effetti, ritrovarsi una persona in casa con quello sguardo non era piacevole.
<<Con quale coraggio ti presenti qui Angelo?!>> Chiese mamma altrettanto stupita.
<<Tutta la squadra al completo. Non mi permettete prima di farvi i miei complimenti per aver completato la caccia al tesoro da me proposta?>> chiese papà iniziando a sorridere.
<<C'è poco da scherzare criminale>> disse Law con una rabbia assoluta. Non lo avevo mai visto così.
<<Qui nessuno sta scherzando. In questo mondo marcio c'è poco da scherzare>> disse papà assumendo um'espressione seria.
<<Ti chiederei come hai fatto ad entrare, ma è inutile. Piuttosto, perchè hai fatto tutto questo? Perchè arrivare a tanto? Era un gioco amato da tutti, e tu ci hai ingannati in questo modo. Arrivare anche a far morire persone. Non è da te papà, no che non lo è!>> Gli urlai con tutta la collera che mi stavo portando dietro da giorni.
<<Andiamo Nate, di solito sei sveglio. Saresti dovuto arrivarci subito. Sai del mio ideale di cambiare il mondo, al fine di renderlo un posto migliore. Ebbene, se non avessi dato una svolta come questa, non si sarebbe mai raggiunto un risultato concreto! È questa la verità! Bisogna passare i fatti, pur pagando prezzi come questo in modo da arrivare al proprio obiettivo. Facendo morire persone, facendo notare l'egoismo di molti che hanno ignorato la condizione, ho fatto in modo di costringere la gente a rendersi conto della situazione in cui viviamo. Che importa che ci sono stati innocenti? L'importante è far arrivare il messaggio forte e chiaro. E poi tra le vittime saranno morte sicuro persone nocive per la società. Dovreste ringraziarmi>> concluse papà assumendo nuovamente un'aria sadica e sorridendo.
<<Tu... Cosa hai appena osato dire?! Non ti importa nulla di quei poveri innocenti! Sei un pazzo! Rimpiango di aver avuto una relazione con te!>> urlò mamma iniziando a piangere.
<<Sarò anche pazzo, ma insieme abbiamo dato alla luce una speranza per questo mondo: nostro figlio. È riuscito a completare la mia caccia, si è rivelato degno di guidare il nuovo mondo che ho intenzione di creare. Dovresti andarne fiera cara Lindsey>> disse papà. Mi aveva sempre voluto bene, e ero grato per questo, ma aveva perso il lume della ragione.
<<Papà, tu hai sempre perseguito questo tuo ideale, ma lo hai fatto con onestà, con lealtà! Tu avresti potuto dare in modo pulito un contributo ingente grazie alla figura che ti sei fatto con l'impegno! Dov'è finito quel padre onesto e ambizioso che avevo un tempo?>> chiesi disperato.
<<Inutili parole. Non avrei mai potuto aprire gli occhi a gente stolta come questa. Basta chiacchiere, ora è arrivato il momento di concludere la mia opera. Mi ringrazierete. Non c'è in cambio nessun premio, fin dall'inizio avevo programmato di porre fine a tutte le vittime, anche in caso di vittoria di qualcuno. State a vedere, è ora di creare un nuovo mondo, una vita ideale per tutti!>> in quel momento avevamo previsto io e Law che il telecomando serviva a cessare la vita dei milioni di persone in stato di coma. Ci sarebbe stato un vero e proprio genocidio. Ma non potevo permetterglielo. Colpii il suo polso con un calcio, facendo volare il telecomando, ma senza romperlo, certo che su di esso ci sarebbe stato anche il pulsante per liberare ognuno. Ma in quel momento papà cacciò una pistola e ce la puntò contro, andai nel panico. Non sapevo cosa fare. In quel momento toccava a Law, lui aveva sangue freddo ed era preparato a situazioni come quelle. Gli andò contro deviando la pistola e il colpo che fece partire. Lo prese per le braccia e lo fece mettere in ginocchio. In quel momento fu sfondata la porta e entrarono decine di agenti dell'FBI, con Julius e Jessica. Julius venne da noi e ammanettò papà.
<<Finalmente ti abbiamo acciuffato criminale>> disse Julius soddisfatto.
<<Giusto in tempo cugino>> disse Law. Aveva avvisato la polizia prima ancora che entrassimo in casa. Come al solito aveva previsto tutto. Avrebbe fatto molta carriera.
<<Il mio sogno infranto. Dunque è questa la tua volontà figlio? E va bene, la rispetterò, ma almeno promettimi che contribuirai a rendere il mondo migliore, in maniera pulita, evitando di ripetere i miei errori>> disse papà piangendo.
<<Te lo prometto papà>> con ciò fu portato via, e venimmo ringraziati da Julius per l'aiuto. Ilary si riprese, e le raccontai dell'accaduto. Rimase scioccata ovviamente. Dopodichè trovammo l'interruttore che avrebbe finalmente liberato tutti. Fu un sollievo, perchè pochi minuti dopo arrivò una notizia lampo, che affermò che ogni vittima di questa trappola si era svegliata, ed era riuscita a rimuovere il DWG, il quale si era completamente disattivato. Anche i nostri si disattivarono. Quella notte non dormimmo, rimanemmo tutti a casa mia, festeggiando per la vittoria, ma ricordando anche le 2000 persone perse a causa di questo gioco. Poche ore dopo divenimmo famosi, dato che era giunta in tutto il mondo la notizia che avevamo completato la caccia al tesoro e fermato mio padre, facendolo arrestare, per poi liberare tutti. Incredibile, ognuno era venuto a conoscenza del nostro operato. Il giorno dopo andai con Ilary a trovare sua madre, la quale sembrava star bene. Ma la notizia migliore fu che presto il suo tumore sarebbe stato eliminato. Ilary era piena di gioia, mi abbracciò e mi diede un dei baci più belli che avessi mai ricevuto in tutta la mia vita. Quel momento era favoloso, e volevo non finisse mai. Law e Beth ebbero un permesso speciale per entrare subito nell'FBI, data la loro impresa. Normalmente infatti avrebbero dovuto aspettare altri 4 o 5 anni prima di entrare ufficialmente. Ora tutti e 5 venivamo riconosciuti come eroi. Che cosa fantastica!
<<Questo incubo è finito>> dissi a Ilary, sedendoci su una panchina del parco dell'ospedale.
<<Puoi dirlo forte, ora siamo famosi eh? Non che mi dispiaccia>> disse Ilary divertita.
<<Già. Nonostante ciò possiamo comunque continuare a inseguire i nostri sogni. Non c'è bisogno di un videogioco per avere un futuro prospero. Ehi, con la fama che hai, diventare stilista sarà una passeggiata>> dissi a Ilary.
<<È vero! E vai! Diventerò una disegnatrice eccezionale. E tu un programmatore altrettanto famoso!>> urlò Ilary entusiasta.
<<Si! Law e Beth invece sicuramente supereranno ogni rango dell'FBI. Si faranno valere>> conclusi.
<<Vero. Si va verso il futuro!>> Ero pienamente d'accordo con lei.

Passarono 10 anni, io e Ilary ci sposammo, avendo anche un figlio, allora neonato. Raggiunsi il mio sogno di diventare un programmatore di videogiochi. Decisi di portare avanti la Mutig, la quale era stata precedentemente chiusa. Questa volta fui promotore di videogiochi sicuri che avrebbero anche aiutato in generale ognuno nella sua quotidianità. Tutti riposero fiducia in me, nonostante l'operato di mio padre. Mi impegnai per portare avanti la sua promessa, riuscendo laddove lui aveva fallito. Il mondo stava cambiando. Al mio fianco c'era la famosissima stilista Ilary Freeman, senza la quale non sarei andato avanti. Devo anche a lei l'essere riuscito a cambiare il mondo. Law e Beth furono anch'essi sposati, ma non avevamo in programma figli. Raggiunsero il più alto rango dell'FBI, ormai trentenni, riducendo il tasso di criminalità negli USA. Ma anche in tutto il mondo diedero il loro contributo grazie alle conoscenze che avevano nelle polizie dei vari paesi. Mamma invece accrebbe anche lei di più la sua fama di archeologa. Insomma, ognuno aveva raggiunto il proprio sogno. Avevamo lottato fino in fondo, impegnandoci al massimo. Era proprio lottando senza mai arrendersi che prima o poi si sarebbero raggiunti i propri obiettivi. Lottando avevamo raggiunto la nostra vita ideale.

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FINE

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