Dopo aver parlato per ore delle loro vacanze estive, Cedric e Ginevra si addormentarono uno accanto all'altra.
Poco dopo il treno prese a rallentare, perdendo velocità, ma i due non se ne accorsero. Alcuni ragazzi uscirono dai loro scompartimenti chiedendosi cosa stesse accadendo.
In quel preciso istante il treno si arrestò con uno scossone, svegliando i due ragazzi.
- Che cosa succede? - si allarmò Ginevra.
- Non lo so... - disse Cedric e in quel momento le luci all'interno dello scompartimento si spensero.
Il vetro del finestrino si appannò per poi ghiacciarsi all'improvviso. Un freddo intenso li avvolse e Cedric circondò le spalle di Ginevra in un abbraccio protettivo.
La porta dello scompartimento li divideva da inquietanti figure incappucciate che avanzavano lungo il corridoio.
Ginevra si paralizzò all'istante quando riconobbe i Dissennatori e Cedric si premurò di sussurrarle che doveva mantenere la calma. Se solo l'avessero attaccata, lui l'avrebbe protetta a qualunque costo.
Un Dissennatore volse il capo verso lo scompartimento e per un attimo parve accorgersi della loro presenza ma poco dopo si allontanò, seguendo gli altri.
Ginevra cercava di placare una crisi di pianto pronta ad esplodere. Non era stata in grado di apparire forte o coraggiosa. Ma cosa avrebbe potuto fare, in fondo?
Un'immensa luce argentea inondò i corridoi del treno e i pochi Dissennatori che lo occupavano scapparono via.
- Non c'è più pericolo, adesso - le sussurrò Cedric.
Ginevra non disse nulla, si limitò a spostare lo sguardo verso il finestrino non più ghiacciato.
Lei non si era accorta che aveva preso a tremare, non solo per la paura ma anche per la rabbia. Era rimasta lì, immobile davanti al pericolo come una stupida!
- Che ti prende? - le chiese Cedric preoccupato, mantenendo il tono di voce basso.
- Sono un'idiota - disse lei stringendo i pugni.
- Ehi, non dire così - Cedric le sollevò dolcemente il mento e la guardò dritto negli occhi. - Non hai fatto niente...
- Esatto - lo interruppe lei. - Non ho fatto niente. Sono rimasta immobile! Avrei voluto...
- Avresti voluto fare qualcosa?
- Sì. Ma non ci sarei riuscita comunque - si rammaricò. - Non sono in grado di evocare un Patronus!
- Se vuoi... posso insegnartelo io - propose il ragazzo e gli occhi di Ginevra si illuminarono.
- Lo faresti?
Cedric annuì e la strinse a sé, baciandole il capo. - A patto che tu ti rilassi, però.
- Grazie, Ced - sospirò lei, un po' più tranquilla.
Entrambi rivolsero la loro attenzione ai loro riflessi nel finestrino, fuori aveva iniziato a piovere ma Ginevra non se ne accorse. Dei pensieri confusi inondavano la sua mente, tutti in una volta: Chi aveva mandato via i Dissennatori? Perché erano sul treno? Perché le batteva forte il cuore? Forse a causa di Cedric... oppure era ancora spaventata?
Una volta arrivati a Hogsmeade si misero a correre verso le carrozze, a causa della forte pioggia, e salirono sulla prima che videro.
Raggiunta la Sala Grande, Cedric non voleva separarsi da lei. Era preoccupato e spaventato all'idea di lasciarla da sola.
- Sicura di star bene? - le chiese, ancora indeciso se lasciarle la mano.
- Sì, stai tranquillo, Ced - lo rassicurò sorridendo.
Era certa che le sue guance andassero a fuoco.
Cedric non si era mai comportato in quel modo e lei non sapeva cosa fare! Non voleva crearsi dei castelli in aria per poi restarne delusa.
Con riluttanza, da parte di entrambi, si separarono e raggiunsero i loro tavoli.
Ginevra si sedette accanto a Draco che stava parlando animatamente con Theodore e Blaise.
- Ehi, principessa! - la salutò Theodore. - Hai sentito l'ultima?
- Non dirmi che ti sei dichiarato a mio cugino, perché non lo sopporterei! - scherzò lei e dall'espressione del ragazzo poté constatare che stesse ricevendo una marea di insulti poco gentili.
- Non preoccuparti - ghignò Theodore. - Lo so che mi ami.
- Sogna pure, Nott - sospirò lei. - Avanti, cosa mi sono persa?
- Potter è svenuto - disse Blaise gongolante.
- Sta bene? Cosa è successo? Perché è svenuto?
- Ehi, perché ti importa tanto se San Potter è incolume o meno? - disse Draco guardando la ragazza, che cercava con lo sguardo il Grifondoro.
- Be', è mio amico. Mi sarei preoccupata anche per voi se vi fosse successa la stessa cosa! - rispose Ginevra con tono che non ammetteva repliche. - Allora? Cosa è successo?
- Non lo sappiamo con esattezza, ma sembra che poco prima che i Dissennatori andassero via, Potter sia svenuto - spiegò Blaise.
- E voi sapete chi li ha mandati via?
- Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure - disse Draco annoiato, giocando con una forchetta e a quel punto la conversazione finì.
Ginevra aspettava che Harry facesse il suo ingresso. Spostò la traiettoria verso il tavolo degli insegnanti per cercare di vedere un volto nuovo, ma non lo trovò.
Quando vide Harry e Hermione entrare nella Sala Grande, riuscì a placare quella piccola ansia che provava per il ragazzo.
Durante lo smistamento delle matricole, Ginevra si sentiva osservata da una moltitudine di occhi pressanti.
Ovunque si girasse vedeva alcuni studenti bisbigliare tra loro e additarla come se avesse fatto qualcosa di orribile.
- Perché tutti mi guardano così? - mormorò al cugino.
Draco si irrigidì all'improvviso. Guardò la ragazza indeciso se parlare o meno, ma sotto lo sguardo confuso di lei dovette cedere. - Tuo padre... tuo padre è evaso da Azkaban.
La ragazza prese le sembianze di un blocco di ghiaccio.
Non era a conoscenza degli ultimi eventi del mondo magico. Lei e Hermione si erano divertite così tanto quell'estate che non le era neanche passato per la mente di informarsi sulle ultime notizie.
Suo padre.
Suo padre era evaso.
Draco le mise una mano sulla spalla, sentendosi un po' in colpa. Non avrebbe dovuto darle una notizia di quel calibro in quel modo.
Vedendo il suo viso privo di espressione non riuscì a capire se l'avesse sconvolta. Provò ad attirare la sua attenzione chiamandola con voce bassa, ma lei non reagiva. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma l'ombra di un sorriso si stava facendo strada sul suo volto.
Era evaso.
Draco iniziava davvero a preoccuparsi ma quando Silente annunciò il nome del nuovo professore, Ginevra parve destarsi dal suo stato catatonico.
- Ha detto Lupin? - disse lanciando un'occhiata al tavolo degli insegnanti, estendendo il suo sorriso non appena vide l'uomo.
Dire che Draco era confuso era poco. In quel momento la ragazza gli fece quasi paura.
- Ehm... tutto bene? - le chiese esitante.
- Sì - disse lei senza abbandonare il sorriso.
Il professor Lupin le sorrise amabile e le fece un piccolo cenno con la mano quando incrociò il suo sguardo.
- Lo conosci? - chiese Draco ancora più confuso.
- È il mio padrino - disse mentre ricambiava il saluto dell'uomo.
Secondo Draco, era ormai ufficiale che la cugina fosse strana. O forse era lui quello strano?!
Il preside attirò l'attenzione dei due Serpeverde, iniziando a parlare di cose più inquietanti. - Su richiesta del Ministero della Magia... Hogwarts, almeno fino a nuovo avviso, ospiterà i Dissennatori di Azkaban finché Sirius Black non verrà catturato.
Si interruppe, la sala fu percossa da sussurri e la maggior parte delle teste si voltarono verso Ginevra che sembrava indifferente alla cosa, ma dentro di sé bruciava l'istinto di urlare contro tutti quelli che la stavano fissando in malo modo.
Non era colpa sua se suo padre era evaso! Non era colpa sua se loro erano delle pecore che credevano ad ogni bugia che il Ministero inventava!
Per lei suo padre non era mai stato un assassino e la sua era una certezza. Non accettava di sentire il contrario, perché sapeva che quello che dicevano tutti gli altri su di lui, erano solo bugie. Sentiva la sua mancanza, da troppo tempo ormai e non vedeva l'ora di riabbracciarlo e dirgli quanto gli voleva bene.
Finito il discorso di Silente, gli studenti incominciarono a mangiare tutte le pietanze presenti sui loro tavoli. La sala risuonava di chiacchiere, risate e il tintinnio di coltelli e forchette.
Quando gli ultimi bocconi di torta di zucca furono spariti da ogni piatto d'oro, Silente annunciò che era ora di andare a dormire.
- Black! - la chiamò il Caposcuola di Serpeverde, Marcus Flint. - Silente ti vuole nel suo ufficio tra dieci minuti.
- D'accordo. Ti ringrazio, Flint - disse Ginevra. Stava quasi per uscire dalla Sala Grande ma il ragazzo la fermò e, tirandola per il polso, la avvicinò a sé, sussurrandole all'orecchio: - La parola d'ordine è Zuccotti di Zucca - disse. - Buona fortuna, bambolina.
Ginevra ne rimase spiazzata e disgustata, certa che Flint le avesse odorato i capelli prima di lasciarla andare.
- Che voleva? - le chiese Blaise andandole incontro.
- Silente mi vuole parlare - spiegò brevemente. - Ci vediamo dopo.
E detto questo, si incamminò verso l'ufficio del preside.
Mentre avanzava lungo il corridoio, per la seconda volta dopo poche settimane, si sentì seguita. Ormai aveva rinunciato a voltarsi per vedere chi fosse, doveva convivere con quella sensazione per chissà quanto tempo... si era stancata di non trovare nessuno!
- Zuccotti di Zucca! - disse al gargoyle che prese vita balzando di lato, permettendole di varcare l'apertura e salire il primo gradino della scala a chiocciola di pietra; che importava se era in anticipo?
Una volta arrivata in cima si accorse che la porta era accostata e la luce della stanza si riversava all'esterno.
Era a tre passi dalla maniglia quando sentì delle voci provenire dall'interno dell'ufficio. Silente aveva fatto una domanda e una voce, che Ginevra associò a quella del suo padrino Remus Lupin, stava dicendo: - ... preoccupato per Ginevra.
Quest'ultima si bloccò.
Sapeva che non avrebbe dovuto origliare, ma la curiosità la stava divorando e così decise di accostarsi ancora di più.
- Deve sapere la verità - stava dicendo Remus. - Peggioreremo solo le cose se continua a restarne all'oscuro.
- Hai ragione ma rischierebbe uno shock, se lo venisse a sapere - rispose Silente con voce calma. - Non sarebbe una buona idea dirle che sua madre si era sposata con un altro uomo e che ha un fratello! Sapere che suo padre è evaso mi sembra già sufficiente.
- Avrebbe sicuramente un trauma, questo è vero, ma rimango dell'idea che sia ingiusto che le sia stata nascosta anche la sua vera età! - la voce di Remus aumentò così tanto da gridare. - Il tuo piano è folle!
- Lo ammetto - disse Silente. - È folle voler salvare qualcuno privandolo della verità, ma ho le mie ragioni.
- E qual è la ragione per cui non hai ancora detto né a Ginevra né a Harry che sono fratelli?!
Ginevra appoggiò la sua mano alla porta di quercia facendola aprire.
Remus rimase paralizzato non appena vide i suoi occhi colmi di lacrime.
- C'è altro che devo sapere? - chiese lei con tono calmo e glaciale.
Silente non sembrava sorpreso di vederla lì, sapeva che stava ascoltando la loro conversazione.
- Ginevra... io posso spiegare - Remus si avvicinò con calma alla ragazza che entrò nella stanza, in attesa che fosse Silente a parlare.
Non ci volle molto per capire che il preside aveva organizzato tutto quel teatrino.
Silente sorrise nonostante la ragazza lo stesse incenerendo con lo sguardo. - Oh, c'è molto che devi sapere, Ginevra. Ma sarebbe meglio se il tuo fratellastro non lo venisse a sapere, per adesso.
Ginevra associò immediatamente quelle parole a Harry con un groppo alla gola.
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Secrets《THE BLACK CHRONICLES》
Fanfiction🏆#2 nella lista Fanfiction Harry Potter al concorso 𒊹|🦋Butterfly Contest🦋|𒊹 di giulia__melis - 31/01/2021 ATTENZIONE! Questa storia è adatta ad ogni fascia di età. Può contenere tematiche dolorose (morte, separazioni, sofferenze...). ...