11 - Si dissolve la nebbia

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Per favore passate a leggere lo spazio autrice perché mi è venuta un'idea che spero vi piaccia. 😋

Buona lettura! 🤗




Mi svegliai alle prime luci dell'alba.
La tenue luce del sole attraversava la finestra; una nebbia leggera rendeva meno nitida la figura della stella appena alzatasi all'orizzonte.

Quella era una delle consuete giornate invernali già viste e vissute probabilmente, e sicuramente la mia giornata all'Istituto per Giovani Dotati si sarebbe svolta monotona come sempre. D'altronde, la notte era molto più interessante e affascinante, soprattutto se c'era di mezzo un misterioso Dio dagli occhi di ghiaccio.

Conscia che non mi sarei riaddormentata, come da sempre mi accadeva (a volte temevo di soffrire di insonnia, ma in realtà era semplicemente che poche ore di riposo per me erano più che sufficienti per ricaricarmi), uscii dal letto e mi vestii.

La colazione sarebbe stata servita solo diverse ore dopo, perciò sfruttai l'occasione per fare qualche foto al paesaggio immerso in quella nebbia surreale.

Non temevo il freddo che ci sarebbe stato all'esterno, ma per non destare sospetti indossai ugualmente qualcosa di caldo che mi coprisse e mi facesse sembrare più umana, anche se ormai avevo accettato il fatto di non esserlo, almeno non dal punto di vista genetico.




Era successo pochi mesi fa, dopo che mi fui proiettata per la prima volta ad Asgard. Loki era riuscito nuovamente a evadere dalla sua cella, seppur con diverse difficoltà, e con la scusa di voler fare un giro in città per conto mio, andai ad aspettare Loki a New York, nel mezzo di Central Park, conscia che ci avrebbe mascherati da occhi indiscreti quali quelli di Heimdall, il Guardiano del Bifrost. Lo aspettai su una panchina, osservando intrigata le foglie danzare in circolo mosse dal vento in una caotica danza.

-Se vuoi posso suggerirti qualcosa di decisamente più affascinante e molto più intrigante da guardare.- mi cinguettò una voce all'orecchio.

Mi voltai di scatto, osservando dal basso Loki il quale, per non farsi riconoscere, aveva optato per indossare usuali abiti terrestri eleganti: rigorosamente in nero, vestiva con una camicia sopra la quale vi era una giacca, con una cravatta verde a dargli colore -i suoi colori-, e a fasciargli le gambe dei pantaloni che ricadevano morbidi esaltando il suo fisico asciutto e slanciato, e altrettante scarpe eleganti.

-Loki!- trillai felicemente lanciandomi su di lui e aggrappandomi al suo collo, poggiando i piedi sulla panchina.

Ricambiò l'abbraccio. Le prime volte che lo avevo abbracciato si era mostrato confuso e titubante, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, in più, anche se non lo aveva mai ammesso a parole, adorava essere abbracciato. Era la più semplice dimostrazione d'affetto, ciò che ogni bambino brama, e che a quanto pareva a lui era mancato dalla sua famiglia adottiva, oltre che a molte altre cose.

Gli diedi un veloce bacio a stampo sulle labbra e lo vidi sorridere. -Adoro quando mi saluti così.- chiosò, e mi persi ad osservare il suo sorriso smagliante, lo stesso sorriso di cui non potevo più fare a meno, che adoravo in ogni sua sfaccettatura, da quelli sghembi a quelli da vecchia volpe, da quelli maligni simili ad un ghigno -che amava usare quando era vicino a compiere la sua vedetta, qualunque cosa essa riguardasse- a quelli più sentiti che non lasciano mai il tuo viso nemmeno a sforzarti.

-E io adoro te. Ti donano questi vestiti.- lo adulai, ben sapendo quanto  adorasse i complimenti, anche se montavano il suo ego.

-Thank you, my dear.- ringraziò col suo immancabile accento inglese, il quale mi fece accelerare i battiti del cuore e sorridere estasiata.

Innamorata per caso - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora