Capitolo 1 - HOGWARTS EXPRESS

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  Quando i signori Tonks e la loro amata nipote raggiunsero la stazione di King's Cross il cielo era terso e perfetto. Ginevra non riusciva ancora a credere che finalmente avrebbe frequentato la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Una volta attraversata la barriera si ritrovò davanti alla locomotiva scarlatta, che l'avrebbe portata nella sua nuova casa.
Un cartello in testa al treno diceva Hogwarts Express, ore 11.

Con l'aiuto di suo zio Ted caricò i bagagli mentre sua zia Andromeda tratteneva le lacrime; o almeno ci provava. Per lei era ancora difficile accettare il fatto che Ginevra fosse cresciuta. La guardava e vedeva ancora quella dolce bambina che quando aveva paura del buio si presentava alla sua porta, abbracciata al suo peluche chiedendole se poteva raccontarle una storia.
La abbracciò forte, quasi soffocandola, e le decantò le solite raccomandazioni che fino all'anno prima dava a sua figlia Nymphadora. - Mangia, copriti bene e...
- Non respiro... - ansimò Ginevra, interrompendola.
Svincolatasi dalla stretta soffocante di Andromeda, Ginevra, abbracciò suo zio che le lasciò un bacio sui capelli per poi scompigliarli, come faceva sempre.
- Non combinare guai, piccola peste - le sorrise, ben sapendo che aggiungere la parola "non" insieme a "guai" con sua nipote non era possibile.
Infatti, Ginevra arricciò il suo nasino in una smorfia furbetta.

