Capitolo 7

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"Mi raccomando tesoro, mangia e mandaci tante foto. Non scordarti niente a Londra, rimetti tutto nella valigia" urlò mamma al telefono prima di chiudere la chiamata. Non è mai andata d'accordo con la tecnologia, soprattutto con i cellulari, infatti li rompeva o li perdeva tutti. Per non parlare di quando chiamava qualcuno: urlava di continuo e nemmeno se ne rendeva conto. L'ultimo giorno a Londra, l'ultimo giorno per stare sola con Evan. Il programma era: Buckingham Palace, Zoo di Londra e Sea Life London Aquarium. I primi due non mi interessavano molto ma l'acquario si, moltissimo. Ho sempre amato il mare e l'acqua, potevo passare ore a nuotare.. Finchè non ho cominciato a vergognarmi del mio corpo, non ho rinunciato ad andare al mare ma ho rinunciato a nuotare, sto sempre vestita e mai in costume. Evan era sempre accanto a me, di tanto in tanto mi prendeva per mano e a pranzo mi aveva obbligata a mangiare un panino.

Arrivata in hotel cominciai subito a preparare la valigia insieme ad Amy che si lamentava di essere ingrassata durante la gita. Non aveva bisogno di dimagrire, era perfetta.

"Come fai? Sei dimagrita tanto da quando ci siamo conosciute..dammi la tua dieta, ti prego" disse ad un certo punto, guardandomi.

"Non faccio nessuna dieta, mangio quello che mi va e vado in palestra. Comunque non hai bisogno di dimagrire, hai un fisico bellissimo" dissi sorridendo, cercando di sviare il discorso della dieta.

"Mi ha detto che ieri sera vi siete baciati, è il mio migliore amico Gin e non mi nasconde niente. Sareste una coppia perfetta, siete bellissimi ma lui non vuole impegni, è convinto che le persone come lui non possono essere amate." disse Amy dopo aver finito di preparare la valigia ed essersi seduta sul letto, accanto a me.

"Perché non può essere amato?" chiesi guardandola per poi aggiungere "Tranquilla, non mi interessa..non è il mio tipo".

"Meglio così allora, sei tutta per me" scoppiò a ridere mentre mi abbracciava. Ricambiai l'abbraccio per poi uscire dalla camera e andare a bussare alla porta dii Evan. Aprì poco dopo, entrai in silenzio nella stanza e lo aiutai a sistemare la valigia come mi aveva chiesto. Mentre ero seduta sul suo letto cominciò a fare strani discorsi, su vampiri, lupi mannari, zombie ecc. Sembrava davvero convinto della loro esistenza.

"Non mi vorrai dire che sei un vampiro" mormorai ridendo, stendendomi a pancia in su sul suo letto. Si avvicinò a me per poi cominciare a mordicchiarmi il collo.

"Oh si, sono un vampiro molto forte e pericoloso" mormorò ridacchiando, mentre continuava a mordermi il collo per fare scena.

"Ora si spiega il perché sei sempre freddo" risposi ridendo, abbracciandolo poco dopo. Mi era venuto naturale, come abbracciare Matt. Mi strinse forte mentre mi cullava fra le sue braccia e mi lasciava qualche bacio sulla fronte. Riuscii a rilassarmi molto, talmente tanto che mi addormentai e la mattina mi svegliai in camera sua. Ma lui non c'era, la finestra era aperta e di Evan non c'era nessuna traccia.

Tornò in stanza dopo quasi mezz'ora e la sua maglietta nera era sporca, non riuscivo a capire di cosa.

"Buongiorno principessa" disse avvicinandosi a me per poi abbracciarmi.

"Giorno.." mormorai ancora assonnata per poi lasciargli un bacio sulla guancia. Strusciai piano il viso nell'incavo del suo collo, respirando il suo dolce profumo. Volevo baciarlo, volevo baciarlo di nuovo. Avevo bisogno delle sue labbra, di sentirmi protetta e al sicuro. Ma non potevo farlo, non poteva piacermi un amico di mio fratello. Poco dopo tornai nella mia stanza, con la scusa che dovevo finire di preparare la valigia.

Durante il volo per tornare a casa riuscii a dormire, grazie a Evan che mi faceva i grattini sul braccio e mi stringeva a se. Era l'unica persona, escluso Matt, che riusciva a farmi dormire. Non volevo tornare a casa, non volevo vedere i miei genitori e subirmi le loro paranoie sul cibo, non volevo tornare a scuola. Quando mi svegliai eravamo appena atterrati e il ragazzo biondo mi guardava in silenzio, mentre sorrideva. Mi lasciò un piccolo bacio all'angolo delle labbra per poi alzarsi e andare via. Aveva fretta, doveva accompagnare sua mamma ad una visita, così mi aveva detto. Mamma e Matt mi aspettavano in macchina, entusiasti di rivedermi.

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