Buio. Di nuovo. Una luce abbagliante. Di nuovo.
Come l'ultima volta, mi trovavo tra i palazzi di New York, nella stessa strada, nello stesso punto.
E di nuovo Loki era davanti a me.
Era ripetitivo, lo facevo più creativo; si vede che mi sbagliavo, in fondo non lo conoscevo,
Già, non lo conoscevo. Non sapevo niente di lui, quindi perché ci parlavo? Questa volta sarebbe andata diversamente.-Rieccomi qui, Francesca. Vedo che ti sei trasferita- disse per attaccare bottone, ma non risposi, lo ignorai, guardando in alto, verso il cielo.
-Che c'è, non mi parli?- domandò divertito dal mio mutismo, ma non cedetti e restai in silenzio.
Iniziò ad avanzare verso di me, a quel punto decisi di parlare, non ce la facevo a stare zitta. -Sta fermo, Loki. Perché continui a tormentarmi?-
-Devo per forza avere un motivo per essere qui?- che domanda idiota. Lo guardai, spazientita e irritata dalle sue domande sceme e dal suo comportamento, quasi infantile, oltre che provocatorio. -Io nella mia testa non ti voglio!-
-E cosa mi farai? Mi metterai in gabbia?- rise, ma non sapeva che mi aveva dato una bella idea. -Grazie del suggerimento. Questa è la mia mente, e qui comando io- affermai sicura, e dal nulla apparve una cella rettangolare fatta di sbarre, col tettuccio di metallo, e lui si ritrovò imprigionato.
-E ora cosa farai?- domandai, stavolta ero io a provocarlo, certa di averlo fregato, ma lui non si scompose.
-Ti ricordo che questa è solo una mia proiezione, non è corporea- disse attraversando le sbarre, e io in risposta mi sbattei la mano sulla faccia. -Senti un po', Dio dei miei stivali, io con te non ci voglio avere niente a che fare!- dissi esasperata.
Mi voltai e feci per andarmene, ma di colpo me lo ritrovai davanti; mi afferrò la mascella con l'indice e il pollice, massaggiandomi con quest'ultimo. Il suo volto era pericolosamente vicino al mio, e notai che una strana luce brillava nei suoi occhi.
"Se lui può toccarmi, io posso colpirlo!" riflettei, e con un rapido movimento alzai la gamba e lo colpii lì dove non batte il sole, portandolo a staccarsi da me di qualche centimetro e a piegarsi un po' in avanti, quel che bastava a permettermi di correre lontana da lui.
-Tu sei fuori di testa! Maniaco!- urlai mentre correvo, allontanandomi sempre di più da lui, immergendomi nel labirinto di strade della città.
Mi fermai dopo qualche minuto di corsa, i polmoni che bruciavano per lo sforzo e il cuore che batteva, forte e veloce. Non ebbi il tempo di riprendere la mia fuga che me lo ritrovai davanti, di nuovo, a qualche metro di distanza, con un ghigno inquietante sul volto. Ok, lo avevo fatto arrabbiare. Brutta cosa.
Si avvicinò a me, a passi lenti, lo sguardo fermo sul mio; mi stava davvero spaventando, indietreggiai mentre lui avanzava, ma poi mi bloccai di colpo, il mio sguardo si fece vuoto, e un fischio assordante mi invase le orecchie.
-Aaaaah!- urlai di dolore; a quel punto, come se stesse recitando, smise di ghignare e sul suo volto si stampò un'espressione preoccupata e confusa. Mi tappai le orecchie con le mani, il rumore sembrava non voler smettere.-Fallo smettere, fallo smettere!- lo implorai come per contrastare il suono che mi martellava i timpani, ma lo sguardo di Loki si fece, se possibile, ancora più confuso. -Loki, basta, fermalo!-
-Io non sto facendo niente!- disse in sua difesa. Ma che stava succedendo? All'improvviso, oltre al rumore assordante, si aggiunse anche un dolore lancinante alla testa; era come se fossi nella morsa di una pressa, e che questa stesse venendo stretta.
STAI LEGGENDO
Innamorata per caso - Loki
Romance| UN MAESTRO E UN'ALLIEVA, FORGIATI DAL DOLORE, LEGATI DALLA MAGIA E DAL LORO FIORENTE AMORE | Lei, 17 anni, mutante. Lui, affascinante e seducente, Dio dell'Inganno. Le loro strade si incroceranno a New York, durante un'invasione aliena. Cosa avrà...