XI-La terra dell'oro

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Prima di riprendere il viaggio passammo la notte nel nostro aereo, con un permesso da parte dei gestori dell'aeroporto, i quali ci offrirono la loro completa disponibilità nel caso in cui fosse necessaria. Sperai in una notte tranquilla, ma cosi non fu. Dormii veramente poco, mentre, sorpresa delle sorprese, Lawliet sembrava essere andato in coma, senza smettere di russare. No, la causa della mia insonnia non è stato Law, magari. Si fissò nella mia testa Tim, il famoso atleta del mio istituto. Cosa poteva mai centrare? Non sapevo nemmeno se avesse completato il gioco in tempo o meno. Ma in quel periodo il mio sesto senso si rivelò essere piuttosto attivo. Qualcosa di importante doveva accadere il giorno a venire.

Si erano fatte le tre del mattino, e ormai stufo di rimanere sdraiato senza riuscire a chiudere occhio decisi di alzarmi, magari uscendo anche dall'aereo. Non avevamo certamente la possibilità di transitare nella zona di decollo e atterraggio, ma almeno potevamo stare nei pressi delle scale, o addirittura con prudenza stare anche sulle ali. Arrivato all'ingresso, con sorpresa vidi Ilary seduta sui primi gradini a partire da giù, e mi parve di sentire un piccolo pianto da parte sua. Appena mi sedetti vicino a lei, non disse niente, mi guardò per alcuni secondi e poi si rigirò, fissando l'orizzonte. I suoi occhi verde acqua erano di un incanto incomparabile. La loro chiarezza si risaltò ancor di più in mezzo al buio. Nonostante stesse piangendo e avesse le guance rosse, non perse nemmeno minimamente la sua bellezza. Ma questa non si manifestò solo all'esterno. Parte di essa proveniva anche dal suo animo buono e puro. A volte penso di essere davvero fortunato ad avere una compagna come lei. Cercando di non essere invadente le chiesi molto cautamente cosa non andasse.
<<È insolito vederti sveglia la notte. Cosa c'è che non va? Sempre se vuoi dirmelo>>.
<<Sigh... Devo farti le mie scuse. Forse avrei dovuto dirtelo sin da prima ma, non volevo tu fosti in pensiero per me. Hai già tante altre cose a cui pensare, non volevo ti fosse d'intralcio>> disse singhiozzando.
<<Scherzi? Ilary tu puoi dirmi tutto. Posso avere qualsiasi problema o pensiero possibile e immaginabile, ma finchè ne avrò la possibilità, anche minima, io cercherò di impegnarmi al massimo per aiutarti e garantire la tua felicità>> le dissi con una sorta di tono di rimprovero. Lei scoppiò a piangere ancor di più, ma era più un pianto di sollievo, seguito da un grazie dal tono basso. Mi abbracciò strettamente, sentivo il calore che emanava, riscaldandomi e mandando completamente via il freddo invernale che mi perseguitava, poi iniziò a raccontarmi tutto.
<<Come sai mia madre da un po' di tempo soffre per un tumore al seno. Sebbene avesse iniziato le cure, non riusciva a sopportare completamente la sofferenza. A tal proposito, per cercare di distrarsi, data anche la grande assenza di mio padre dovuta al lavoro, decise di acquistare anche lei un DWG. Non è amante di videogiochi, e si può dire che io abbia ereditato da lei quel poco che so di questo ambito, o meglio sapevo prima di incontrare te. Nonostante ciò le sembrò interessante, e vedendo che non c'era nemmeno bisogno di acquistarlo a me, grazie al regalo di tuo padre, e a mia sorella, data la sua indipendenza, decise di provare. Sembrava andare tutto bene, il sorriso le ricrebbe in volto, ma non ti ho mai detto che non è riuscita a completare il gioco, ed ora è in ospedale, con due gravi problemi>>. Il suo abbraccio divenne ancora più stretto, ma non abbastanza da farmi male, e Ilary iniziò a tremare.
<<Comprendo benissimo la tua preoccupazione, ma non devi abbatterti. Devi avere la forza di andare avanti. Ti prometto una cosa, anzi te lo giuro, completeremo la caccia, e permetteremo il risveglio, poi per il tumore non dovremo far altro che pensare positivamente, vedrai che andrà tutto bene>> A questo punto smise di lacrimare, rivolse nuovamente lo sguardo verso di me, e li capii di non dover fare altro che baciarla. Fu uno dei baci più belli che ebbi da lei. Senza parole stava esprimendo tutta la sua gratitudine. Dopodichè risalimmo, e andammo nelle nostre rispettive camere. Qualche ora per fortuna riuscii a dormire.

