2 - Una decisione importante

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Erano passati 3 giorni da quando New York era stata invasa.
La città era ridotta, ma solo in una zona abbastanza ristretta, ad un cumulo di macerie, il numero di feriti e morti era altissimo.

Fra questi non rientravano, per fortuna, mio fratello e i miei amici.
Invece i genitori di Desiré erano morti, rimasti schiacciati da un pezzo di palazzo che non avevano notato, troppo impegnati com'erano a darsela a gambe levate.
Meglio così. Avevano abbandonato loro figlia, non meritavano di vivere dopo ciò che le avevano fatto.

Adesso Desiré era con me; avevo raccontato a mio fratello che era una mutante, e per fortuna non era uno di quelli dalla mente ristretta, così appena mi ripresi (a lui ho detto di aver preso una botta e basta alla gamba, ma in realtà era rotta, e se non fosse stato per i miei poteri curativi non avrei potuto camminare per un bel po') accompagnammo Desiré in una scuola per quelli come noi.
Si chiamava "Istituto per giovani dotati"; il direttore era un certo Charles Xavier.

Lo incontrai quando accompagnai dentro Desiré; mio fratello nel mentre aveva preferito restare ad aspettarmi fuori, ma forse fu meglio che non fosse entrato.

Mi dispiaceva lasciare qui Desiré, era così piccola e adesso non aveva più nessuno. Forse sarei dovuta restare, almeno finché non si fosse ambientata e trovata qualche amico, ma prima era meglio parlarne con mio fratello.

A nessuno avevo accennato di aver parlato con l'artefice della guerra, era più sicuro se stavo zitta e me lo tenevo per me; non capivo ancora cosa volesse da me, ma quello che mi aveva detto... le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa.
Tu non sei un mutante. Tu usi la magia.
Ma serio? Come faceva a dirlo? Non era raro che alcuni mutanti fossero in grado di produrre energia, grazie alla loro mutazione, e che potessero usarla in svariati modi.
Allora perché aveva detto quelle parole? È il Dio dell'Inganno, non poteva aver detto la verità, ma non aveva nemmeno motivo di mentire, senza contare che non mi aveva attaccata.
E se avesse detto il vero? Se io fossi come lui, una... come si dice? Strega? Maga? Del tipo "Harry Potter"?

Ci avrei riflettuto dopo; ora dovevo salutare Desiré, lei rimarrà in questa scuola per molto tempo, anni direi, ma non volevo lasciarla, mi ci ero affezionata.

-Domani vieni a trovarmi sorellona?- mi chiese sorridendo mentre ci abbracciamo.

-Certo che si, nel frattempo perché non fai un giro? Sembra davvero un bel posto questo è sono sicura che ti farai degli amici.- le proposi.

Domani sarà l'ultima volta che la vedrò; nel pomeriggio ci sarà il volo di ritorno a casa.
Ma non era detta l'ultima parola.

Parlai con i professori di questa scuola, erano davvero simpatici e gentili, e vidi i ragazzi usare in libertà i loro poteri, divertirsi e giocare insieme. Dovrei restare qui, con persone a me simili, ma se lo avrei fatto avrei dovuto trovare una scusa, ma per mia fortuna ne avevo già una. Mio fratello non sapeva dei miei poteri, glieli avevo nascosti, e lo stesso i miei genitori.

Non sapevo se mi avrebbero lasciato stare qui, ma era quello che volevo, e di solito loro mi lasciavano libera di prendere le mie decisioni, di intraprendere la strada che volevo. La mia strada. E sapevo che era questa, che si imboccava per andare in quest'istituto.

Sciolsi l'abbraccio e mi staccai da Desiré. Le sorrisi amichevolmente, le volevo un mondo di bene, e non volevo lasciarla sola.

La salutai e mi diressi all'esterno dell'edificio, ma prima di arrivare al cancello d'entrata venni fermata da un uomo seduto su una sedia a rotelle, il professor Xavier.

-Professore arrivederci, è stato un piacere incontrare lei e i suoi colleghi. Si prenda cura di Desiré, per favore- gli dissi guardandolo, mentre lui continuava a sorridermi gentilmente, in modo rassicurante.

Innamorata per caso - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora