Capitolo 12

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Lui era lì, davanti al cancello della scuola, con le spalle appoggiate ad esso. Era arrivato da poco in sella alla sua Ducati Donster 1200 S nera, nera come il giubbotto di pelle appoggiato su di essa. Se ne era andato, di nuovo, non si avvicinava, non mi salutava, non mi mandava nemmeno un messaggio, non mi guardava. "Dovrei essere abituata a questi suoi sbalzi.." pensai mentre torturavo le maniche della mia felpa preferita e Amy parlava al telefono con qualcuno, preoccupata per non so cosa. La settimana non era passata molto velocemente, come al solito, era stata molto impegnativa per via delle varie verifiche e non era successo niente di nuovo, o almeno così credevo. Proprio durante questa settimana era tornata la sorella di Evan da non so dove, mentre suo fratello si era iscritto nuovamente a scuola.

"Gin smettila...lo stai consumando. Guarda me piuttosto!" disse Chase punzecchiandomi la guancia con un dito.

"Se preferisci consumo te mhh.." risposi ridacchiando, prendendolo poi sotto braccio. Entrambi camminavamo verso l'entrata di scuola mentre Amy, ancora al telefono, camminava avanti e indietro nervosa.

"Stasera andiamo tutti da Evan, ci guardiamo un film e mangiamo una pizza..vieni?" chiese Chase, dopo aver preso posto nel banco accanto al mio. Il biondo intanto era entrato in classe e si era seduto dietro di noi, in silenzio. La lezione cominciò con la professoressa che aveva deciso improvvisamente di interrogare, fortunatamente mi ero offerta volontaria appena aveva cominciato il giro e perciò potevo stare tranquilla a differenza di altre persone. O almeno pensavo di poter stare tranquilla, finchè non mi arrivò un messaggio.

Da Evan: Stasera vieni.

A Evan: Bo.

Da Evan: Non era una domanda, stasera vieni. Stiamo tutti insieme, ci divertiamo.

A Evan: Mi passi a prendere?

Da Evan: Fatti trovare pronta per le 19.30, mi raccomando.

A Evan: Non ritardo mai!

Da Evan: Sei sicura? Sei una donna, le donne ritardano sempre per prepararsi.

A Evan: Da come puoi ben vedere non mi trucco nemmeno, sarò puntuale come al mio solito.

Da Evan: Forse dovresti cominciare a curarti un po' di più, a mangiare di più.. e magari non nasconderti sotto i maglioni e le felpe di due-tre taglie più grandi della tua.

A Evan: Magari stasera mi metto un maglione della mia taglia..

Da Evan: Non sarebbe male, ma non truccarti troppo, non voglio che mi diventi un panda ahaah

A Evan: Mi truccherò apposta allora, giusto per diventare peggio di un panda e darti fastidio.

Da Evan: Ci vediamo a ricreazione sotto il salice piangente, ti aspetto panda.

Evan uscì dalla classe con la scusa di dover andare in bagno, dopo avermi mandato l'ultimo messaggio. La campanella suonò pochi minuti dopo e uscii velocemente dall'aula. Il cortile della scuola, come al solito, era molto affollato ma non in un punto, non dove c'era il salice piangente. Ancora non avevo capito il perché nessuno si avvicinava a quel posto o meglio, ci si avvicinavano in pochi. Evan era lì, seduto di fronte al tronco del salice, aveva appena finito di fumare una sigaretta e si guardava intorno. Decisi di fare il giro più lungo, di passare da dietro in modo da non farmi vedere. Camminando piano mi ritrovai dietro di lui, posai entrambe le mani sul suo viso, ridendo e coprendogli la vista.

"Se indovini chi sono ti regalo una bici" mormorai ridendo, lasciandogli un piccolo bacio sulla mascella.

"Direi che sei un panda." Borbottò piano prima di scoppiare a ridere e prendere le mie mani, in qualche modo mi ritrovai davanti a lui che rideva e mi faceva le linguacce.

"Oggi sei felice" disse dopo che mi ero seduta di fronte a lui, avevo cominciato a strappare qualche ciuffo di erba dal prato e a lanciarglielo addosso. Feci spallucce, ridacchiando. Non potevo dirgli di certo che ero contenta perché finalmente si era deciso di rivolgermi la parola e considerarmi.

"Stasera gli altri vengono dopo le otto, devo farti conoscere delle persone." Disse alzandosi dal prato, aiutandomi poi a fare lo stesso.

"Se mi fai conoscere Matt Bellamy ti sposo..." borbottai ridacchiando, camminando verso la classe dopo il suono della campanella.

"Mi dispiace ma no, non è Bellamy... sono mio fratello e mia sorella. Non ho avuto occasione di presentarteli prima perché le cose fra di noi non andavano molto bene." Rispose lasciandomi un bacio per poi scomparire di nuovo, doveva cercare Amy.

Dopo pranzo ero andata in palestra, non ci andavo da molto per colpa dello studio. Alle sette ero già pronta. Come avevo detto per messaggio a Evan avevo un maglione della mia taglia e dei jeans scuri. Quando suonò alla porta salutai in fretta Matt, visto che stava per uscire anche lui. Ci eravamo calmati entrambi, soprattutto lui e stava tornando tutto alla normalità. Evan ovviamente era venuto in moto con un casco in più, per me. Dopo essere salita a fatica sulla moto e aver messo il casco mi strinsi forte al ragazzo davanti a me, non ero abituata ad andare in moto, a dire la verità ci ero salita davvero pochissime volte. Mentre cingevo con le braccia il suo busto lui era così impegnato a guidare che sembrava non si ricordasse nemmeno di me e in poco più di un quarto d'ora eravamo davanti casa sua, avevo dimenticato che viveva in una villa enorme e favolosa. Restai senza parole quando parcheggiò la moto nel garage, c'erano altre tre moto e sei macchine, non ne capivo molto ma sicuramente erano molto costose. La villa sembrava vuota senza tutte quelle persone che ballavano ubriache, come quando aveva dato la festa.

"Loro sono Nathan e Camille" disse ad un tratto Evan, risvegliandomi dal mio osservare come al mio solito ogni minimo particolare della casa.Si trovavano davanti a me, un ragazzo e una ragazza, sorridenti e vestiti in modo sportivo.

Nathan e Caroline Davis.

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