9 - Come stelle nell'oscurità

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Vorrei non aver mai interrotto il nostro bacio ed essere rimasta ferma così per sempre, tra le sue braccia a proteggermi, a farmi sentire unica.

Un momento indimenticabile, ma tutte le cose belle prima o poi devono finire, e com'era venuto se ne era dovuto andare, lasciandomi con la promessa di tornare ancora, a rivivere questo momento nei nostri sogni, insieme, legati nell'anima.

Quando se ne andò, mi sembrava di sentire ancora la sensazione delle sue labbra premute contro le mie, di aver ancora la bocca invasa dalla sua lingua umida e invitante. Tutto di lui era dannatamente invitante.

Il mio angelo tentatore.
Un Dio misterioso dagli occhi di ghiaccio e il cuore di un guerriero, forte, determinato, ambizioso come lui.
Unico.

Sembrava che il nostro mondo girasse attorno a quella parola: siamo esseri unici e speciali, e non mancava mai di ricordarmelo, di darmi forza; mi raccomandava di non temere ciò che ero e mi spronava ad accettare questa parte di me.

Così più il tempo passava, con Loki al mio fianco, più acquisivo sicurezza in me stessa e più mi sentivo forte come lui, sempre più capace ad affrontare tutti i Nove Regni pur di stare al suo fianco.

A volte mi chiedevo se non fosse proprio questo ciò a cui puntava, ma conoscendolo sapevo anche che non avrebbe mai baciato nessuna con tanta passione senza volerlo veramente, senza un sentimento reale di fondo a smuovere il suo animo tormentato.

I miei poteri aumentavano, e assieme ad essi la coscienza di doverli tenere sotto controllo. Le emozioni erano molto influenti sul seidr che mi scorreva dentro, e capitava talvolta che dovessi fermarmi e contenere anche le mie emozioni, seppur Loki sostenesse che non ci fosse nulla di male ad usare i poteri, ma purtroppo non potevo e non volevo lasciare che qualcuno mi vedesse. Avevo paura che mi giudicassero, che mi isolassero. Sarebbe stato troppo da sopportare.

Mi resi conto che Loki aveva vissuto in quel modo per quasi tutta la sua lunga vita da immortale. Doveva essere stata dura essere diverso, lassù ad Asgard.

"Un giorno avrai ciò che meriti Loki."

Passarono i giorni.
Loki riuscì a farmi visita di persona qualche altra volta, e man mano che passavamo del tempo insieme parlando, ascoltandoci a vicenda e vivendo insieme anche il più banale dei pomeriggi, lo vedevo cambiare, diventare più aperto su ciò che riguardava il suo passato e il suo mondo interiore.

Capii che non era affatto diverso da me; le nostre storie si erano incontrate a New York più di un anno prima, i nostri destini si erano fusi assieme, trovandosi compatibili e simili. Mi chiesi come sarebbe stato se fosse cresciuto qui sulla Terra anziché ad Asgard, magari sarebbe stato meglio, più felice, più libero.

Ci pensai a lungo.
Mi aveva parlato a lungo di Asgard, descrivendomi con passione la natura selvaggia, le acque limpide e tortuose del mare fuori dalla cittadella sopra cui si estendeva per chilometri il ponte dell'arcobaleno che si congiungeva col Bifrost, dei lucenti palazzi dorati che sia stagliavano alti nel cielo, delle musiche e delle danze, vagamente somiglianti a quelle celtiche.

Ne ero rimasta incantata fin da subito. Avrei voluto vederla dal vivo, e purtroppo sapevo che non era possibile, ma a tutto esisteva una soluzione.

Quella stessa notte di settembre decisi che fosse il mio turno di proiettarmi da lui.
Mi chiusi in camera, mi distesi sotto le coperte e mi rilassai. Aprii la mente e vagai nel cosmo, attraverso le stelle, raggiungendo la meravigliosa Asgard. Sembrava sospesa in un mare di nuvole e avvolta da un manto di stelle così luminose, ma non potevano competere con la luce che emanava la cittadella.

Con un po' di concentrazione e pazienza, mossi la mia proiezione fino alle prigioni, situate sotto il palazzo reale. Mi mossi con discrezione tra i corridoi, scendendo numerose scale. Nonostante potessi controllare la proiezione e decidere se essere o meno visibile ad occhi esterni, preferii ugualmente non attirare l'attenzione e muovermi di soppiatto per paura di non riuscire a controllare l'incantesimo. Dopotutto era la prima volta che mi proiettavo così lontana dal mio corpo fisico.

Innamorata per caso - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora