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Non sono bravo a scrivere, non mi piace farlo, né tanto meno sotto il comando di qualcun'altro.

Non condivido il fatto di dover spiattellare la propria vita ad un branco di sconosciuti a cui in sostanza non frega un cazzo, e che cercano solo la storiella d'amore capace di far battere il loro cuore ricolmo di egoismo.

Vi spiego i motivi, anzi li spiego a me stesso, dell'apertura di questo blog.

Sono malato.
La mia terapista non vuole chiamarmi così, ma so perfettamente di essere malato.

Non ho mai saputo gestire le perdite, a quattro anni il mio uccellino morì e io piansi per due mesi, tutti i giorni, tanto che i miei genitori iniziarono a preoccuparsi.

A sei anni adottai un piccolo gattino, rimase con me per tre anni, poi non potemmo più averlo e lo demmo via, piansi per tre mesi, tutti i giorni, mentre i miei mi ripetevano che sarebbe passata in fretta.

A 12 anni ebbi una tartaruga, era grande e camminava ovunque, un giorno scappò e andò in strada, piansi per 6 mesi, tutti i giorni, ma mio padre si arrabbiò, scocciato di sentire le mie urla disperate mi diede uno schiaffo forte.

Per 21 anni ebbi una madre, era bellissima e gentile, poi un giorno volò via, e io non piansi mai più.

Forse avevo pianto così tanto durante gli anni precedenti che ormai mi erano finite tutte le lacrime che avrei dovuto conservare.

Non piansi al funerale, non piansi a vedere mio padre distrutto, non piansi la prima notte da solo nel mio appartamento, sapendo di non aver concluso nulla nella mia vita, non piansi quel giorno al cinema da solo né quando mi costrinsero a prendere delle medicine per le mie crisi insteriche e violente.

Non piansi mai più e ormai non ricordo nemmeno più cosa si prova né come si fa.
So che è naturale, ma è come se avessi scordato come si respira.
Quindi è un po'come se avessi scordato anche di vivere.

Mi sembrava abbastanza, forse non avevo scritto tutto, ma sommariamente era questo, chi avrebbe voluto capire lo avrebbe fatto.

Salvai, pubblicai e chiusi il PC, non mi interessava sapere se lo avrebbero letto o commentato immediatamente, non lo stavo facendo per loro, ma soltanto per me, ed era da molto che non facevo qualcosa per me stesso.

Raccontami delle tue giornate grigieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora