Capitolo 7 - PREGIUDIZIO

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Ginevra avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare alla larga dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure. Al contrario di Hermione che, invece, non vedeva l'ora di entrarci. 

Con i libri sottobraccio, varcarono il corridoio pieno di studenti e Hermione sospirò sognante quando vide Allock avanzare in direzione dell'aula con la sua svolazzante veste turchese.
- Herm, ti sta uscendo la bava - borbottò la Serpeverde divertita.
Ma non venne ascoltata e ribollì di rabbia. Odiava essere ignorata in quel modo.
- Ma andiamo! - esclamò e la riccia trasalì, distogliendo lo sguardo dall'insegnante. - Si può sapere come può piacerti quel... quell'idiota?!
- Mia cugina ha ragione, Granger.
A parlare era stato Draco Malfoy, che si avvicinò alle due ragazze sogghignando.
- È sicuramente un bravo insegnante - protestò la Grifondoro rivolgendosi alla sua amica, ignorando il ragazzo come se non avesse aperto bocca.
Draco se ne accorse e si indispettì. - Dovrei ritenermi geloso, Granger? Pensavo di essere io al centro dei tuoi pensieri.
Hermione arrossì, non sapendo se per rabbia o per imbarazzo. Guardò il Serpeverde incapace di rispondere e s'incamminò verso l'aula tirando Ginevra per il braccio.
- Potevi anche intervenire! - le disse quando furono a debita distanza dal biondo.
- Pensavo che ci avresti pensato da sola - rispose Ginevra guardandola con aria curiosa. - Non è che ti piace Draco?
- Cosa? Io? - Hermione scoppiò a ridere. - Scherzi, vero?
- E allora perché non hai detto niente?
- Non voglio avere guai - disse Hermione. - Ci pensano già Harry e Ron, al posto mio!
Ginevra non poté darle torto. Quei due si erano fatti mettere in punizione sin dal primo giorno!
Entrarono in aula e presero posto. Hermione era un po' delusa nel vedere che tutti i posti al primo banco erano occupati dalle altre ragazze. Ginevra, invece, ringraziò Merlino per averle risparmiato la disgrazia di avere l'insegnante davanti.
Quando tutti i posti vennero occupati Allock si schiarì rumorosamente la gola e cadde il silenzio. Lui si avvicinò ai banchi, prese un libro e lo sollevò per mostrare il proprio ritratto ammiccante in copertina.
- Io - disse indicandolo.
Dopo essersi vantato delle sue "qualità", propose ai suoi studenti di iniziare con un piccolo quiz. (- Niente di cui preoccuparsi... solo per verificare con quanta attenzione avete letto i miei libri...).
Quando ebbe distribuito i testi della prova, tornò davanti ai banchi e disse: - Avete trenta minuti. Pronti... via!
Ginevra guardò i suoi fogli e dopo aver letto le domande si chiese se quello fosse uno scherzo. Non poteva credere che doveva rispondere a delle domande tanto assurde!
Man mano che rispondeva alle domande si chiedeva come mai Silente avesse scelto proprio Allock come insegnante. Evidentemente avrà pensato che sarebbe stato divertente lasciarlo insegnare.
Quella era l'unica risposta plausibile al suo dilemma.

Finita la lezione, i suoi capelli corvini erano un vero disastro e la sua divisa era strappata. Quando uscì dall'aula incontrò Fred e George che non riuscirono a trattenere un commento sul suo aspetto.
- Che ti è successo? - le chiese Fred divertito dai suoi capelli che, solitamente erano ordinati e perfetti, in quel momento sembravano aver subito l'attacco di un uragano.
- Folletti della Cornovaglia - sibilò Ginevra ricacciando indietro la rabbia.
- Cavolo! - commentò George. - Di sicuro il nuovo professore non è un tipo sveglio.
- Puoi dirlo forte, George - sbottò lei. - Gazza ha sicuramente più neuroni di lui!
I due ridacchiarono contagiandola all'istante.
Ginevra gli raccontò anche che avevano fatto un test interamente su Allock, confidandogli di aver dato il peggio di sé nelle risposte.
- Che hai fatto? - le chiese Fred, avido di sapere.
Un sorriso malefico albergò sulle labbra della ragazza. - Ho semplicemente detto la verità a quell'idiota! Il suo colore preferito è... chi se ne frega. La sua ambizione segreta... farsi crescere dei veri capelli. Qual è il risultato più importante conseguito finora da Allock?... Nessuno.
Fred e George scoppiarono a ridere.
- E lui che ha fatto quando ha visto il tuo compito? - chiesero tra una risata e l'altra.
- Ha semplicemente letto in silenzio, sbarrato gli occhi ed è anche arrossito a qualche risposta. Si è visto davanti tutta la verità nient'altro che la verità!
- Sei una serpe.
- Non me lo ricordare - sbuffò.

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