Raccontami delle tue giornate grigie

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'mi dispiace tanto per la perdita che hai subito​, so che adesso ti sembra tutto difficilissimo ma ce la farai a ricominciare.'

Avevo riletto questo commento più volte sotto il mio monologo scritto il giorno prima, non mi piaceva per nulla quell' aria di pena posizionata fra uno spazio e l'alto, così evitai di rispondere.

'percaso hai degli amici o qualcuno con cui parlare?
A volte fa bene stare con qualcuno di familiare.'

Aveva continuato a scrivere l'utente senza faccia qualche minuto dopo, forse si era fermato a pensare se avesse dovuto o no digitare quelle parole.
Se fosse stato lo stesso dell'altro giorno, magari si sarebbe ricordato della mia risposta brusca.

'non penso siano affari tuoi se ho amici o meno, se avessi voluto farlo sapere di certo lo avrei scritto.'

Mi limitai, ripetendomi più volte di essere ingrato, ma quel tono non affatto gentile ormai mi usciva naturale.

'sono Park Jimin comunque, lo stesso che ha commentato in precedenza ricevendo quella risposta tutt'altro che simpatica.
So di infastidirti abbastanza, ma sai, penso che al di fuori di me e te nessuno abbia aperto questo blog, forse mi dovresti ringraziare.'

Quell'aria prepotente non mi piaceva per nulla, di cosa avrei dovuto ringraziarlo? Per me avrebbe potuto anche alzare i tacchi e non leggere mai più quello che scrivevo.

Dovevo ringraziarlo per le parole sentite e risentite? Per il tono presuntuoso in cui mi si era rivolto? Avrei preferito non sentirlo mai più.

'Park Jimin, non ti devo ringraziare di un cazzo.
Sei un omino grigio senza volto e senza corpo, che si limita a scrivere parole presuntuose ad uno sconosciuto duemila volte più presuntuoso di lui, ti consiglio di fotterti e di non scrivermi mai più, non ho bisogno di comprensione né di salvatori.'

E così fu, mi ascoltò probabilmente, perché non rispose più, non si arrabbiò della risposta, semplicemente rimase in silenzio.
Invece di sentirmi soddisfatto di aver eliminato il mio fastidio, un senso di vuoto mi​ appesantì lo stomaco, facendomi stare male più delle altre volte.