Capitolo 16

2 0 0
                                    

Quello che vedo mi lascia a dir poco a bocca aperta. Lui. Semplicemente lui. La persona che mi ha cresciuto, che mi ha sempre voluto bene e non mi ha mai abbandonato. È lì, davanti ai miei occhi. Non posso crederci. Le lacrime scendono senza che me ne accorga lungo le mie guancie. Non credevo a quel che vedevo. Mi pizzico il braccio e realizzo il fatto che lui è davanti a me. Non riesco a parlare e a far niente. Vedo la sua faccia piena di lividi e il suo braccio senza sanguinante senza la mano. Alla scena un conato di vomito di impossessa di me, ma per fortuna riesco a trattenerlo. L'unica cosa che riesco a fare è andare vicino a lui ed abbracciarlo. Mi avvicino lentamente e li porgo le braccia, che subito dopo vanno a finire dietro il suo collo. Scoppiamo entrambi a piangere.
Eljas:"mi sei mancata tanto"
Io:"anche tu, non immagini quanto, ma chi ti ha fatto tutto questo?"
Eljas:"lasciamo stare, ho saputo della morte di papà e son venuto a vedere come stavi, ma adesso devo andare, non dire che mi hai visto a nessuno altrimenti finisci nei guai"
Io:"ma adesso dove vai? Ti prego, ho bisogno di te"
Eljas:"lo so, ma non voglio che ti facciano del male, okay?"
Io:"no, non va okay niente se non mi dici quel che sta succedendo"
Eljas:"sis, posso dirti solo di stare attenta alle persone che frequenti".
Dopo aver detto testuali parole e lasciandomi un bacio sulla fronte, sparisce dietro il portone di casa rosso mattone, lasciandomi con nel dubbio.
Perché mi ha detto che devo stare attenta alle persone che frequento?
Si riferisce allle mie amiche?
Oppure a Jonathan?
Dovevo dirgli dell'attacco di rabbia di Jonny?
Tutte queste domande a cui non so rispondere. È adesso? Come faccio? Devo andare dalla polizia si o no? Se ci vado uccideranno mio fratello? Ma il rapinatore sa che Eljas è venuto a casa? A riportarmi alla realtà è il cellulare che squilla.
Lo prendo e rispondo.
Io:"pronto"
Xx:"buonasera signorina Virtanen, sono l'agente King. Abbiamo scoperto che suo padre aveva una compagna dopo la morte di sua madre"
Io:"si"
King:"sa dirmi il suo nome?"
Io:"Naima ma al momento il cognome non lo ricordo"
King:"vabbene, sa di che nazionalità è?"
Io:"norvegese"
King:"perfetto, grazie mille, arrivederci signorina King"
Io:"arrivederci"
Chiudo la chiamata e mi butto sul divano, pensando. Pensando. Pensando.
Dov'è Jonny ora? Perché non mi chiama? Mi "ama" ancora? Non so più che fare. Non lo vedi e non lo sento da ormai due giorni. Come sta? Cosa sta facendo. La testa mi sta scoppiando. Mi porto le dita alle tempie e le massaggio, prima di finire in un sonno profondo.

Kiusannut sielu- Anima tormentata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora