47 Adrian

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47 Adrian




Quando guardavo i miei amici osservare le loro compagne con lo sguardo da cucciolo smarrito, pensavo fossero degli idioti.

Ora, guardandomi allo specchio, penso di esserlo diventato anche io.

Prima li fissavo e non capivo quanto fossero fortunati a rimbecillirsi per un sorriso, mentre ora, beh, pagherei oro per veder sorridere Chelsea.

Anche solo per vederla per più di dieci minuti, ad essere sincero.

Sono passati quindici giorni da quando è stata ricoverata e cinque da quando è stata dimessa e portata via da sua madre, per trascorrere la convalescenza nella camera al piano terra che ha sistemato per lei.

Finche era in ospedale, riuscivo a passare parecchio tempo in sua compagnia, anche perché la giovane infermiera, che quella sera mi ha rassicurato sul suo stato di salute ci ha presi in simpatia e faceva finta di non vedermi quando passava a controllare che nelle camere fosse tutto in ordine e se ne fossero andati tutti.

Per il tempo che lei è stata in ospedale, è stata la mia priorità insieme al lavoro.

Prima di queste ultime due settimane, non avevo mai sentito come se il cervello fosse sul punto di liquefarsi per la troppa attività.

Prendere il posto di mio padre in azienda, non è stato semplice. Il consiglio di amministrazione ha protestato a gran voce sul colpo di mano e sul fatto che sono fin troppo giovane, per i loro gusti, per gestire una società quotata in borsa.

Quando gli ho fatto presente che sono riuscito a completare l'acquisizione, senza che nessuno di loro si rendesse conto che era in atto una scalata, allora si sono calmati e mi hanno permesso di parlare.

La mia intenzione, non è mai stata quella di stravolgere la società e fargli perdere soldi e ho voluto assicurarmene prima che iniziassero a vendere azioni, anche perché sarebbe una follia fare un qualche tipo di mossa senza conoscere i meccanismi interni.

I numeri sono stati, effettivamente, la parte più facile del lavoro.

Analizzare i dati e le statistiche non è stato complicato come avevo pensato e, a parte un piccolo calo di percentuale nell'ultimo periodo, colpa della concorrenza, della crisi e dei super sconti che fanno alcune imprese disperate, la McLeor Export sta andando alla grande e non c'è motivo di rivoluzionare qualcosa che sta funzionando bene.

Il primo comunicato che ho fatto diffondere, è stato che, anche se c'è stato un cambio al vertice, non ci sarebbero stati licenziamenti.

I dipendenti non sanno che tutto ciò è successo per ragioni che non hanno nulla a che vedere con il fallimento della società, quindi erano preoccupati di poter perdere il posto di lavoro, che ci fossero dei tagli nel personale per ridurre le spese e così via. Insomma, quel genere di mosse che seguono sempre le acquisizioni.

Una volta calmate le acque, le cose hanno ricominciato a funzionare come prima.

La struttura della McLeor è come una macchina che ha fatto il rodaggio e ha sempre gli ingranaggi ben oliati e perfettamente integri.

Ho analizzato con attenzione tutto il sistema interno, in modo da potermi muovere il più agevolmente possibile e, controllando i dati che mio padre ha cercato di nascondermi, portando fuori dall'ufficio un hard disk esterno, di proprietà della società, sono venuto a conoscenza di quali avrebbero potuto essere le sue successive mosse per cercare di espandersi.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora