Capitolo 9

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La mattina seguente il risveglio fu traumatico, avevo bisogno di dormire ancora ma dovevo andare a scuola. Evan dormiva ancora, così decisi di aprire la tenda per far entrare un po' di luce e svegliarlo in modo più dolce rispetto a una sveglia. Ero a sedere accanto a lui e gli carezzavo il viso, mentre gli parlavo e cercavo di farlo svegliare.

"Ma buongiorno dormiglione" dissi ridendo, lasciandogli un bacio sulla guancia. Si stropicciò gli occhi e mi sorrise dopo aver borbottato qualcosa. In quel momento notai qualcosa di strano. I suoi occhi avevano cambiato colore, non erano più verdi come al solito ma erano diventati più scuri, quasi neri.

"I tuoi occhi.." dissi continuando a fissarlo, cercando di capire il perché di questo cambio di colore ma apparte l'uso di lenti a contatto non riuscivo a spiegarmelo.

"E' il sole, sembrano più chiari" rispose subito, alzandosi dal letto. Andò in bagno e tornò dopo qualche minuto: i suoi occhi erano tornati color cioccolato.

"Vado da Matt, ci vediamo giù. Così ti prepari per la scuola" disse poco prima di uscire dalla stanza e andarsene. Sopirai, alzandomi dal letto e andai a lavarmi. Avevo bisogno di una doccia per svegliarmi e riprendermi, altrimenti sarei stata tutto il giorno come uno zombie. Dopo la doccia decisi di pesarmi, non lo facevo da una settimana e avevo resistito. Avevo perso quasi 2.7kg e non potevo essere più contenta anche se avrei voluto perdere qualcosa in più. Mi vestii e mi truccai velocemente, scendendo al piano di sotto contenta per la mia scoperta.

"Buongiorno" dissi andando ad abbracciare Matt per poi cominciare a prepararmi la colazione: un caffè senza zucchero che allungavo con acqua per riempirmi di più. Dopo cominciai a preparare il pranzo, tagliando una mela e mezza pera in mezzi molto piccoli per poi metterli in una ciotola. Matt e Evan borbottavano qualcosa fra di loro e io ero pronta e carica per andare a scuola. Tutte le volte che perdevo peso ero sempre contenta, anche se avrei voluto perdere di più.

"Io vado a scuola, ci vediamo dopo" dissi salutando sia mio fratello che il ragazzo biondo per poi uscire di casa. Come al solito invece di prendere l'autobus per andare a scuola camminavo e canticchiavo un po', ero contenta. Ma ero anche distratta e questo mi portò a sbattere addosso a Chase.

"Scusa scusa scusa non volevo, mi sono distratta un secondo, scusami" dissi guardandolo, preoccupata perché avrei potuto fargli male.

"Stai tranquilla Gin. Non sono morto" mi rispose scoppiando a ridere. Cominciai a ridere insieme a lui e lo presi a braccetto, riprendendo a canticchiare. Arrivati in classe ci eravamo messi a parlare un po' su qualche film e a prendere in giro il nostro professore di economia che sembrava Gargamella, un personaggio dei puffi. La giornata passò velocemente ma Evan non era venuto a scuola, non mi aveva mandato nemmeno un messaggio. Lo trovai davanti scuola, appoggiato alla sua moto che mi aspettava.

"Perché non sei venuto?" chiesi avvicinandomi a lui, osservandolo mentre giocava con il ciondolo a forma di stella marina della sua collana.

"Sono stato con Amy, abbiamo organizzato una festa per questo sabato. Mancano ancora quattro giorni e noi dobbiamo andare a trovarti un bel vestito" disse puntandomi il dito contro mentre ridacchiava.

"Ma non voglio venir.." cominciai a dire ma il ragazzo non mi fece finire di parlare perché mise la sua mano sulla mia bocca.

"Ora sali in moto e andiamo a cercare un bel vestito per questa puffa" disse continuando a ridere, passandomi un casco.

Il centro commerciale era pieno di gente che cominciava a comprare i regali di natale e noi pensavamo ad un vestito per una stupida festa.

"Cosa vuoi per natale?" chiesi mentre Evan osservava i vestiti per me e sceglieva quale farmi provare e quale no.

"Che troviamo questo benedetto vestito, vai nei camerini forza" disse ridendo, trascinandomi verso i camerini. Aveva portato una decina di vestiti da farmi provare, tutti mi stavano grandi ma uno davvero bello, così chiese alla commessa di portarmi la taglia più piccola che aveva. Il vestito era color carne, non troppo aderente e con una profonda scollatura alla schiena.

"Ti hanno mai detto che sei troppo magra? Le tue gambe sembrano stuzzicadenti" disse dopo avermi visto con il vestito della mia taglia indossato e delle scarpe con il tacco. Ignorai ciò che aveva detto e tornai in camerino per mettermi i miei vestiti. Dopo aver pagato riuscii a convincere Evan a portarmi nel negozio di giocattoli. Ci andavo solo per una cosa: i peluche. Ho sempre amato i peluche, da quando ero bambina e infatti ne ero piena.

"O mio dio. O santo cielo." Dissi per poi correre verso un unicorno gigante e abbracciarlo mentre Evan scoppiava a ridere.

"Devo dire che questo peluche è un po' troppo grande" rise avvicinandosi a me per poi cominciare a farmi il solletico. Mi nascosi dietro l'enorme peluche ma lui lo spostò e continuò a farmi il solletico mentre con una mano mi teneva i polsi fermi.

"Basta ti prego...ti scongiuro non ne posso più basta" urlai continuando a ridere per poi riuscire a liberarmi dalla sua presa ed abbracciarlo. Mi strinse forte a se e mi prese in braccio.

"Andiamo a casa Gin, è quasi ora di cena" borbottò per poi uscire dal negozio e portarmi fuori dal centro commerciale. Il ritorno a casa fu lento e silenzioso, non mi aveva rivolto la parola. Arrivati davanti casa mia scesi dalla moto e dopo aver trovato il coraggio gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra per poi entrare in casa in silenzio. I suo sbalzi di umore mi facevano innervosire e cominciavo a non sopportarli più.

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