Si fecero le otto, e appena aperti gli occhi vidi quelli neri profondi di Law che mi fissavano. Vi assicuro che uno sguardo intenso del mio migliore amico è in grado di incutere timore e addirittura di fulminarvi dentro. Presi uno spavento e caddi dal letto.
<<Finalmente dormiglione, ci vorrebbe un'esplosione per farti svegliare. Appena in tempo per vedere dal finestrino l'isola del mar dei Caraibi>> disse con grande energia. Non aveva le occhiaie, a quanto pare dopo molto tempo riuscì a trovare la tranquillità della notte. Anche se alcune volte non dormiva per leggere o ragionare. Ciò che mi sorprese invece fu il non aver sentito l'aereo decollare. Ok, forse vi starete domandando come abbia fatto a non cadere dal letto o a volare durante l'ascesa. Cinture di sicurezza anche per i letti! Bella la tecnologia odierna eh? Dal finestrino vidi in lontananza un azzurro chiarissimo. Fortunatamente era anche quel giorno soleggiato e senza nuvole.
Atterrammo all' "Alberto Delgado Airport" di Trinidad, una struttura carina vista dall'alto. Appena usciti dall'aeroporto e indossati i dispositivi notammo che l'obiettivo era fissato in una piazza, per la precisione all'interno di una chiesa, detta "della santissima trinità". Girammo per alcune strade notando diversi negozi già aperti che vendevano svariati articoli. C'erano anche persone di diversa provenienza, ciò significava che stavamo girando in quartieri per turisti. Tra l'altro Trinidad è una città che può essere benissimamente girata a piedi. Arrivati dopo un po' a Plaza Mayor, nome della piazza, notammo la chiesa, che era piuttosto bella. Già immaginavo il punto in cui sarebbe apparsa l'iscrizione, l'abside. Proprio mentre ci stavamo incamminando verso l'ingresso mi sorpassò con una velocità impressionante Tim. A quanto pare il mio sesto senso non mentiva la sera prima.
<<Ehi Nate, sei stato appena sfiorato da una saetta. Un altro po' e ti avrebbe fulminato>> disse Lizbeth con un sorriso a 32 denti che, sebbene portasse delle stelline, rendeva la sorella di Ilary molto solare. A seguire risero tutti quanti, e a tal punto lo feci anch'io senza provare tanto imbarazzo. Dopodichè chiamai il mio vecchio amico.
<<Tim! Anche tu qui? Sei per caso uno dei sopravvissuti?>> Gli chiesi perplesso.
<<Ciao Nate! Scusa per prima, ero distratto e troppo preso nel dirigermi verso la chiesa. Adoro osservare le loro decorazioni e preso dall'euforia ho iniziato a correre. Comunque si, sono riuscito a completare il gioco appena in tempo, sebbene con molto stento, grazie a mio fratello che era un beta-tester, il quale è stato anche uno dei primi 10 campioni>> disse senza balbettare nemmeno un po'. Lasciate che vi spieghi chi è suo fratello. Carlos Bruno è un atleta come suo fratello. Per la precisione giocatore di pallavolo. Dal nome palesemente spagnolo si può intendere la sua origine cubana, e quindi dell'intera famiglia. A Cuba la pallavolo è molto praticata, tanto è vero che Carlos gioca nella nazionale.
Mi chiedo solo per quale motivo abbia intrapreso l'esperienza dalle due facce di questo gioco.
<<È praticamente grazie a lui se ho iniziato a giocare a TIL. Questo gioco mi ha consentito di conoscere tante persone senza dar peso al mio problema da balbuziente, quando mi assaliva. Infatti dopo un po' per motivi economici la mia famiglia si è dovuta trasferire a Chicago, mentre Carlos è dovuto rimanere a Cuba per continuare la sua carriera. Quindi senza il dispositivo avrei avuto difficoltà a fare nuove conoscenze. Poi grazie a te, sono guarito da questo tremendo fastidio>> continuò Tim. A quel punto subentrò Law che cercò di capire per quale motivo aveva scelto di fare questa caccia.
<<Con molto piacere mi presento, sono Lawliet Justice, candidato dell'FBI. Non posso fare a meno che chiederti per quale motivo hai deciso di intraprendere questa caccia. Non credo di aver rilevato in te alcun problema che ti spinga a fare ciò, anche se potrei sbagliarmi. Ho comunque un dubbio: la tua è semplice magnanimità verso il prossimo?>> chiese con molta prudenza.
<<Ma leggi per caso nel pensiero degli altri? Hai azzeccato in pieno. Non riesco a tollerare questa catastrofe, e dato che ne ho la possibilità, ho intenzione di dare una mano. Solo che non ho la minima idea di come viaggiare>>.
Fine capitolo XI

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