Chapter 22.

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Sapevo che il mondo non era una fabbrica esprimi-desideri. Oh no, tutt'altro.
Non era il dolore a farmi male, era la speranza. La stavo perdendo del tutto, giorno dopo giorno.
Vedevo costantemente gli stessi posti, gli stessi visi, che non vedevano più me. Era un circolo vizioso, tutto uguale.
La mia unica gioia era la felicità di Laura. Se lei era felice, io avrei continuato a non esserlo più di tanto.
Niente mi rendeva più triste e niente mi rendeva più felice di lei.
Non potevo confidarle ciò che avevo iniziato a provare per lei; ma almeno la vedevo tutti i giorni, a tutte le ore.

Lei era cambiata in questi mesi. Sorrideva di più, parlava con più persone. Usciva più allegramente con Dan e Phil. Era semplicemente più felice.
Era questo il mio compito: aiutarla a realizzare il suo sogno, non il mio.
Era ciò che si meritava. Essere felice.

Mi parve anche che più ragazzi le lanciassero occhiate non proprio subdole. Era sempre successo? Che all'inizio non ci avessi fatto caso, perché non provavo nulla per lei? Almeno quattro o cinque ragazzi la osservavano, al giorno.
Era piuttosto fastidiosa come situazione. Vedere tutti quei ragazzi che guardavano il culo o la scollatura di Laura, ogni volta che lei passava accanto a loro.
Certo, se fossi stato vivo li avrei cacciati con una singola occhiata, mettendole un braccio intorno alle spalle e mandandoli a fanculo, da dietro la sua schiena; ma poiché non lo potevo fare, mi limitavo a farli cadere a terra, senza che se ne accorgessero.
Laura, ovviamente, non si rendeva conto di tutti gli sguardi e ciò mi irritò ancora di più. Era convinta di non poter piacere a nessuno, solo per le ferite che si portava dietro. Oh, quanto si sbagliava.
Per carità, lei sapeva di essere una bella ragazza. Semplicemente, non era convinta di poter attrarre oltre all'aspetto estetico. Si considerava ancora insicura, a causa della sua fobia per l'amore; ma almeno aveva iniziato ad essere più allegra ed aperta con gli altri e ciò le faceva onore.

"Perché sei un cazzo di deficiente?!" Beh, era anche una ragazza molto fine, quando voleva. "Avevo lezione di letteratura e tu mi hai mandato un messaggio di una parola!"
"Non ce la facevo più!" Esclamò Phil, in tutta protesta.
"Non ce la facevi più a fare che?"
"Volevo poter tenere Dan per mano nei corridoi! Le coppie lo fanno, è naturale! Ma lui si è scansato quando ci ho provato..." Il labbro di Phil tremò incontrollabilmente ed i suoi occhi azzurri, sempre felici, diventarono lucidi.
"Phil..." Laura si sedette al suo fianco, su uno degli scalini. Il ragazzo affondò il viso nelle mani, iniziando a piangere silenziosamente.
"P-pensavo che Dan ci avrebbe fatto l'abitudine... è il mio ragazzo, dovrebbe capire che vorrei poter-..." Il moro si interruppe, asciugandosi le lacrime, con il dorso della mano. Laura gli accarezzò la schiena, abbracciandolo.
"Phil, sappiamo entrambi che sei la persona a cui Dan tiene di più. Anche quando uccidi le tue piante, quando gli mangi i cereali di nascosto o quando lo batti a Crash Bandicoot." Disse la ragazza, cercando di consolarlo. Più o meno. "Dan ha solo paura della reazione delle persone. Vorrei che non si sentisse costantemente giudicato; ma lo sai com'è fatto."
Mi sedetti anche io a fianco del ragazzo, lanciando occhiate dubbiose a Laura.
"Vuoi che vada a picchiare Dan? Non se ne accorgerebbe nessuno." Proposi, ma in tutta risposta ricetti un'occhiataccia da parte della ragazza.
"Mi dispiace che a Dan importi più di ciò che dice la gente... che di me." Phil sospirò, asciugandosi velocemente gli occhi, con le dita.
"Phil, vorrei poterti aiutare in qualche modo..." Mormorò Laura, continuando ad accarezzare l'amico, per confortarlo.
Lui si limitò a scrollare le spalle, ma altre lacrime si liberarono dai suoi occhi, scendendo veloci lungo il suo viso.

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Dopo quelle che parvero ore, Laura riuscì a convincere Phil ad andare nella caffetteria a prendere qualcosa da bere, cercando di farlo distrarre.
"Sei sicura sia una buona idea?"
"Spero." Borbottò Laura, per farsi udire solamente da me e non anche da Phil.
Entrammo nella caffetteria della scuola, con calma.
Laura e Phil presero dei frullati alla frutta e si sedettero ad un tavolo, sorseggiando le loro bevande con calma.
"Grazie Laura, sei veramente un'amica." Disse il ragazzo, iniziando a girare quel poco di arancia che restava nel suo bicchiere.
"Ma figurati, Phil. Vorrei poter fare anche di più."
I due si scambiarono pessime battute, sempre ridendo.
Ad alcune risi anche io, contagiato dalla loro risata, più che dalle battute in sé.

Another Chance || A Raura Fanfic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora