Capitolo 23 - QUANDO LE CERTEZZE SVANISCONO...

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La sera del ballo era arrivata e George si comportava come una ragazzina al suo primo appuntamento. Non faceva altro che agitarsi e sistemarsi l'abito da cerimonia, controllare i capelli, controllare di aver messo i pantaloni -almeno tre volte al minuto- e a guardare in continuazione la scalinata dell'Ingresso, in attesa della sua dama.

- Ti vuoi calmare, principessa? Sei bellissima! - ghignò il suo gemello e George gli lanciò uno sguardo truce.
- Ti rendi conto che ti sei dato della principessa anche tu? - disse distendendo i nervi in un sorriso.
- Almeno sono bellissima.
George scosse la testa e ricominciò a guardare la scalinata con un ansia e trepidazione degne di Molly Weasley.
- Eccoti qui! - Una ragazza si appese al braccio di George. Lui si voltò di scatto e vide Angelina, sorridergli.
- Beh? Che aspetti? Io sono qui. Andiamo! - esclamò tirandolo per il braccio.
- Angelina, io sono George non Fred - disse liberandosi dalla sua presa salda e dolorosa.
A quella rivelazione la ragazza spalancò gli occhi per poi aggrapparsi come la piovra gigante a Fred.
Harry arrivò poco dopo, fermandosi accanto a loro. I gemelli erano felici che la loro sorellina andasse al ballo con lui. Lo trovavano un bravo ragazzo, affidabile, gentile...
'Colui che avrebbe sverginato le labbra di mia sorella entro la fine della serata...'
In poche parole se le torceva un solo capello, il povero Harry si poteva ritenere un uomo morto.
- Dov'è Ronnie? - gli chiese Fred, servendo alla sua accompagnatrice un sorriso tirato.
- Di sopra - sbuffò Harry. - Sta cercando di migliorare il suo vestito.
- Il meraviglioso vestito che mamma gli ha inviato? - chiese George con un ghigno malefico pronunciato e Harry annuì ridacchiando.
In realtà, Ron aveva ricevuto due abiti da cerimonia, proprio come i suoi fratelli. Uno dalla madre e l'altro da parte dei fratelli maggiori. Però, Ginevra trovò divertente consegnargli quello più originale.
- Wow - sussurrò Harry.
I gemelli volsero lo sguardo verso la scalinata.
Lì c'era la piccola Weasley. Bellissima nel suo lungo vestito lilla e i suoi capelli rossi liberi sulle spalle nude.
'Forse è un po' troppo leggero', commentò Fred pensieroso.
George rimase quasi senza fiato dalla bellezza che si presentava alle spalle di sua sorella. I polmoni gli si svuotarono improvvisamente e si ritrovò a fissare l'inizio della scalinata a bocca aperta, senza parole.
Ginevra era semplicemente meravigliosa.
Aveva un abito rosso che faceva risaltare la sua bellezza, i morbidi capelli neri ricadevano su una spalla. Era leggermente truccata e il suo viso sembrava di porcellana fine. Il corpetto era aderente e fasciava alla perfezione la sua figura snella, con una scollatura a cuore.
Scendeva le scale con molta grazia ed eleganza.
Quando raggiunse George sorrise serafica e lui rimase imbambolato, come un'idiota.
- Non è un po' troppo scollato questo vestito? - commentò Harry.
- Non sai dirmi nient'altro? - chiese lei divertita.
- Sei splendida - disse George a Ginevra.
Le guance di lei si imporporarono leggermente.
- Grazie - mormorò in risposta.
La risata fragorosa di Fred li fece voltare, dando la possibilità di vedere la vittima del loro piccolo scherzo della serata: Ron.
- Come sei elegante, Ronnie - Ginevra rise di cuore e nessuno poteva darle torto.
Ron indossava un lungo abito di velluto marrone, ricco di pizzi attorno al collo e polsini.
- Dove li avete presi? - esclamò il diretto interessato indicando i suoi fratelli, con dito accusatorio.
- Ce li hanno comprati Bill e Charlie - disse Fred, gonfiandosi il petto.
- Sono perfetti - mugugnò Ron.
- Sappiamo di esserlo - ghignò Fred.
Ginevra mascherò la sua risata con un colpo di tosse; o almeno ci provò. - Io credo che il tuo sia più tradizionale - commentò, assumendo un aria sicura di sé e altamente convincente che stupì sia Fred che George.
- Tradizionale? Questo è antico! Sembro la mia prozia Tessy! - si lamentò Ron.
- E puzzi come la prozia Tessy - esclamarono i gemelli, scatenando le risa dei presenti.
Poco prima che entrassero tutti nella Sala Grande, li raggiunsero Draco e una ragazza molto carina.
Ad alcuni di loro servì un po' di tempo per riconoscerla e quando capirono chi fosse stavano per svenire.
- Sei veramente bellissima, Hermione - esclamò Angelina.
Impossibile.
Quella ragazza non assomigliava affatto a Hermione Granger. I capelli erano completamente diversi dal solito; non erano più cespugliosi, ma erano ben pettinati, lucidi e raccolti elegantemente. Con quel vestito di seta vaporoso era impossibile riconoscerla, dato che non l'avevano mai vista con qualcosa addosso che la rendesse più femminile.
- Sono un ragazzo fortunato - disse Draco, cingendole un braccio attorno alla vita, con un sorriso dolce. (Nessuno avrebbe mai pensato di associare quella parola a Draco Malfoy, quindi la novità li lasciò sorpresi).
Hermione arrossì ma sorrise al ragazzo.
- Vorresti dirmi che è lui che ti ha invitato? - sbottò Ron, scoccando ad Hermione un'occhiata fulminante.
Lei lo guardò sorpresa. Ginevra, invece, lo trapassò con un'occhiata di rimprovero che lui cercò di ignorare.
- Cosa te lo ha fatto capire, Weasley? - lo sfotté Draco.
In risposta, Ron, arrossì.
I gemelli soppressero un ghigno.
Il ballo si teneva nella Sala Grande. L'orchestra, guidata dal professore di Incantesimi, era su una piattaforma sopraelevata lungo la parete destra. Le pareti della sala erano tutte coperte di brina d'argento scintillante, con centinaia di ghirlande di edera e vischio che s'incrociavano attraverso il nero soffitto stellato.
Quando entrarono nella Sala Grande, Draco e Hermione furono sotto gli occhi di tutti. C'era chi si stava strozzando con il succo di zucca, chi strabuzzava gli occhi e chi lanciava occhiate di fuoco alla povera Hermione.
Una volta che tutti gli studenti si furono sistemati al suo interno, i campioni e i loro accompagnatori entrarono. Tutti applaudirono al loro passaggio. Fred e George, invece, fischiarono con approvazione verso Harry e Ginny, venendo subito richiamati dalla professoressa McGranitt.
I campioni avanzarono sulla pista da ballo e iniziarono a volteggiare sulle note di un lento, e pian piano anche gli altri studenti si unirono a loro.
La coppia del momento era sicuramente quella di Draco e Hermione. Mentre ballavano, gli altri studenti li guardavano e bisbigliavano ma le loro voci suonavano distanti e distorte, alle loro orecchie.
Alcuni si avvicinarono alla zona rinfresco, dove Lee Jordan fischiettava contento versando il succo di zucca nei bicchieri dei suoi compagni. Il ragazzo si scambiò un occhiata ammiccante con i gemelli Weasley. Ginevra notò un'ampolla malcelata nella tasca del moro e sorrise quando una coppietta iniziò a baciarsi con foga ed entusiasmo dopo aver abbandonato i bicchieri sul tavolo.
- C'è sotto il vostro zampino? - chiese ad George.
Sorrise, il che in pratica fu una risposta. - I nostri prodotti Tiri Vispi Weasley hanno bisogno di essere sperimentati, no? - disse a bassa voce.
Lei rise piano. - Be', i vostri filtri d'amore funzionano benissimo, a quanto vedo.
Il sorriso le morì sulle labbra. A qualche passo di distanza da lei, Cedric la fissava. Ginevra abbassò lo sguardo immediatamente. Non osava osservarlo, temeva che se ne avesse incrociato gli occhi sarebbe stato ancora più difficile.
George scoccò un'occhiataccia al Tassorosso, dopodiché lui e Ginevra si allontanarono.
- Ehi, tutto bene?
- Sì - rispose Ginevra strizzando forte gli occhi. - Sto bene.
Se non avesse avuto la voce incrinata sarebbe riuscita a cavarsela.
'Perché continua a mentire?', George non ne capiva il motivo. Era inutile mostrarsi forti davanti a una bugia come quella.
Senza dire una parola, le porse la mano con un sorriso. - Posso avere l'onore di questo ballo?
Le guance di lei s'imporporarono.
Bastò un secondo, Ginevra gli rivolse un sorriso seducente e accettò l'invito.
Una volta raggiunto il centro della pista da ballo, lui le appoggiò una mano su un fianco e le afferrò la mano libera, come un vero gentiluomo. Cominciarono a ondeggiare insieme. George assaporò il dolce profumo di lei e il suono della voce, così limpida e melodiosa.
Ginevra sollevò lo sguardo verso i caldi occhi castani di George. Cercò di sgomberare la mente e di non pensare a Cedric che continuava a fissarla, corrucciato. Doveva semplicemente ignorarlo.
Tra piroette e volteggi, Ginevra capì che George era l'unico a sapere cosa avesse bisogno.
Risero, anche senza una ragione apparente e ballarono tutta la notte.
Quando si accorsero che gli altri se ne erano già andati a letto, decisero di seguire il loro esempio. Raggiunsero i dormitori e nel momento in cui dovettero darsi la buonanotte calò un silenzio surreale.
- Be'... è stata una bella serata - disse George a bassa voce in modo da non svegliare nessuno.
- Anche per me. Mi sono divertita molto 'stasera, George.
- Sì... buonanotte, allora.
Lei fece per voltarsi ma cambiò idea. Tirò a sé il colletto della camicia di George e posò le labbra sulle sue, sfiorandole piano.
Lui strabuzzò gli occhi per la sorpresa, per poi lasciarsi trasportare dalle sue emozioni e intensificare il bacio.
Con una mano intrappolò il suo viso, con l'altra scese alla base della sua schiena, stringendola stretta a sé, per paura di perderla. Che tutto fosse solo un sogno.
Le labbra erano morbide e calde.
Ginevra intrecciò le sue braccia intorno al collo di George e con una mano iniziò ad accarezzargli i capelli, mentre i loro respiri si mescolavano. Lui la spinse dolcemente alla parete, per avvicinarla ancora di più a sé ma Ginevra si ritrasse; rimase impietrita.
Incrociarono i loro sguardi attenti.
- Ho fatto qualcosa di male?
- Scusa, io...
E lo lasciò solo. Senza alcuna spiegazione.
George rimase immobile qualche istante, era confuso. Cosa le era preso?

Non era facile per lei ammettere di provare qualcosa per George. Qualcosa che andava oltre la semplice amicizia.
Il suo cuore era sempre sul punto di esplodere quando gli stava accanto, i battiti acceleravano incessantemente impedendole quasi di respirare.
Quel bacio aveva innescato qualcosa di inaspettato; non smetteva di pensare a lui.
Però non aveva mai smesso di pensare anche a Cedric senza avvertire una stretta allo stomaco ma, dopo quel bacio tra lei e George... sembrava tutto diverso. Riviveva la sensazione delle labbra morbide di George sulle sue sentendo la mancanza di quel piacevole contatto.
Stare vicina a George le aveva sempre dato una sensazione completamente differente da Fred. I sentimenti che provava erano in continua evoluzione, il cuore batteva freneticamente ogni volta che guardava George sorridere o quando incrociavano i loro sguardi.
In quei piccoli attimi tutte le certezze che lei aveva svanivano.
Ma era tutto sbagliato.
George l'aveva sempre vista come una sorella, lui lo diceva spesso. Ma aveva ricambiato il bacio, no?
'Se è così... vuol dire che anche lui prova qualcosa?'
Nonostante la sua mente le portasse via la maggior parte della concentrazione, la parte restante era come un chiodo fisso su Cedric Diggory.
Cedric era un vero mistero. Da quando avevano troncato ogni rapporto lui sembrava... frustrato? Ginevra lo amava ancora, certo. Non riusciva ancora a considerarlo una parte del suo passato, anche se lui l'aveva dimenticata facilmente.
Ma c'era qualcosa in quegli sguardi che, ormai, era solito rivolgerle. Erano racchiuse tante emozioni di cui Ginevra leggeva solo qualche riga confusa.
Era come un libro incompleto, privo di alcune pagine.
Però, Ginevra, una cosa l'aveva capita: se l'amore riusciva a far soffrire così tanto una persona, probabilmente non era un sentimento fatto per lei. O, almeno, non era ancora pronta ad affrontarlo così presto.
Le lezioni non erano in grado di distrarla per bene da quelle che ormai erano ossessioni.
Si allungò sul banco, appoggiando il mento alle braccia conserte e afferrò i bordi del tavolo con le dita nascoste, sforzandosi di combattere l'istinto irrazionale di gettare un'occhiata al tavolo di Fred e George.
Il professor Piton fu costretto a ripetere la domanda sull'Essenza di Dittamo per due volte, prima che Ginevra si rendesse conto che si stava rivolgendo proprio a lei.
Per il resto della giornata la sua attenzione era sempre rivolta in parte alle lezioni. Come a Divinazione, quando fu messa a dura prova dall'inaspettata piega che aveva preso la lezione. La professoressa Cooman al suono delle risatine di Fred, George e Lee, che facevano da sottofondo alla sua spiegazione del giorno, s'infervorò e reagì bruscamente.
- Sarei indotta a credere - disse, in un sussurro mistico che non nascondeva la sua evidente irritazione, - che alcuni di noi - e scoccò uno sguardo molto eloquente ai gemelli - sarebbero un po' meno frivoli se avessero visto ciò che ho visto io durante il mio esame della sfera la scorsa notte. Mentre ero là seduta, assorta nel mio ricamo, la necessità di consultare l'Occhio mi ha sopraffatta. Mi sono alzata, ho preso posto davanti a esso e ho scrutato nelle sue profondità cristalline... e cosa credete che abbia visto là dentro?
I gemelli si scambiarono dei bisbigli silenziosi e si sforzarono di restare seri almeno per un po'.
- La Morte, miei cari.
Sia Fred che George si portarono le mani sulla bocca, emettendo versi spaventati.
La serietà non era il loro forte e questo era risaputo, ma la professoressa sembrava non saperlo.
- Sì - riprese, e annuì con decisione, - viene, è sempre più vicina, volteggia sopra di noi come un avvoltoio, sempre più bassa... sempre più bassa sul castello...
I suoi occhi passarono in rassegna per tutta la classe, fino a fermarli su Ginevra che si sforzava di trattenere le risate. Ma ovviamente era impossibile dato che Fred e George si guardavano attorno, abbracciati l'uno all'altro come due bambini spaventati, sussultando ogni volta che Lee emetteva un minimo rumore.
- Fred - disse George, dopo qualche istante. - Credo di aver visto la morte dietro la porta. Devi stare attento quando la oltrepassi.  

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