devo calmarmi. devo asciugarmi le lacrime e cercare di non pensare a nulla.
vuoto.
bianco.
anzi no, nero.
no, era meglio bianco.
no, direi che non funziona nessuno dei due, i singhiozzi non cessano.
smetto di correre e mi lascio cadere per terra. il pavimento è freddo. mi copro il viso con le mani e mi rannicchio cercando di diventare più piccola possibile. vorrei scomparire, non se ne accorgerebbe nessuno, tranne forse Els, e io non avrei più tutti questi problemi.
in realtà di problema ne ho uno solo, lui.
«Alexia» alzo lentamente lo sguardo e vedo Justin davanti a me. deve avermi rincorsa fino a qui, dato che ha il fiato corto, i capelli scompigliati e le guance arrossate. è bello anche così.
parli del diavolo e spuntano le corna, eh?
«Justin» sussurro tra i singhiozzi.
rimaniamo a guardarci per minuti interminabili, lui in piedi e io seduta sul pavimento, con gli occhi rossi per il pianto ed il petto scosso da singhiozzi.
non capisco perché io stia così male. nel senso, non sono certa di ciò che succede, so solo che ultimamente si comporta in modo strano.
odio il mio essere emotiva. dovrei parlargli invece che piangere senza un motivo preciso, ma non ci riesco.
oh beh, almeno l'hai capito. un passo alla volta e forse ce la faremo prima o poi. sottolineo FORSE e PRIMA O POI.
grazie cervello, ma non ho bisogno del tuo sarcasmo in questo momento.
non posso andare avanti così, devo parlargli e chiarire tutto. forse mi lascerà, ma almeno non sarò più in questa fase di limbo e se piangerò avrò un motivo valido per farlo.
inspiro profondamente prima di parlare, chiudo gli occhi, acquisto coraggio e riesco finalmente a calmare i singhiozzi in modo da avere una voce ferma e decisa.
«non possiamo andare avanti così. dobbiamo parlare» dico seria guardandolo negli occhi.
lui sgrana gli occhi e vedo una punta di preoccupazione nel suo sguardo, nonostante finga un sorriso tranquillo.
«o-okay» mormora per poi schiarirsi la voce.
gli faccio cenno di sedersi e lui si accomoda (per modo di dire, dato che il pavimento del corridoio scolastico non è per niente comodo) di fronte a me. l'aria è carica di tensione e lui è visibilmente nervoso.
devi dirgli tutto ora, Alexia.
giusto. ma devo prima assicurarmi che niente ci interrompa.
«Justin, dobbiamo parlare seriamente, quindi non voglio distrazioni. metti il telefono in silenzioso per favore e appoggialo qui, vicino al mio» dico sicura, appoggiando il mio telefono sul pavimento di fianco a noi. lui fa come gli ho chiesto e respira profondamente.
brava Alexia, continua così! nessuna esitazione. ora o mai più.
sto per dare voce ai miei pensieri quando lui dice nervoso: «ehm, ho bisogno di un bicchiere d'acqua, torno subito. ah, ne vuoi uno anche tu?»
scuoto la testa e lui si allontana verso il distributore d'acqua che si trova dietro l'angolo.
non so se ho voglia di piangere, urlare, strangolarlo o scappare. ero pronta, prontissima a parlargli e lui che fa? va a bere.
Alexia, appena torna digli tutto, ti libererai di un peso, un dubbio, una preoccupazione e-
interrompo il mio dialogo interiore a causa dello schermo in frantumi, probabilmente perché prima l'ha lanciato per terra, del telefono di Justin che si è appena illuminato, facendo apparire una nostra foto come sfondo e la notifica di un messaggio. da qui però non riesco a leggere...
Alexia, no! so a quel che stai pensando. no, no, no e no.
oh, ma taci! gli dò solo una sbirciatina, cosa vuoi che sia...
afferro il suo telefono prima che il mio cervello da brava ragazza mi faccia cambiare idea.
Caleb:
Justin, Pattie sta davvero male. ha bisogno di te. ti prego, dimentica il passato, è pur sempre tua madre...chi è Caleb? cosa significa questo messaggio? cos'è successo nel passato di Justin?
in testa mi vorticano mille domande a cui non posso dare una risposta. questo messaggio mi ha sconvolta e mi ha portata a riflettere sul fatto che io non conosco niente di Justin, ma anche che se lui non mi racconta niente significa che non si fida.
non si fida di me.
cercando di trattenere le lacrime che minacciano di bagnarmi il viso riappoggio il suo telefono a terra, afferro il mio e scappo prima che lui torni. ora come ora non riuscirei a sostenere il suo sguardo senza scoppiare nuovamente a piangere.
***
hey hey hey! so che non è venerdì e che ultimamente sto aggiornando un po' quando ne ho voglia, ma avevo l'ispirazione quindi eccomi qui. spero che vi piaccia, vi voglio bene.
Anna💗

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I don't know you;; jdb
Fanfictionsequel di "you don't know me;; jdb" -- Als e Justin ormai stanno insieme da un mese, ma quando Alexia scoprirà involontariamente alcune cose su di lui si renderà conto di non conoscerlo affatto.