Lei dice di salire sopra, loro annuiscono e vanno nella loro cameretta. Suo fratello la stringe a se. La bambina ha sempre più paura. Le voci urlanti arrivavano violenti nelle loro orecchie, fino a scontrarsi con i timpani e provocare un rumore assordante. Il rumore di uno sparo forte zittisce le urla e dopo, silenzio assoluto, che pian piano diventa assordante. I due bambini si fissano negli occhi e quello che emanano è solo terrore. Tanto terrore, a tal punto di nascondersi sotto il letto, stretti stretti, attaccati l'uno all'altro. Dei passi pesanti salivano le scale, delle mani unte e grosse aprirono lentamente la porta e...."Ellen, Ellen" la voce di mio fratello mi fa spalancare gli occhi. Sono sudata. Il mio cuore ha il battito accelerato. Il respiro si fa sempre più pesante, mio fratello mi passa la pillola con dell'acqua e per fortuna mi calmo.
Eljas:"Ellen, come stai adesso?"
Io:"bene, grazie"
Eljas:"questa mattina, se vuoi, puoi non andare a scuola"
Io:"no tranquillo, ho un compito importante di sociologia e poi l'interrogazione di filosofia"
Eljas:"okay, ti aspetto in cucina, è pronta la colazione" dice uscendo dalla stanza.
Io:"si, il tempo di prepararmi e arrivo"
Così vado in bagno e, una volta uscita indosso dei jeans neri, una maglia a tre quarti bianca con un disegno tribale nero, un cardigan nero e gli anfibi del medesimo colore. Prendo lo zaino e vado in cucina. Eljas mi passa la mia colazione.
Eljas:"porrige e latte"
Io:"adoro"
Così incomincio a mangiare il mio squisito pasto e dopo esco di casa.
Eljas prende la sua auto e andiamo a scuola. Una volta arrivati, Janette si avvicina a Eljas. È la sua fidanzata. Ha lunghi capelli biondi e gli occhi neri come la pece. Nel complesso è una bella ragazza. Quanto la detesto. Il suo faccino di primo mattino mi fa venire la nausea.
Janette:"oh, ciao Ellen" dice con la sua faccia da angioletto per poi baciare mio fratello. Oddio, vorrei tanto strozzarla ma non voglio trascorrere il resto della mia vita in una buia e maleodorante cella di prigione. Ricambio il saluto con un cenno di mano e, disgustata, vado incontro alle mie amiche.
Emilia:"ciao rochettara"
Io:"ciao belle" dico a tutte e tre.
Io:"pronte per il compito di socio?"
Janika:"non so niente. Sto in crisi, mi fai copiare, per favore. Te lo chiedo perfavore" dice mettendosi in ginocchio con la faccia da cucciolo.
Io:"non lo so, questo è l'ultima verifica del primo quadrimestre e vorrei dare il meglio di me e..." vengo interrotta da
Janika:"infatti, tu metti il foglio vicino al mio banco ed io copio in silenzio e possiamo prendere tutte e due bei voti"
Io:"okay"
Tea:"belle, sapete che giorno è oggi?"
Io:"13 dicembre"
Janika:"e allora?"
Emilia:"questa sera ci sarà la festa di Santa Lucia"
Janika:"continuo a non capire"
Io:"idem"
Tea:"vivete a Helsinki si o no?" dice ridendo
Io:"si, ma non siamo informate"
Emilia:"allora, questa festa si svolge con l'elezione della Santa Lucia dell'anno scelta tra le bionde della città. La fortunata, che diventa simbolo della luce, viene accompagnata in carrozza per Alexanderikatu, la via principale di Helsinki"
Janika:"come passare inosservata"
Io:"ringrazio i miei genitori per avermi fatto rossa"
Tutte scoppiamo a ridere. La nostra risata viene interrotta dal suono squillante della campanella. Entriamo nel grande corridoio della scuola e andiamo verso i nostri armadietti. A prima ora abbiamo il compito di sociologia, prendo il quaderno e andiamo verso la nostra aula. Il mio corpo sta per essere invaso da una crisi d'ansia. 'dai Ellen, ce la puoi fare, hai studiato, non devi avere paura' dice una vocina dentro di me. Mi calmo e il prof passa tra i banchi distribuendo i compiti. Afferro la verifica e leggo le tre domande. Okay, non è difficile. Preparo una scaletta mentale veloce e inizio a scrivere. Le cinque ore di lezione passano in fretta e la campanella del pranzo non tarda a suonare. Si, non vedevo l'ora. Il mio stomaco sta brontolando da quando ho messo piede a scuola. Prendo il mio solito menu e mi siedo al solito tavolo con le mie amiche. Chiacchieriamo di cosa indossare questa sera e dopo mezz'ora ritorniamo in classe e subiamo altre tre ore di arricchimento culturale. La campanella di fine giornata suona e finalmente siamo liberi. Mio fratello mi aspetta come sempre e torniamo a casa.
Eljas:"allora, com'è andata la giornata?"
Io:"bene, ho preso una A al compito di sociologia"
Eljas:"grande e il compito?"
Io:"non lo so, spero sia andato bene"
Eljas:"questa sera io e Janette andiamo alla festa, anche tu vieni" solo a sentire quel nome mi sale la rabbia. Io la odio tanto, però devo supportarla a forza, mio fratello è felice con lei, stanno bene insieme e posso dire che si vogliono bene.
Io:"si, vado con Janika, Tea e Emilia"
Eljas:"okay"
Vado in camera e mi butto sul letto, quando sento bussare alla porta.
Io:"avanti"
Eljas:"senti, lo so che odi tanto Janette" dice entrando e sedendosi sul letto
Io:"non è che la odio, mi da fastidio la sua faccia e il suo sguardo maligno"
Eljas:"non è che sei gelosa?"
Io:"no, cioè, no"
Eljas:"lo sai che sarai sempre la mia sorellina"
Io:"si" dico accennando un sorriso e abbracciandolo. Senza accorgermene mi addormento tra le sue braccia. Quelle braccia che mi hanno difeso quando quell'uomo era entrato nella nostra stanza e cercava di farci del male. Quelle braccia muscolose e forti. Quelle braccia che mi hanno sempre protetto da tutto e tutti. A svegliarmi è la voce di Eljas "Ellen, sono arrivate le tue amiche"
Io:"si, falle entrare" dico con la voce ancora impastata dal sonno.
Janika:"buongiorno dormigliona" dice ridendo
Io:"senti chi parla, quella che si sveglia a mezzogiorno" dico con la testa affondata nel cuscino
Emilia:"dai, alzati e vatti a fare una bella doccia gelata per risvegliarti"
Tea:"mentre noi ti scegliamo il vestito"
Io:"vabbe, vado"
Esco dalla stanza e vado in bagno stropicciamdomi gli occhi ancora assonnati e mezzi chiusi. Entro in doccia. Le goccioline fredde cadono delicatamente sul mio corpo, provocandomi un brivido che percorre tutta la schiena. Dopo ritorno in camera e indosso quello che hanno scelto le ragazze.
Un completo formato da un pantalone nero e una canotta bianca con gli anfibi neri.
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Kiusannut sielu- Anima tormentata
Teen FictionEllen Virtanen è una ragazza che ha un sogno nel cassetto, quello di diventare ostetrica. Lei e il fratello Eljas supportano un segreto che li tormenta da più di dieci anni, riusciranno a uscirne e realizzare i propri sogni?