Capitolo 15 - C'ERA UNA VOLTA... ?

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Non appena entrò in classe Ginevra venne subito accolta dalla professoressa Charity Burbage, la quale sprizzava allegria da tutti i pori. 

- Cara, benvenuta nella mia classe. Non preoccuparti per il programma, sono sicura che recupererai in fretta - disse sorridendole dolcemente, poi guardò i posti a sedere. - Il tuo posto è vicino al signor Jordan.
Dopo averla ringraziata, la ragazza andò a sedersi accanto a Lee, un amico dei gemelli Weasley.
Notò che la lezione si sarebbe svolta con i Tassorosso e incrociò lo sguardo si Cedric, che la salutò con un sorriso smagliante.
Quando tutti presero posto, la professoressa Burbage cominciò a spiegare la lezione del giorno.
- Bene, chi di voi sa com'è costruita una storia? - chiese, ma nessuno rispose. - Coraggio, ne abbiamo parlato la settimana scorsa! Nessuno di voi si ricorda niente?
Nemmeno uno degli studenti osò dire una parola.
Ginevra non sapeva se alzare la mano o no, alla fine scelse di rispondere alla domanda.
- Sì, signorina Black? - la Burbage sembrò stupita di vedere proprio la sua mano alzarsi.
- Un testo narrativo racconta una serie di avvenimenti che coinvolgono vari personaggi; l'insieme di questi avvenimenti costituisce la trama della storia. In relazione agli effetti che l'autore vuole ottenere sul lettore, è fondamentale l'inizio del racconto che deve introdurre la vicenda in modo da "catturare" sin da subito l'attenzione di chi legge. I modi per iniziare un racconto sono molteplici. In alcuni casi vengono presentati i personaggi.
- Eccellente, dieci punti a Grifonforo! - disse la professoressa.
- Come hai fatto? - chiese Lee a Ginevra.
- Mi piace leggere e assimilare ogni argomento interessante - rispose lei abbozzando un sorriso.
- Spero che riuscirete a ricordarlo, dato che la signorina Black ha esposto l'argomento con precisione - disse la Burbage. - E ora, passiamo avanti. Oggi parleremo di fiabe. Qualcuno di voi ne conosce una?
Lee alzò la mano e l'insegnante gli diede la parola.
- Baba Raba e il ceppo ghignante, lo stregone dal cuore peloso... - rispose il ragazzo, come se quella fosse la cosa più ovvia al mondo, e alcuni ridacchiarono.
- Signor Jordan, lei sa dove si trova in questo momento? - chiese la professoressa divertita.
- A lezione di Babbanologia? - rispose confuso.
- Allora dovrebbe aver capito che intendevo fiabe babbane, giusto?
- Oooh, è vero! - esclamò Lee dandosi una manata sulla fronte e Ginevra cercò di sopprimere le risate.
- Qualcun'altro? - l'insegnante girava tra i banchi e i suoi occhi saettarono verso i gemelli, che parlavano dei fatti loro. - A quanto pare, sceglierò io. Signor Weasley?
- Sì? - dissero i gemelli.
- Signor... Fred Weasley, sarebbe così gentile da dirmi il titolo di una fiaba babbana di sua conoscenza?
I gemelli si scambiarono un'occhiata e George si stiracchiò comodamente sulla sedia, evitando di essere interpellato dall'insegnante.
Fred lo fulminò con lo sguardo, dopodiché rispose alla domanda. - Be', c'è quella della ragazza che vive con i nani e poi muore, ma viene risvegliata dal principe o cose del genere - snocciolò qua e là e istintivamente rivolse un'occhiata furtiva a Ginevra.
- Intende Biancaneve e i sette nani, signor Weasley?
- Esattamente.
L'insegnante mormorò qualcosa tra sé e sé continuando a camminare tra i banchi. - Mi è venuta un'idea, ragazzi! Visto che non riuscite a memorizzare o ricordare ciò che vi insegno, imparerete la parte! - disse assumendo un'espressione malefica.
- Che intende dire, professoressa? - chiese una ragazza di Tassorosso.
- Intendo dire che a partire da oggi inizierete a studiare una fiaba, per poi portarla in classe.
Ci fu un leggero borbottio che poteva essere interpretato come entusiasmo o di diniego, ma la Burbage sembrò non curarsene più di tanto intenta com'era a mischiare dei foglietti con su scritto il personaggio per ogni studente, cosicché fosse stata la sorte a scegliere.
Tutti i ragazzi si avvicinarono alla cattedra e presero un bigliettino.
