-Sei sicura di aver preso tutto?-
-Si tranquillo-
-Hai soldi nel telefono?-
-Si ne ho!- ribattei esasperata per l'ennesima volta; in quel momento mio fratello sembrava una mamma rompipalle, con tutte le sue domande sul "ce l'hai questo? E quest'altro?". Ci mancavano solo le raccomandazioni e i lacrimoni e saremmo stati a posto.
-Ok.... allora, ecco... si beh,...- balbettò incerto.
-Emh, stai cercando di dirmi arrivederci?- tentai io un po' imbarazzata.
-Si, ma è... così strano, ancora non ci credo che resterai qui, all'altro capo del mondo, lontana da casa... contiamo poi che non sei un asso in inglese- mi sminuì mio fratello.
-Ehi! Non è assolutamente vero! Sei tu l'incapace nelle lingue, io ho la media del 10!- replicai nuovamente; non eravamo proprio capaci di salutarci in modo normale.
-Oh ma smettetela! Stringetevi la mano, pacca sulla spalla, abbracciatevi o quello che volete, ma datevi una mossa!- ci spronò, in malo modo, Amedeo da dentro il taxi, rigorosamente giallo in stile America.
Entrambi lo guardammo male, infastiditi dalla sua interruzione, ma subito tornammo a guardarci, stavolta seri e anche un po' rattristati; certo, litigavamo praticamente 23 ore e 59 minuti su 24 ore, ma era il nostro modo di legare fra di noi, quasi di comunicare.
Eravamo entrambi del segno della bilancia, e questo ci rendeva ancora più uniti, data la somiglianza dei nostri caratteri. Sarà strano non essere più vicini per un po' di tempo, ma non potevo farci nulla, se non conviverci.Ammisi che mi sarebbe mancato, nonostante a volte fosse davvero insopportabile, come tutti i fratelli del resto.
-Allora, ci vediamo fa un po'- mi salutò con un timido gesto della mano.
-Già. Quindi... buon viaggio a vederci!- lo salutai cercando di essere il più allegra e spensierata possibile, anche se dentro stavo piangendo come una fontana, ma questo non lo avrei mai fatto davanti a lui, né davanti a nessuno.
-A presto- disse ancora una volta impacciato, voltandosi e dirigendosi verso il taxi che ci aveva accompagnati fin qui.
"E no, non se ne andrà senza un abbraccio!"
Corsi da lui e lo feci voltare, cogliendolo di sorpresa, stringendogli le braccia al petto e abbracciandolo forte; lui si stupì ancora di più, ma ricambiò il gesto, anche se non eravamo dei tipi molto smielati in occasioni come queste, non potevo farne a meno, per una volta che avevo l'opportunità di abbracciarlo senza che lui mi spingesse via a furia di pizzicotti e solletico.Ci staccammo presto, concordando sia sull'opportunità del gesto sia sulla sua breve applicazione. Salì sul taxi, Amedeo era già lì che lo attendeva; ci salutammo un'ultima volta con la mano, poi li vidi partire, diretti all'aeroporto.
Mi voltai, percorrendo la strada composta da sassolini perlopiù rossicci, ma anche bianchi e grigi, arrivando davanti al portone d'entrata, fatto in legno di mogano, sul quale erano posizionati due battenti in metallo, forse bronzo, molto semplici nella loro forma ad anello, decorati solo da quale incisione non ben definita.
Bussai un paio di volte; aspettai che qualcuno venisse ad aprirmi, e ben presto sentii il rumore di passi, lenti ma pesanti, risuonare dentro la casa/scuola.
Ad aprirmi venne un uomo abbastanza alto, con la barba crespa e i capelli in disordine dove, fra le ciocche corvine, si distinguevano i primi capelli bianchi. Era Logan, conosciuto come Wolverine, uno dei professori dell'istituto, anche se dal carattere burbero e scontroso a prima vista non si direbbe così predisposto ad insegnare ad un branco di ragazzini, ma conoscendolo meglio si può conoscere il suo lato più gentile e generoso, per quanto potesse esserlo.
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Innamorata per caso - Loki
Romance| UN MAESTRO E UN'ALLIEVA, FORGIATI DAL DOLORE, LEGATI DALLA MAGIA E DAL LORO FIORENTE AMORE | Lei, 17 anni, mutante. Lui, affascinante e seducente, Dio dell'Inganno. Le loro strade si incroceranno a New York, durante un'invasione aliena. Cosa avrà...