Le prime carrozze erano già gremite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini a parlare con i familiari, altri si litigavano il posto. Ginevra iniziò a spingere il suo carrello lungo il corridoio del treno in cerca di un posto libero.
Passò accanto a un ragazzo scuro con delle treccine circondato da una piccola folla, mentre lui apriva il baule uscendone una scatola.
Alla fine, facendosi largo tra la folla, trovò uno scompartimento vuoto verso la coda del treno e prima che infilasse il baule sotto il sedile, prese il suo walkman, regalatole da suo zio Ted per il suo compleanno. Dopo aver messo le cuffiette nelle orecchie e cliccato la prima traccia, iniziò a guardare fuori dal finestrino con la testa poggiata sulla mano.
Si ritrovò a chiudere gli occhi trasportata dalle note di una delle sue canzoni preferite e a canticchiare qualche verso, quindi non si accorse che la porta dello scompartimento si era aperta e che due figure erano entrate di soppiatto.
Entrambi le si avvicinarono e, vedendo che lei non si era neanche accorta della loro presenza, iniziarono a farle il solletico.
Ginevra aprì gli occhi di scatto e venne sorpresa dalle risate. Guardò i due ragazzi che l'avevano presa d'assalto e li riconobbe.
- Fred! George! - esclamò tra una risata e l'altra.
- Ciao, Blacky! - rise Fred continuando a torturarla. George, invece, le fece l'occhiolino e le bloccò i polsi in modo che non potesse colpirli.
- Per favore... l-lasciatemi! - Ginevra cercò di scalciare ma i due gemelli dai capelli rossi la immobilizzarono.
- Lo faremo - disse George, ma Ginevra sapeva che c'era dell'altro e che Fred doveva dire la sua.
- Se tu ammetti che siamo bellissimi e che ci ami alla follia.
Ecco, appunto.
- Mai! - urlò lei, cercando di fermarli e di liberarsi.
Fred e George non si scambiarono neanche un'occhiata o un cenno d'intesa che aumentarono la dose della loro tortura, sapendo benissimo che in quel modo lei avrebbe ceduto.
- Va bene! VA BENE! - si arrese. - Siete bellissimi e vi amo alla follia.
I due si fermarono e avvicinarono i loro visi a quello di Ginevra. - Davvero, scricciolo? - ghignò George. - Mi ami?
- No! - esclamò lei, allontanandoseli dalla faccia con uno strattone.
- Ehi, guarda che ricominciamo - la minacciò Fred.
- Credi che ve lo lascerò fare, Weasley? - ribatté Ginevra, con sguardo di sfida.
Prima che uno dei due gemelli potesse risponderle la porta dello scompartimento si aprì e un ragazzo dai capelli bruni e arruffati e occhi verde smeraldo dietro degli occhiali rotondi, cercava di sollevare il suo bagaglio che continuava a cadergli sul piede.
- Vi dispiace se mi metto qui con voi? - chiese il ragazzo, un po' timido.
Ginevra gli sorrise e annuì.
Fred e George aiutarono il ragazzo a sistemare il bagaglio nello scompartimento. Cosa alquanto notevole, secondo la ragazza. Conosceva quei due fin da quando erano bambini e in tutti quegli anni era raro vedergli fare qualcosa di altruista.
- Grazie - disse il ragazzino ai gemelli allontanandosi dagli occhi i capelli madidi di sudore.
A Ginevra bastò un attimo per notare quella strana cicatrice che aveva sulla fronte e prima che potesse rendersene conto esclamò a gran voce: - Tu sei Harry Potter!
Harry si voltò verso di lei e la guardò sorpreso, convinto di averla già vista da qualche parte. Ma come poteva? Non conosceva nessun mago oltre ad Hagrid!
Fred e George presero a studiarlo e notarono la cicatrice a forma di saetta.
- È proprio lui - esclamò George.
- Cavolo! - disse Fred, guardando Harry a bocca aperta.
Harry non sapeva cosa dire, non era mai stato al centro dell'attenzione fino ad ora.
Ginevra vide arrossire il bambino sopravvissuto e a quel punto capì il guaio che aveva combinato.
Mettere in imbarazzo colui che ha salvato il mondo magico? Fatto!
Prossimo obbiettivo? Trovare qualcos'altro da fare di tremendamente stupido.
Non sapeva come scusarsi ma pensò che distogliere l'attenzione di quei due idioti dei suoi amici da Harry sarebbe stato un buon inizio.
- Io sono Ginevra Black.
Gli tese la mano e Harry la strinse volentieri.
- Piacere di conoscerti.
- E questi due sono Fred e George Weasley - disse Ginevra dando una gomitata nelle costole a George che a sua volta colpì il gemello.
- Scusa per come abbiamo reagito, il fatto è che... - George cercò le parole giuste da usare, ma Fred lo interruppe.
- Tu sei Harry Potter! - esclamò e a quel punto Ginevra si diede una manata sulla fronte.
- Già - mormorò Harry, scompigliandosi i capelli. - Credo che dovrò farci l'abitudine.
- Noi... andiamo a cercare Ron - disse George e, con un'ultima occhiata a Harry, uscì dallo scompartimento insieme al fratello.
Harry si sedette accanto a Ginevra, chiedendosi dove l'avesse già vista. Eppure non doveva essere difficile riconoscerla: lunghi capelli corvini, occhi castani con una sfumatura particolare di verde, pelle bianca come la neve e labbra rosse che formarono un dolce sorriso rassicurante che la rendevano davvero carina. Quei dettagli, però, gli ricordavano qualcosa. Ma cosa?
- Scusami ma... ci siamo già incontrati? - le chiese, incerto.
- No, non credo - rispose lei, sorridendogli. - Lo saprei se avessi già incontrato il grande Harry Potter... scusa. L'ho rifatto, vero? - aggiunse dandosi mentalmente della stupida.
Harry rise.
- Non fa niente - la rassicurò e Ginevra sospirò, sollevata.
Si udì un fischio e il treno si mosse.
La porta dello scompartimento si aprì di nuovo ed entrò un ragazzino dai capelli rossi, che sorrise speranzoso alla ragazza.
- Posso sedermi qui, Gin? Il treno è tutto occupato.
- Dai, entra - disse Ginevra, dopodiché presentò i due ragazzi con un gesto disinvolto della mano e un sorriso obliquo. - Ron, Harry... Harry, Ron.
- Quindi sei veramente Harry Potter? - iniziò a balbettare il rosso.
Harry annuì.
- Oh... be', pensavo che fosse uno degli scherzi di Fred e George - disse Ron. - E hai veramente... voglio dire...
E così dicendo indicò la fronte di Harry.
Harry si scostò la frangia per mostrare la cicatrice e Ron la guardò fisso fisso.
- Allora è lì che Tu-Sai-Chi...?
Ginevra lo fulminò con lo sguardo.
- Sì - rispose Harry. - Ma non ricordo niente.
- Proprio niente? - chiese Ron tutto interessato.
- Be'... ricordo una gran luce verde e nient'altro.
- Wow! - esclamò il rosso. Stava per fargli altre domande ma Ginevra gli rivolse un'occhiata che lo fece ammutolire.
- Da quanto vi conoscete voi due? - chiese Harry che ricambiava Ron dello stesso interesse che prima aveva per lui.
- Fin da quando portavamo il pannolino, credo - rispose Ginevra, pensosa, per poi scoppiare a ridere.
- Siamo vicini di casa - continuò Ron.
- E nelle vostre famiglie siete tutti maghi?
- Be', mio zio è babbano dalla nascita, mentre il resto della mia famiglia è purosangue - disse Ginevra.
Parlarono del più e del meno e di quello che si aspettavano dalla nuova scuola fino a quando una ragazza dai folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi fece capolino alla loro porta.
- Qualcuno di voi ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville lo ha perso.
- No - rispose Ron.
- Se vuoi ti aiuto a cercarlo - le propose Ginevra.
- Te ne sarei eternamente grata - disse la riccia. Erano ore che cercava quel rospo senza trovarlo e finalmente qualcuno le offriva aiuto.
Ginevra le si avvicinò e le porse la mano, presentandosi.
La riccia la strinse. - Io sono Hermione Granger.
- Piacere di conoscerti - le rispose e, dopo aver presentato Hermione a Ron e Harry,uscirono dallo scompartimento.

Ginevra chiese ad ogni ragazzino che incontrava del rospo, ma niente. Nessuno lo aveva visto. Dopo pochi minuti sbatté contro qualcuno e cadde a terra.
- Ti sei fatta male?
- No, è tutto okay - biascicò lei, alzando lo sguardo verso la mano che stringeva la sua e che la aiutava a rimettersi in piedi.
- Mi dispiace, non guardavo dove andavo. Sicura che non ti sei fatta male? - le chiese il ragazzo, mortificato. Aveva spinto una del primo anno per scappare dai suoi amici che volevano obbligarlo a fare quel gioco stupido! Che idiota.
- Sì, sicurissima, tranquillo - Ginevra alzò lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi marrone chiaro. Rimase folgorata dalla bellezza di quel ragazzo, tanto che quando le sorrise si sentì il volto in fiamme e iniziò a balbettare. - Hai... Hai visto un rospo? Un ragazzo lo ha perso.

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