L'aula venne invasa dal ronzio delle loro voci, curiosi si scoprire il ruolo altrui.
Sul bigliettino di Ginevra c'era scritto: Biancaneve.
Si avvicinò ai gemelli che si prendevano in giro per i ruoli a loro assegnati. - Qual'è il tuo personaggio? - le chiesero e Fred le sfilò il bigliettino dalle mani ancor prima di ricevere una risposta.
- Be', se vuoi il mio parere... non siete tanto diverse - commentò George con un sorriso.
- Intendi dire che sono una svampita come Biancaneve? - chiese lei con sarcasmo.
- Ho sentito bene? Tu sarai Biancaneve? - urlò Angelina Johnson.
Ginevra non trovò di che rispondere per l'imbarazzo, dato che la voce squillante della ragazza aveva attirato l'attenzione di molti su di sé.
- Magnifico! - esclamò la Burbage battendo le mani per l'eccitazione. - Abbiamo la nostra Biancaneve e il nostro principe - sorrise al ragazzo al suo fianco.
- Perfetto - borbottò una Tassorosso con acidità, perché il "principe" era Cedric.
Finita la lezione Ginevra e i gemelli si recarono a Trasfigurazione, senza proferir parola. E dire che erano arrabbiati era un eufemismo.
La Burbage aveva consegnato ad ognuno il testo della fiaba su cui basarsi e, alla fine della storia, Biancaneve veniva risvegliata del suo sonno mortale dal bacio del principe.
Solo l'idea di baciare Cedric mandava Ginevra in confusione. Fred e George avrebbero aizzato Pix contro l'insegnante, se solo avesse permesso quel bacio.
- Quale personaggio interpreterete voi? - chiese la ragazza rompendo il silenzio che aleggiava.
- Io sono il cacciatore, Fred sarà il narratore e lo specchio - disse George.
- Scommetto che sei felice, vero? - Fred le rivolse uno sguardo torvo.
- Per cosa? - chiese lei confusa.
- Oh, andiamo, Black! Si vede benissimo che non vedi l'ora di baciare "il grande Cedric Diggory"!
- Io non vedo l'ora di baciare nessuno - rispose indignata.
- Sì, come no. Sei come tutte le altre - disse senza dare ascolto al gemello che cercava di farlo tacere. - Ora dici così, ma chissà cosa stai pensando di fare con quel Tassorosso non appena ne avrai l'occasione.
Gli occhi di Ginevra minacciavano di lacrimare, ma lasciò che la sua mano destra colpisse la guancia del ragazzo.
- Non ti azzardare mai più a parlarmi così, Weasley - sibilò per poi allontanarsi il più possibile da lui.
Per tutta la durata delle lezioni, entrambi vennero divorati dal rimorso. Nessuno dei due aveva intenzione di cedere per primo chiedendo scusa, orgogliosi fino al midollo com'erano.
Furono in molti a notare l'umore dei due ragazzi e quando Ron chiese chi fosse stato l'artefice dello stato di Fred, Ginevra uscì dalla sala comune ancor prima di sentire la risposta.
Era sulla riva del Lago Nero, appoggiata al tronco di un albero, assorta nei suoi pensieri. Sentiva il bisogno di piangere, sfogarsi, ma doveva essere forte.
"Tu non sei debole. Sei una Black" si ripeteva.
Fissò il velo dell'acqua finché non avvertì un'altra presenza al suo fianco, che la fece sussultare.
Un grosso cane nero le era accanto e iniziò a guardarla. La sua lingua penzolava di lato e la sua coda iniziò a scodinzolare.
Ginevra gli sorrise e lui avvicinò la sua testa permettendole di accarezzarlo.
Il cane sembrò rilassarsi sotto il suo tocco, provocandole una strana emozione. Quando incrociò i suoi occhi rimase interdetta: erano di un grigio intenso.
Un sorriso spontaneo si estese sul suo volto.
Era lui.
- Ciao - la sua voce tremava per l'emozione.
- Tesoro, resta qui. - Quella voce divenne un'eco nella sua mente. Le era bastato chiudere gli occhi per rivedere l'ultimo ricordo di suo padre.
Il suo volto era corrucciato. - Non ti muovere per nessuna ragione al mondo, hai capito? - le aveva detto e poco prima di allontanarsi le lasciò un bacio sulla fronte, promettendo di tornare subito da lei.
Quando riaprì gli occhi sorrise al cane nero dinnanzi a lei e lasciò che una lacrima sfuggisse al suo controllo. - Mi manchi... - sussurrò e il cane le leccò la mano per poi accucciarsi accanto a lei.

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