L'auto parcheggiata nel vialetto fece fermare Laura. Entrambi ci scambiammo uno sguardo confuso.
"Che fa a casa?" Le chiesi, riportando lo sguardo sulla casa, ispezionandola da cima a fondo, come se avessi potuto guardare al suo interno.Eravamo andati a fare un giro al parco, come nostro solito. Dopo la mia chiacchierata con Bert avevo provato a migliorare il mio umore, ma parve tutto inutile.
Raggiungemmo l'entrata, a passo spedito ed entrammo in casa, con circospezione. Il padre di Laura era in soggiorno, in piedi. Aveva le braccia incrociate sul petto e guardava il televisore spento, con rabbia a malapena contenuta.
"Papà?" Domandò Laura, chiudendo la porta. Si tolse la borsa dalla spalla, appoggiandola sul tavolo, per poi avvicinarsi a suo padre.
L'uomo non si voltò a guardarla, ma rimase immobile come una statua. Laura mi lanciò uno sguardo, come per chiedermi aiuto. Scrollai le spalle, senza sapere cosa dirle.
"Papà che è successo?" Lui sospirò pesantemente, scuotendo la testa.
"Ho parlato con Terry. Era strana nell'ultimo mese." Rispose, voltandosi verso Laura. La guardò, come se fosse un'estranea.
"Mi ha detto che avete litigato. Di nuovo."
"Ti sorprende la cosa? Cerca di farmi da mamma, nonostante io non voglia il suo aiuto."
"Terry sta facendo del suo meglio per farsi accettare da te, eppure dopo tutti questi anni, tu ancora non riesci a comportarti da persona civile." La voce di suo padre era piena di sdegno e la cosa non mi piacque per nulla.
"È la tua fidanzata, deve piacere a te."
"Non rivolgerti a me con quel tono. Ah, tra l'altro mi ha chiamato tua madre, dicendomi come ti sei comportata con lei. Laura, non ti ho cresciuta così! Cosa diavolo ti prende?"
Le braccia della ragazza diventarono tese lungo i suoi fianchi e lei ricambiò lo sguardo glaciale del padre.
"Mi prende che a nessuno in questa famiglia importa di me! Non so se te ne sei accorto, ma l'ultima volta che mi hai rivolto la parola è stato tre giorni fa. Sono le dieci di sera e non mi hai neanche chiesto dove io sia stata. Non mi chiedi mai come sto, come va il college. Tanto non ti interessa! Sei così preso dal tuo lavoro e dalla tua fidanzata che dimentichi di avere delle figlie. Quand'è stata l'ultima volta che hai visto Vanessa? Quando l'hai chiamata?" La voce di Laura era tremante, i suoi occhi si erano accesi da quella scintilla di rabbia, che si presentava solo quando parlava della sua famiglia.
"Sei mia figlia, non puoi farmi la predica!"
"Ma ti senti, papà?! Ti comporti esattamente come la mamma! La nostra famiglia è una merda per colpa tua e della mamma! Non vi siete mai accorti di quanto ci avete fatte soffrire, quando litigavate! Eravate troppo presi da voi stessi!" Urlò la ragazza, mentre le sue guance assunsero un colorito rossiccio. "Anche adesso fate lo stesso! Riuscite comunque a farmi stare male e non ve ne fr-..." Il discorso di Laura fu interrotto da uno schiocco particolarmente forte.
Neanche avevo visto partire lo schiaffo, che le girò il viso verso la destra.
Suo padre aveva ancora il braccio alzato ed io spalancai la bocca, preso alla sprovvista.
Laura si afferrò la guancia arrossata e guardò suo padre, con gli occhi sgranati. Li vidi inumidirsi e delle lacrime le bagnarono le ciglia.
Suo padre era sorpreso quanto noi ed iniziò a scuotere il capo. "Tesoro, io..."
"Stammi lontano!" Gridò Laura, indietreggiando.
"Laura... scusami... io..."
"Non avvicinarti! Lasciami stare!" Gridò lei, in preda al panico. La vidi voltarsi e correre verso la porta. Uscì di casa, lasciando la porta spalancata.
"Laura!" Chiamai il suo nome ed iniziai a rincorrerla.
La strada di quella zona residenziale era deserta ed illuminata solo dalle luci degli alti lampioni. Vidi la sagoma di Laura correre a perdifiato, in lontananza.
Chiamai nuovamente il suo nome, correndole dietro nel buio della notte.
I suoi singhiozzi disperati erano ben udibili nel silenzio.Lei continuò a correre, mentre il vento le soffiava tra i capelli, scompigliandoli dietro alla schiena. Le sue mani erano strette a pugno, poggiate sul petto all'altezza del cuore, come per proteggerlo dal dolore che l'aveva assalita.
Sapevo che non era il dolore fisico ad averla ridotta così. Era la consapevolezza che suo padre l'avesse schiaffeggiata.
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Another Chance || A Raura Fanfic.
Fiksi PenggemarTrue love comes from more than just the heart. ~ "Ti prego, dammi un'altra possibilità!" "Perché so che perderti è peggio della morte."