dieci

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finisco il mio hamburger con calma, aspettando che arrivi Justin.

gli ho detto di raggiungermi proprio dentro al McDonald's e che ero seduta al tavolo nell'angolo opposto all'entrata.

finisco anche il the al limone e sospiro, chiudendo gli occhi.

spero di riuscire a risistemare tutto.

non appena li riapro vedo la porta del ristorante aprirsi e Justin fa il suo ingresso nella stanza. fa vagare velocemente lo sguardo su tutti i tavoli finché non mi individua, poi si dirige nella mia direzione.

«Justin» sussurro e sento le lacrime salirmi agli occhi. «sono una cretina, s-scusami»

scoppio in un pianto liberatorio e lui, confuso, mi abbraccia in silenzio.

«andiamo via, vieni» sussurra dopo qualche attimo, sciogliendo l'abbraccio e portandomi per mano fuori dal fast food.

mi porta alla fermata dell'autobus e non appena ne arriva uno diretto verso il centro mi fa salire, pagando due biglietti.

si siede in una poltroncina verso il fondo dell'autobus, praticamente vuoto vista l'ora, e mi fa sedere sulle sue gambe.

mi asciugo le lacrime e appoggio la testa sul suo petto, senza però riuscire a fermare i singhiozzi.

mi accarezza i capelli lasciandomi dei baci in testa.

«shh, va tutto bene» continua a sussurrare.

no, non va per niente bene.

cerco di concentrarmi solamente sul suono dolce della sua voce, sul suo tocco gentile e sul calore dei suoi baci e riesco finalmente a calmarmi.

«dove stiamo andando?» chiedo alzando lo sguardo verso di lui.

«tra poco lo vedrai» sorride.

è così bello.

scena a luci rosse (AHAHAH, mi fa troppo ridere "a luci rosse") se non vi piace questo genere di descrizioni scorrete fino a che non vedrete un'altra scritta evidenziata come questa

faccio scontrare le nostre labbra e lui sembra sorpreso. dopo qualche secondo iniziamo ad approfondire il bacio. mi erano mancate così tanto le sue labbra che questo contatto mi sta mandando fuori di testa e sembra che lo stesso stia accadendo a lui.

mi metto a cavalcioni su di lui, infilando le dita tra i suoi capelli e tirando piano. lui porta le mani sulla mia schiena e mi morde il labbro.

inizio a sentire caldo, molto caldo. mi sembra di andare a fuoco.

interrompo il bacio, ma la sensazione di vuoto che provo è così fastidiosa che incollo di nuovo subito le mie labbra alle sue.

infila una mano sotto la mia maglietta e mi accarezza la pancia. sento ancora più caldo.

infilo anche io istintivamente le mani sotto la sua maglia e accarezzo il suoi addominali scolpiti.

Dio, è perfetto.

il mio corpo è invaso da uno strano formicolio e la testa mi gira.

quando però sento che qualcosa tra le gambe di Justin si sta risvegliando e mi ricordo che siamo in un autobus, mi fermo di botto.

fine scena a luci rosse (AHAHAH, no okay la smetto) se avete preferito saltarla, tutto quel che è successo è un bacio un po' spinto, buona lettura

scendo lentamente dalle gambe di Justin e mi siedo nella poltroncina di fianco alla sua imbarazzata.

tento di sistemarmi i capelli e di far tornare regolare il mio respiro.

però nel petto sento un vuoto enorme e la sensazione di calore e formicolio non accenna a passare.

guardo fuori dal finestrino la città buia scorrere velocemente davanti ai miei occhi, fino a quando Justin mi sfiora il braccio e sussurra: «siamo arrivati»

la sua voce è roca e mi fa arrossire.

mi prende per mano e scendiamo dal veicolo. riconosco immediatamente il luogo e capisco dove vuole portarmi: al parco.

il famoso parco dove ci siamo incontrati.

come avevo immaginato Justin mi conduce proprio all'ingresso del parco.

«Alexia-» inizia, ma lo interrompo.

«Justin, devo parlarti»

«lo so e dopo avrai tutto il tempo di farlo, ma ora lascia parlare me» si sta comportando come se sull'autobus non fosse successo assolutamente niente e gliene sono estremamente grata.

annuisco e aspetto che prosegua.

«te lo ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati? io stavo solo facendo una stupida scommessa, che probabilmente è stata la cazzata più grande della mia vita, ma grazie a quella scommessa adesso ho te. eri così bella; si vedeva benissimo quanto fossi emozionata e mi ricordo ancora la faccia delusa che hai fatto quando quel ragazzo si è avvicinato a te solo per delle informazioni» le sue labbra si aprono in un dolce sorriso. «non appena ho richiamato la tua attenzione e ti ho detto "Alexia, sono Justin" hai fatto una faccia così buffa è tenera che ti avrei baciata subito, ma sapevo che probabilmente se l'avessi fatto non mi avresti più parlato. poi mi sono ricordato che con te mi ero presentato come Drew, quindi ti ho rivelato il mio vero nome e tu in risposta hai semplicemente urlato "non chiamarmi piccola!"» ridacchia. «in quel momento ho capito che saresti stata molto di più di una scommessa per me. ho fatto tanti errori con te, pensavo di aver chiarito tutto ma evidentemente non è così. Als, non so se ci hai fatto caso, ma quando sei scoppiata a piangere in giardino e ti ho portato in quell'aula vuota per farti calmare ho detto una cosa importante prima di andare via. beh, ecco, se mai tu avessi avuto dubbi, la pensavo davvero e la penso tutt'ora. non avrei mai voluto dirtela in quell'aula vuota, ma stavi così male che mi sono sentito malissimo anche io. ho avuto paura che volessi lasciarmi, e ne ho paura tutt'ora. quindi ho pensato che prima che tu mi lasciassi dovevo fartelo sapere. poi abbiamo passato settimane ad evitarci a vicenda e sinceramente non ho ancora capito cosa sia successo. ma ho pensato di doverti dire ciò che penso in un luogo un po' più bello e con un discorso un po' più decente dell'ultima volta. Alexia, ti amo. sono innamorato di te, del tuo sorriso, dei tuoi capelli, del tuo profumo. sono innamorato dei tuoi baci, delle tue paranoie, di tutto. ti amo»

mi porto le mani alla bocca e sento le lacrime salirmi agli occhi per l'ennesima volta, ma le ricaccio indietro, non è il momento di piangere.

«sono solo una stupida, non ti merito e non ho MAI pensato di lasciarti» mormoro prima di fiondarmi sulle sue labbra.

questo è un bacio lento, dolce, non ha nulla a che fare con il bacio di prima.

e le mie paure mi sembrano così ridicole di fronte al discorso che ha appena fatto, che decido di lasciarle perdere e di rimandare il discorso ad un'altra volta.

«tu invece, cosa dovevi dirmi?» chiede non appena ci stacchiamo per riprendere fiato.

«che ti amo anche io»

***
hello! sì, sono strana, non aggiorno per mesi e poi boom! aggiorno ogni giorno. in realtà avevo semplicemente l'ispirazione e tanta voglia di scrivere. inoltre ho provato a scrivere una scena un po' "intima" tra Justin e Alexia, non avevo mai scritto scene del genere prima e non so se l'ho scritta da schifo, se vi danno fastidio o se invece le apprezzate. per favore fatemi sapere cosa ne pensate. a presto babes!

Anna💗

I don't know you;; jdbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora