6 - Malata d'amore

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Ed ecco un nuovo giorno, un nuovo inizio per me.

Sperai tanto di non cacciarmi nei guai, ora che Loki era il mio maestro. Era abile a intessere fitte reti di bugie, e io non ero da meno; certo, lui era l'Ingannatore per eccellenza, ma se si trattava di mentire finora me l'ero cavata piuttosto bene.

Essere una mutante, o come Loki continuava a puntualizzare una "creatura dotata del seidr", mi aveva portata negli anni ad essere una ragazza sveglia, scaltra e assolutamente bugiarda.

In questo periodo i mutanti non erano proprio ben accetti, nonostante ormai fossero passati anni da quando era stata appurata la loro presenza in mezzo alla gente comune, quindi ero stata costretta a celare i miei poteri, arrivando addirittura a non farne uso, anche se ammetto che avevo sempre amato questo lato "diverso" di me e che evitare di usarli a volte era davvero difficile.

Mi rendeva unica, speciale avrebbe detto Loki; non capivo però le sue intenzioni: era un Dio, aveva poteri sconfinati e una forza fuori dal comune, anche se non era paragonabile a quella degli altri asgardiani, ma soprattutto una mente brillante.

Perché aveva voluto prendermi come allieva? In fin dei conti ero solo un'umana, o almeno credevo.

Stavo iniziando a mettere in dubbio le mie origini. I miei genitori erano persone comuni, non avevano alcun potere, nemmeno mio fratello da quel che sapevo. Invece io, a differenza loro, avevo dei poteri. Avevo letto da qualche parte che di solito il gene X, quello che donava ai mutanti i loro straordinari poteri, era ereditario. Ma allora perché i miei genitori non avevano poteri? Li avevano forse tenuti segreti come avevo fatto io? Oppure... meglio non pensarci.

Qualcuno bussò alla porta.
-Francesca? Sei già sveglia?- sentii una voce fuori dalla porta. Non conoscevo questa voce, forse apparteneva a qualche studente o insegnante.

-Si entra pure- dissi uscendo dal letto e ordinandomi velocemente i capelli con le mani per non sembrare una pazza.

-Ciao, io sono Tempesta; insegno ai bambini e sono un X-men- si presentò la donna, fermatasi sul ciglio della porta. Aveva i capelli corti e di un insolito ma attraente bianco/argento. Erano davvero belli.

-Ciao! È un piacere conoscerti. Vedo che mi conosci già...-

-Si, Logan mi ha parlato di te, così come la tua sorellina, ieri non smetteva di parlare di te!- spiegò sorridendo gentilmente. -La colazione è pronta, puoi raggiungerci in mensa appena sei pronta- continuò.

-Si va bene. Cinque minuti e arrivo- la informai, ed uscì chiudendo la porta dietro di sé. Mi vestii in fretta, pettinandomi i capelli e legandoli in una coda alta, per poi lavarmi i denti.

Uscii dalla mia stanza, percorsi i vari corridoi e scesi le scale, giungendo infine in mensa, dove già diversi professori e studenti erano seduti ai tavoli, intenti a consumare la loro colazione.

In fondo alla mensa c'era un lungo tavolo sul quale erano posizionati vassoi ricolmi di croissant e biscotti, alcune ceste con della frutta e delle brocche ricolme di latte, té, cioccolata e alcune caffè.
C'erano poi delle tazze e una pila di tovaglioli all'estremità del tavolo; mi avvicinai e presi in mano una tazza e un tovagliolo. Versai nella tazza il té, riempiendola a metà, poi presi alcuni biscotti e un croissant alla marmellata.

-Sorellona!- mi chiamò Desiré da un tavolo lì vicino, facendomi segno di sedermi con lei e le sue compagne di stanza.

Le raggiunsi e mi sedetti vicino alla mia sorellina, lasciandole un bacio sulla testa e salutando Elen e Sophie.

Innamorata per caso - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora