Strinsi con forza il cellulare tra le mani e sobbalzai, trattenendo il respiro e paralizzandomi sul posto, restando immobile come una statua. Le mie dita coprivano la luce prodotta dal telefonino; a far luce restò ciò che avevo alle spalle, qualunque cosa fosse, rendendo nitidi i contorni della mia ombra sul pavimento difronte.
Non avevo il coraggio di voltarmi verso la nuova fonte luminosa, non sapendo cosa aspettarmi, ma proprio per questo presi un profondo respiro e decisi di voltarmi, senza pensarci due volte, in modo veloce, ma appena voltata la luce sfumò, lasciandomi nel buio.
Mossi gli occhi nell'oscurità, aspettando che si adattassero gradualmente all'improvvisa assenza di luce, scrutando il corridoio in cerca di qualsiasi cosa o persona avesse prodotto quella luce, diffondendo nell'aria una sottile maglia di seidr per accertarmi di essere sola. La luce cobalto risplendeva come una bioluminescenza nell'ombra, e la scena mi ricordò vagamente il pianeta Pandora del film Avatar durante la notte, dove l'oscurità non poteva vincere contro la vitalità frizzante della natura.
-Okay... sarà stata la luce dei lampioni in strada.- liquidai rapidamente il problema, ben sapendo che la spiegazione non reggeva. Eravamo fin troppo in alto, e quella luce era vicina, molto vicina, a pochi passi da me. Forse John aveva deciso di spaventarmi per vendicarsi della storia dello sciacquone, o magari Stark stava camminando con una torcia in mano per la torre... Dopotutto, da quando lo avevo incontrato per la prima volta non facevo altro che ritrovarmelo davanti qualunque cosa facessi, mi seguiva come un'ombra. -Sto diventando paranoica...- mormorai stancamente.
Tornai sui miei passi e ripercorsi a ritroso la strada fino alla mia camera, sbadigliando ogni tanto. Mi accoccolai sul letto, coprendomi con solo un lenzuolo e togliendo la coperta pesante; dopotutto, il freddo ce lo avevo nelle vene.
Appoggiato il foglio con la scritta Simulatorium sul comodino a fianco al letto, presi il cellulare per controllare se avevo messaggi; dopo l'allenamento, il brutto quarto d'ora fatto passare a John e tutto il resto mi ero totalmente dimenticata di guardare il telefono. Come sospettavo, trovai due chiamate perse da mia madre e alcuni messaggi, uno sempre di mia madre e gli altri di alcuni amici in Italia. La cosa peggiore era il differente fuso orario, e ad aggravare la cosa ero io, che ancora non mi ero abituata a controllare il cellulare nei giusti orari per parlare con la mia famiglia senza rischiare di svegliarli nel cuore della notte solo perché da noi era ancora pomeriggio.
Scrissi un veloce messaggio a mia madre, rassicurandola che andava tutto bene e che le avrei mandato foto di New York innevata il giorno seguente, certa che le avrebbe apprezzate. A casa aveva collezionato decine di album fotografici di me e mio fratello, nonché di tutta la famiglia sin da quando eravamo piccoli. Magari le avrei inviato una foto con Captain America dicendo di averlo trovato per strada (modificando l'ambiente con una piccola ma efficiente illusione); lei adorava il Capitano, lo descriveva come "un bravo ragazzo d'altri tempi, di quelli che chiedono cortesemente alle ragazze se possono accompagnarle a casa la sera e portano loro fiori ad ogni occasione", continuando con "magari ce ne fossero di più di ragazzi come lui". Al pensiero mi venne da ridere. Non aveva torto però; ricevere a ogni appuntamento un fiore, il compagno che ti offre la sua giacca quando hai freddo... tutti quei piccoli gesti romantici che ogni donna sogna di ricevere, me compresa, e non potevo dire di essere rimasta insoddisfatta. Loki non sarà stato perfetto, e di certo non eravamo partiti con il piede giusto, ma quando avevamo raggiunto l'illuminazione rendendoci entrambi conto di amarci tutto era diventato più spontaneo, avevo la sensazione che il sole brillasse di più ogni volta che lo vedevo e le gambe mi diventavano di gelatina, per non parlare di tutti i respiri che continuavo a trattenere...
Aprii la galleria sul cellulare, sfogliando le foto fino a quella scattata con Loki in Islanda l'autunno scorso. Mi concentrai su di lui, sui suoi occhi che splendevano come gemme preziose, sul suo sorriso, piccolo ma onesto.
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Innamorata per caso - Loki
Romance| UN MAESTRO E UN'ALLIEVA, FORGIATI DAL DOLORE, LEGATI DALLA MAGIA E DAL LORO FIORENTE AMORE | Lei, 17 anni, mutante. Lui, affascinante e seducente, Dio dell'Inganno. Le loro strade si incroceranno a New York, durante un'invasione aliena. Cosa avrà...