Chapter 05.

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Riuscii ad incontrare nuovamente Laura solo verso metà del pomeriggio. La trovai nella biblioteca, al terzo piano, intenta a leggere un libro sulla rivoluzione industriale.
"Com'è andato il test?" Le chiesi, sedendomi sul tavolo, appoggiando i piedi sulla sedia alla sua destra.
Lei trasalì, spaventata. Appoggiò entrambi i palmi delle mani contro la superficie del tavolo e mi guardò, sempre più infuriata.
"Puoi evitare di spaventarmi continuamente, piaga che non sei altro?" Mi domandò, spostandosi alcune ciocche di capelli. Abbassò la testa e riprese a leggere il libro, senza più guardarmi.
Una persona più antipatica Bert non poteva affidarmela.

La biblioteca era completamente vuota ed era divisa in piani e tanti corridoi. Non l'avevo mai vista tutta. Non che ci avessi passato mai tanto tempo, onestamente. Ci andai solo un paio di volte, per qualche ricerca o per prendere in prestito un paio di libri da leggere.
Vedendo che tipo di persona fosse Laura, immaginai che passasse il più delle sue giornate qui dentro. Anche perché una biblioteca simile doveva essere un sogno, per una nerd come lei.
Poi, onestamente, chi avrebbe passato la sua pausa in biblioteca?

"Che fai qua, invece di essere fuori a mangiare?" Mi sporsi appena, aspettando una sua risposta.
"Non avevo voglia di uscire." Disse semplicemente, cercando di liquidare una qualsiasi conversazione che sarebbe potuta nascere fra di noi.
"Ma non hai fame? È l'una passata e sei qui a leggere."
"Magari sono a posto così, tu che dici? Lynch, non sei per nulla un tipo sveglio." Sputò fuori lei, con freddezza. Il suo tono non mi ferii per nulla, poiché non mi interessava veramente sapere ciò che lei faceva. Volevo solo intraprendere una conversazione.
"Sei un'acidona del cazzo, comunque."
"Grazie, ne sono consapevole." Mormorò lei, abbassando nuovamente lo sguardo. Mi accorsi solo allora che probabilmente ciò che avevo detto doveva aver avuto una certa importanza per lei.
Cercai di rimediare, dicendo: "Te lo chiedevo solo perché sei stata affidata a me e voglio darti una mano."
"Primo: quale pazzo mi avrebbe affidata a te? Secondo: mi aiuteresti se stessi zitto e non facessi altro che parlare a sproposito." Rispose lei. Prese i bordi della copertina del libro e lo chiuse, con uno scatto sonoro. Al contatto, una piccola nuvolina di polvere si alzò dalle pagine. La ragazza si mise in piedi e si allontanò, fra gli scaffali della biblioteca, per sistemare nuovamente il libro al suo posto.
La guardai camminare impettita, fino a vederla sparire dietro ad un angolo.
Alzai gli occhi, annoiato, scuotendo la testa.
Se questo era il modo che aveva in mente Dio per aiutarmi, sarebbe stato meglio se si fosse fatto gli affari suoi.

Nel silenzio della biblioteca, iniziai a giocherellare con la cerniara del mio giacchetto di pelle.
Mi morsi le labbra, per alleviare la tensione, ma non sentii neanche una piccola fitta di dolore. Non sentii i miei denti afferrare la pelle. Niente di niente.
Era un incubo senza fine, dal quale non potevo fuggire. Non potevo fare nulla, se non attendere. Avrei dovuto aspettare e comprendere il sogno di Laura ed aiutarla a realizzarlo. La cosa sarebbe stata più dura del previsto.

Improvvisamente, nelle mie orecchie sentii rimbombare i battiti di prima.
Alzai la testa, puntandola nello spazio fra due alti scaffali alla mia destra, quasi d'istinto.
I battiti cardiaci erano regolari e calmi.
Continuai a fissare il punto, con insistenza, notando solo la presenza di un centinaio di libri.
Non sentii i suoi passi, ma solo i battiti del suo cuore. Laura comparve nel piccolo corridoio. Sembrava di nuovo tutto ovattato. Le sue zeppe poggiavano velocemente contro il pavimento di marmo, senza produrre rumore. I capelli ondulati le si appoggiavano dolcemente lungo le spalle e la schiena, in boccoli sfumati di ambra.
Alzò lo sguardo e puntò gli occhi su di me. Sbattè le palpebre per più volte, velocemente, per poi abbassare ancora il capo.
Sentii i battiti accelerare.
Lei raggiunse il tavolo ed afferrò la borsa, che aveva lasciato sullo schienale della sedia. Se la sistemò sulla spalla destra e si diresse verso l'uscita della biblioteca.

Another Chance || A Raura Fanfic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora