1 Non sono andata avanti

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Cole, quel nome mi risuona nella testa da mesi ormai. Lo stesso nome che qualche tempo fa rappresentava il mio incubo più grande è diventato poi il solo ragazzo che ho mai amato. Perché si, abbiamo scoperto cos'è l'amore insieme, io ho imparato ad amare una persona completamente diversa da me e ho anche imparato ad essere dipendente da ogni suo gesto o parola. Eppure ero convintissima che ci fosse un sentimento forte tra di noi, insomma, mi aveva detto di essere tornato in città per me, mi ha ripetuto più volte che m'amava e poi? Poi se n'è andato, lasciandomi qua in questo schifo con il cuore a pezzi. Dovevo capirlo la prima volta quando è andato da Jane.

Bet mi dice di andare avanti, di dimenticarlo. Ma sapete come si dice? Si dice che è impossibile dimenticare una persona che ti ha dato tanto da ricordare. E adesso se ve lo state chiedendo, si, parlo della mia storia con lui con frasi fatte. Questo perché mi ricorda un po' quelle storie da romanzo rosa e se penso a noi come ad un libro mi spiego meglio la sua fuga e il mio dolore. Sono andata avanti? No, per niente. Sono rimasta sulla stessa triste pagina bianca a pensare a quel ragazzo dal sorriso impeccabile.

Ora penso solo che ogni lacrima e ogni sorriso fatto per Cole era inutile, proprio come aver passato mesi con lui. E io che l'ho anche accolto nel mio mondo, nelle mie insicurezze, l'ho fatto entrare nella mia vita e lui si è preso gioco di me. Ma sapete la cosa peggiore? È che tornassi indietro lo rifarei, perché mi sono innamorata di quello stronzo dagli occhi che ti incantano. L'ho amato forse anche più di quanto ho mai amato me stessa, lo sentivo in ogni mia fibra e tutti i brividi erano causa dei suoi tocchi. Aveva detto che in qualsiasi posto sarebbe andato mi avrebbe portato con lui e io da brava stupida ci ho anche creduto, benissimo e adesso? Lui se n'è andato dicendomelo con una lettera.

C'era Bet quando l'ho trovata, sul mio cuscino, aveva il suo profumo. Io e Bet in questo periodo siamo sempre insieme, non mi ha mai lasciata sola con i miei pensieri.

Prendo di nuovo la lettera e leggo l'inizio
Mia piccola Ambs,
Sono tornato qualche mese fa e non ricordo neanche da dove mi è nata l'idea di poter tornare, poi ho capito che forse l'ho sempre avuta dal momento in cui mi sono trasferito. Mi ricordo che volevo rivederti al più presto, volevo rivedere quella bambina dal viso dolce e la risata spontanea, timida ma allo stesso tempo pronta a risponderti se le toccavi qualcosa di caro. Forse ti ho sempre amato ma l'ho capito solo quando quel giorno hai iniziato a piangere perché ti avevamo rubato la palla per giocare, e mi sono promesso che mai più avresti pianto. E si, ti amavo e ti amo tutt'oggi, forse anche più di me stesso.

Non continuo, mi fermo lì, se davvero mi ama come ha scritto in queste righe non se ne sarebbe andato. È scappato e mi ha lasciato qua con una lettera, ha avuto anche la faccia tosta di chiamarmi. In realtà mi ha chiamato ogni giorno da quando è partito ma io non ho mai avuto il coraggio di parlargli e sentirmi dire altre parole al vento, perché questo sono. Mi ha anche mandato dei messaggi, ogni giorno. Si assomigliavano tutti quei messaggi
'Piccola ti prego chiamami'
'Hai mangiato?'
'Buonanotte piccola'
'Come stai? Scusa Ambs'
Li leggevo e me li immaginavo letti con la sua voce.

Mi alzo dal letto su cui sono seduta e afferro il cellulare, leggo sul display il suo nome. Mi fermo qualche minuto a guardarlo ma qualche squillo dopo il nome scompare e al suo posto arriva il nome di Bet, rispondo subito
"Amb ti passo a prendere, fatti trovare pronta"
"Va bene muoviti" dico riagganciando. In realtà non ho neanche iniziato a prepararmi, devo correre. Mi alzo e metto i jeans stretti e una maglietta bianca semplice, vado in bagno e mi pettino. Prendo il cellulare e mi lancio contro la porta, corro in salotto ed esco di casa. Bet mi sta aspettando davanti a casa, quando mi vede mi sorride
"Sempre in ritardo" dice scherzosamente
"È successo solo una volta, io sono sempre in orario" rido e le do una spallata, come facevo con Cole. No, basta Amber, non puoi pensare solo a lui
"Stai bene?" dice Bet, dal suo sguardo sembra più che preoccupata
"Si"
"Pensi a lui?" non parlo ma lei mi capisce, mi ha capito di continuo in questi giorni
"No" so che non sono convincente, ma ci devo provare
"Ora sei con me, non pensarci" annuisco leggermente, devo fare come dice lei. Da adesso in poi inizierò a dimenticarlo. Non ci credo neanch'io ma così mi dimostro di buona volontà. Camminiamo un po' per arrivare in città e una volta arrivate ci sediamo
"Dov'è Jack?" chiedo, in realtà da quando Cole è andato via e Bet passa ogni giornata con me non vede più il suo ragazzo e un po' mi sento in colpa
"Credo sia con qualche amico" la guardo, ma in particolare le guardo il pancione. Lei se ne accorge e sorride
"Come la chiamerai?" chiedo
"Non lo so, ma aiutami"
"Io? Dovete vedervela te e Jack"
"Si ma tu sei una specie di zia per lei" la abbraccio per quello che mi ha detto, in effetti io e Bet siamo come sorelle. Ci conosciamo da quando eravamo piccole e ci siamo sempre dette che saremmo diventate come delle zie per i nostri figli
"Te a che nome avevi pensato?" chiedo per averne un'idea
"Sophie e Jack ha proposto qualcosa come Anne" lei e Jack hanno sempre avuto idee diverse, su qualsiasi cosa ma è per questo che sono così carini
"Sophie è bellissimo, dovete chiamarla così"
"Tra qualche giorno ho l'ecografia, vuoi venire? Jack deve fare un colloquio" le sorrido e accarezzo la pancia, annuisco per dirle di si.

Mi immagino che quella bambina assomiglierà a Bet da piccola, capelli a caschetto chiari e occhi scuri ma con la voglia di scoprire tutto. Mi ricordo anche Jack da piccolo, i capelli sfumavano su un biondiccio, anche se adesso è più che castano. Esatto, siamo sempre stati un gruppo di amici io, Bet, Jack, Cole e mio fratello. Mi ricordo tutt'ora quei pomeriggi passati a giocare insieme, erano uno più testardo dell'altro i maschi, tranne Jack, lui era il più calmo.

Restiamo ore sedute a parlare, proprio come ci è sempre piaciuto fare. È una delle poche persone con cui mi diverto a stare ferma per parlare, perché tra battute e cose stupide noi ridiamo sempre. Ad un certo punto si avvicinano un gruppo di ragazzi, mi sporgo di più su Bet
"Questi sono già ubriachi?" chiedo un po' intimorita. Si avvicinano, sono quattro e hanno dei sorrisi maliziosi
"Guarda qua che belle ragazze" uno di loro parla, e richiama l'attenzione del resto del gruppo
"E te? Cosa vi fanno da mangiare qua?" uno di loro si rivolge a Bet e ridiamo per la squallida battuta che ha fatto, poi si gira verso di me e mi guarda. L'ultimo della fila si avvicina e ci presenta tutti
"Io sono Daniel, lui è Tom, lui è Nate e poi abbiamo Harry" il ragazzo 'simpatico' che ha fatto la battuta è Harry. Mi porge la mano e me la stringe
"Tu sei?" mi chiede con un sorriso
"Amber" dico ridendo, il ragazzo che gli ha presentati tutti, Daniel mi pare guarda prima Bet e poi me per poi dire
"Lei si vede che è fidanzata, te?" non so dire, guardo Bet. Sono in panico è davvero non so cosa dirgli, eppure la risposta sembra semplice, mi ha lasciato con una lettera e io sono qua come una stupida
"No" abbasso lo sguardo, è stata la cosa più difficile che abbia mai dovuto dire, ma è la verità. Poche parole dopo i ragazzi se ne vanno e Bet mi guarda
"Non sono ubriachi, sono scemi" rido e lei fa lo stesso
"Hai ragione"
"Comunque quello ci provava"
"Chi?"
"Harry" Bet mi guarda e sorride, non so come sia la mia faccia adesso ma non credo di ridere
"Non è vero"
"Se lo dici tu" dice ma continua a sorridere così fa sorridere anche me.

Si fa presto buio, ultimamente è così, in realtà ogni volta che sono con Bet. Mi succede sempre con due persone, lei è Cole. Andiamo a casa ma non prima di darci appuntamento domani alle 15 per l'ecografia.

Entro in casa e, strano, i miei genitori sono a lavoro. Prima c'era lui che mi faceva compagnia, veniva da me ogni volta che i miei genitori dovevano lavorare ed io ero a casa da sola. Prendo il piatto dalla dispensa e lo metto a tavola, ci metto la cena che mia madre mi aveva già preparato e la mangio. Corro nella mia stanza dopo la cena, mi metto dei vestiti più comodi e mi stendo sul letto. Rileggo più volte i suoi messaggi, anche oggi me li ha mandati. Sembro dipendente da quel ragazzo e, la cosa peggiore, lo sono. Digito una risposta veloce a due dei suoi messaggi
'Ambs come stai?'
'Buonanotte, piccola'
Ci penso qualche secondo, cancello e riscrivo una risposta come
'Bene ma vorrei fossi qua, notte'
Poi ci ripenso e scrivo
'Bene, notte'
Ci ripenso di nuovo e cancello, poi spengo il cellulare, lo appoggio sul comodino e penso solo a lui, Cole. A quando c'erano le sue mani a sfiorarmi, a quando mi schiacciava contro il suo petto per dormire ma a me andava più che bene e glielo lasciavo fare. Forse ci siamo lamentati di ogni urlo che abbiamo fatto ma adesso rimpiango anche quelli, perché pur di averlo qua con me accetterei anche di farmi urlare contro.

Appoggio la testa sul cuscino, mi giro e mi rigiro cercando il sonno che a quanto pare non arriva. Poi piano piano sento le palpebre più pesanti e sento di star per addormentarmi.

Contenti? Sono tornata e vi porto tante sorprese con Il mio Bad Boy 2. Spero vi possa piacere come il primo perché mi sto impegno. Ho qualche domanda per voi
Harry ci prova davvero con Amb?
Cole tornerà?
Da dove venite?
Il prossimo capitolo si chiamerà 'chi vuoi e chi non vuoi vedere' a cosa si riferisce?
Buona lettura e spero che vi piaccia il continuo. Sarei contenta se leggeste anche la nuova storia sul mio profilo Quello che so di noi, grazie.

Il mio Bad Boy 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora