Capitolo 17 - AMORE FRATERNO

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Nei giorni seguenti, a scuola non si parlò d'altro che di Sirius Black. Le teorie su come fosse riuscito a penetrare nel castello aumentarono, diventando sempre più improbabili, fino ad accusare Ginevra di averlo aiutato. 

La tela strappata della Signora Grassa era stata staccata dalla parete e sostituita con il ritratto di Sir Cadogan e del suo grosso pony grigio. Di certo, la sua presenza non era una delle migliori. Sir Cadogan non faceva altro che sfidare gli studenti a duello e inventare complicate parole d'ordine che cambiava almeno due volte al giorno.
Ma c'era qualcos'altro a distrarre i Grifondoro da quello che era successo negli ultimi tempi: la prima partita del campionato di Quidditch.
La squadra si allenava più decisa che mai, sotto l'occhio vigile di Madama Bumb. Ginevra decise di non perdersi neanche un allenamento della squadra per paura che il suo fratellino si facesse del male.
Era strano provare tutto quell'affetto per Harry di punto in bianco, ma lei pensava che fosse una cosa normale...
Quando era piccola e giocava in giardino con la scopa di suo zio Ted, Nymphadora non smetteva di volarle accanto, temendo che potesse cadere o fare qualcosa di stupido.
Evidentemente le aveva trasmesso la stessa prudenza e il suo essere apprensiva. Ma non riusciva a capire se quello fosse un bene o un male.
Il giorno prima della partita, il vento prese ad ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Ginevra e i gemelli Weasley erano in ritardo per la lezione di Pozioni, perché avevano avuto la brillante idea di infilare delle Pallottole Puzzole nell'ufficio di Gazza, per festeggiare la loro riconciliazione.
In seguito alla notte di Halloween, Fred e George misero da parte la loro stupida gelosia e si riavvicinarono alla loro amica, che in quel momento aveva bisogno di loro più di chiunque altro.
Quando raggiunsero l'aula di Pozioni, Fred aprì la porta e i tre ragazzi sfrecciarono dentro.
- Ci scusi, professor Piton... - ansimò George.
- La lezione è cominciata dieci minuti fa, Weasley. Suppongo che dovremo togliere venti punti a Grifondoro - disse il tenebroso professore. - Sedetevi!
Obbedirono e, data l'assenza di posti, Ginevra condivideva lo stesso banco di Fred e George.
Il professor Piton riprese la lezione e chiese ai suoi studenti cosa ribollisse nei calderoni. Ovviamente nessuno osò aprir bocca, timorosi di dare la risposta sbagliata, ma Ginevra alzò la mano.
Con un po' di riluttanza il professore le diede il permesso di parlare. Se fosse stato possibile, lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ignorarla.
Nonostante Ginevra fosse una delle studentesse migliori del suo corso, non riusciva a tollerare la sua presenza perché nei suoi modi di fare vedeva una piccola parte della sua Lily e questo lo distruggeva.
La ragazza si avvicinò al calderone e iniziò a decantare ogni particolarità del Veritaserum, una pozione incolore e inodore che costringeva colui che la beveva a dire la verità.
Sul volto del professore apparve un sorriso storto e le chiese di descrivere la pozione successiva.
Lei la riconobbe subito dalla luminosità madreperlacea che emanava e dal vapore, che saliva in caratteristiche spirali.
- È Amortentia... il filtro d'amore più potente del mondo - rispose. - Dovrebbe avere un odore diverso per ognuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae.
Per un attimo trattenne il respiro quando l'aroma del rosmarino le invase le narici, come per cercare di trattenerlo il più possibile... era il profumo di suo padre.
Poi, il contrasto del miele e del cioccolato che collegò ai momenti dolci e divertenti con Cedric e i gemelli.
E infine la pioggia, che le ricordò quelle serate della sua infanzia nelle quali, approfittando di un temporale o delle cene tra i Tonks e i Weasley, dormivano tutti insieme.
Sentì le sue guance andare a fuoco quando si accorse che Piton la stava scrutando con un sorrisetto divertito.
Era entrato nella sua testa con estrema facilità.
Ginevra lo guardò dritto negli occhi e issò un muro immaginario nella sua mente, così da impedirgli di invaderla una seconda volta.
Di certo lui non si aspettava una cosa del genere da una ragazzina di quindici anni, ma non lasciò trasparire alcuna emozione.
- Molto bene - disse il professore con voce strascinata e la congedò. - Dieci punti a Grifondoro - aggiunse poi, con una piccola smorfia.
Ginevra tornò al suo posto un po' risentita dal comportamento dell'insegnante. Adesso capiva il perché fosse tanto odiato dagli studenti.
"Brutto pipistrello ambulante", ringhiò una vocina dentro di sé.

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