chapter four.

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La mattina dopo, mi svegliai e feci le solite cose abitudinarie. Quando uscii di casa, misi le cuffiette nelle orecchie e mi avviai verso scuola guardandomi intorno. Vidi le solite facce, le solite cose.

Ma questa volta anche lui, di nuovo.

Schiusi leggermente le labbra rallentando il passo. Cercai freneticamente di trovare un'altra strada da prendere ma ero dannatamente in trappola. Mi tirai su il cappuccio e mi girai di spalle, facendo finta di nulla, riprendendo il telefono. Pregai tutti i santi affinchè non mi riconoscesse.

"Che cosa stai facendo?"

No, cazzo. Mi aveva vista.

Mi girai lentamente vedendo poi la sua espressione seria, con un sopracciglio alzato.

"Niente di così interressante che possa riguardarti, in realtà" non fui troppo dura col tono, almeno non aveva motivo di infastidirsi.

"Ah no? Dici? A me sembrava mi stessi evitando" serrò la mascella, rimanendo con la stessa espressione.

"Evitando o no, non ti ho fatto nulla. Adesso se non ti dispiace vado, non vorrei far tardi a scuola. Ci vediamo" feci per superarlo, ma venni bloccata di nuovo dalla sua presa intorno al mio polso.

"Sì, mi dispiace" mi attirò più vicina al suo corpo, e le mie gambe iniziarono di nuovo a tremare. Non seppi cosa rispondere, un'altra volta.

"Hai paura, per caso?" un ghigno si fece spazio sul suo volto; era compiaciuto. Probabilmente vedere la gente aver paura di lui lo faceva sentire potente.

"Di cosa? Di un essere umano dotato di un cazzo al posto del cervello? No, ti ringrazio" mi maledii subito di quelle parole, a volte parlo senza pensare.

Adesso avevo il terrore di come avrebbe potuto reagire.

"Non fare la spiritosa con me, Johnson" strinse la presa, sussurrando a denti stretti guardandomi negli occhi.

Prima che rispondessi, vidi Manu dietro le spalle di Shawn e non gli fui mai così grata prima d'ora.

"Mendes, lasciala in pace" lo spintonò facendolo staccare da me, poi mi abbracciò subito.

Notai immediatamente i loro sguardi, l'uno odiava l'altro e viceversa. Terribile.

"Altrimenti? Vediamo dove ti spingi, Rios" ridacchiò sfacciatamente, mordendosi il labbro e mettendosi le mani in tasca. 

"Non sono uno che si batte con violenza, agisco in altri modi. E ti ripeto, non avvicinarti più alla mia ragazza" alternai lo sguardo tra i due, abbassandolo poi, continuando a restare abbracciata al mio migliore amico.

"Credi che me ne fotta qualcosa che sia la tua ragazza?" si avvicinò a lui, guardandolo impassibile. Scosse la testa e gli diede una spallata superandolo.

Tirai un sospiro.

Non sapevo se essere sollevata che se ne fosse andato o preoccuparmi per le sue parole e che abbia fatto capire che non starà lontano da me.

"Stai bene?" mi accarezzò un braccio dolcemente.

"Sì, grazie Manu. Se non ci fossi stato tu.. ugh, sono così cogliona" mi passai le mani sul viso.

"Non preoccuparti, ti proteggerò sempre, solo cerca di non provocarlo o andrà a finire male. Molto male"

hidden; shawn mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora