C'è qualcosa di sacro nelle lacrime, non sono un segno di debolezza, ma di potere. Sono messaggere di dolore travolgente e di amore indescrivibile. Non un solo volto, quel pomeriggio, venne rigato da lacrime gioiose e allo stesso tempo stanche, espressioni provate e allo stesso tempo esauste si succedevano ad ampi sorrisi e parole dolci: il ritrovamento della propria famiglia può essere tanto meraviglioso quanto emotivamente estenuate e fu proprio per tale motivo che, conclusa un'abbondante cena con tanto di champagne, ognuno si ritirò nelle proprie stanze per un orario decente, con animo decisamente più leggero. I partecipanti comprendevano anche il non troppo sorridente Happy Hogan, figura molto familiare al piccolo nucleo familiare per le varie e numerose vicende.
La notte porta non solo consiglio, ma anche un numero infinito di pensieri, i quali attanagliarono lo stesso Tony per diverse ore prima che gli concessero il privilegio di dormire, infatti la mente vagava principalmente su sua figlia, Athena, una costante perennemente positiva di quella vita priva di regole. Il significato dietro quel nome era nascosto anche alla sua persona, non comprendeva come mai di questa scelta, in quanto faceva riferimento ad una delle più importanti divinità celesti della religione greca. La prima sposa di Zeus fu Metis, figlia dell'Oceano e personificazione dell'intelletto e della ragione, che venne, secondo la mitologia, inghiottita ancora incinta dallo stesso marito, temendo la nascita di un figlio che avrebbe potuto divenire più potente di lui e così detronizzarlo, come lui fece con suo padre Crono, così Athena nacque dal capo del padre, che Efesto aveva spaccato con un'ascia. Athena entrò così in stretta relazione anche con la figura del fabbro degli dei, non tanto poiché aveva svolto il ruolo da levatrice, quanto per un'altra forma del racconto, che narrava di una contesa fra Zeus ed Era, in seguito alla quale Zeus aveva generato per partenogenesi Athena ed Era aveva dato alla luce Efesto. Chiaro è dunque il significato del mito: Athena era la dea nata dal cielo tempestoso, in mezzo ai bagliori dei lampi e al fragore dei tuoni che squarciano la cortina delle nubi; è l'etra raggiante che disperde, lampeggiando, le procelle celesti e riconduce il sereno luminoso nel cielo ed alla sua figura, oltre a tali simboli si aggiunsero degli epiteti come quelli di Γλαυκῶπις (Glaukòpis), allusivo al colore glauco dello sguardo, per cui, in Atene, fu raccostata alla dea la civetta (γλαῦξ), che ne divenne il simbolo consueto e, in certo modo, ufficiale. Athena è di conseguenza una divinità guerriera, nata com'era in mezzo alle lotte celesti e con l'arma in pugno: dal capo di Zeus essa è balzata fuori armata di lancia e di scudo, pronta a combattere per la giustizia suprema. In effetti, però, fin da piccina, la giovane Athena si era battuta per ottenere giustizia non solo nei confronti del padre, ma anche in ambito scolastico e sportivo, che questa comprendesse vittoria o sconfitta, a lei poco importava, ma la qualità di un voto ottenuto faticando e di una partita vinta con le proprie forze dona quanto più soddisfazioni possibili, sia che finisca positivamente o negativamente.
Con questi pensieri, involontariamente Morfeo donò un dolce abbraccio al miliardario e questo cadde in un sonno profondo, il quale non durò molto a lungo, ma fu abbastanza per potergli fornire energie sufficienti ad affrontare un nuovo giorno. Un saporito aroma di bacon soffritto solleticò le narici dell'uomo ancora per metà addormentato, ma fu una spinta sufficiente per farlo alzare dal quell'imponente letto matrimoniale, al momento vuoto in quanto mancava la figura della signorina Pepper Potts. A passi lenti e trascinati, avanzò per l'immensa dimora, scendendo solamente dopo qualche attimo le scale, quanto bastava per svegliarsi un minimo ed evitare di cadere di prima mattina.
<< Buongiorno, papà! >>
Non avrebbe mai immaginato che il suono di quella parola potesse mancargli tanto, una sensazione piacevole che ben presto fece anche spazio a della malinconia, in quanto ormai la sua bambina era divenuta una donna, da poco aveva compiuto la maggiore età e da altrettanto poco tempo aveva finalmente concluso l'università, il Massachusetts Institute of Technology, il noto MIT, nell'ambito sia scientifico che ingegneristico.
<< Buongiorno principessa... Hai riposato? >>
Una carezza delicata venne donata sulla chioma scura della ragazza, un tocco colmo d'affetto e premura, celato dalla sua velocità, come se avesse timore di ferire la figlia in qualche modo, stessa sorte che parve toccare alla donna accanto a lei, Pepper, che ricevette un bacio delicato a fior di labbra, un dolce saluto per la donna che era divenuta ora mai centro della sua vita sentimentale. La giovane donna annui rapidamente con dei cenni del capo alla domanda, piegando debolmente le labbra in una curva gentile, esprimendo così tutta la sua gratitudine e l'affetto provato per il genitore:
<< Assolutamente! >>
Con un gesto altrettanto cauto, Pepper adagiò sul bancone in marmo bianco della cucina una tazza di ceramica nera dinanzi alla figura di Tony, accomodato con la schiena curva su uno di quei comodi sgabelli bianco panna.
<< Dove vogliamo andare a pranzo? C'è un ristorante sulla seconda strada, il Supper... Non sembra male... >>
Una scrollata di spalle e un cenno del capo indirizzati alla donna dalla chioma fulva vennero eseguiti per ringraziarla silenziosamente, mentre prestava ascolto alle parole della figlia, intenta ad afferrare con la propria forchetta quel che rimaneva di un uovo strapazzato in padella.
<< Non ho potuto far a meno di leggere i messaggi del tuo telefono... Continuava a squillare, volevo silenziarlo, ma poi ho notato un messaggio da Happy che ti ricordava il tuo incontro con il "Bimbo Ragno"... Ti dice niente? >>
Un sospiro venne emesso dalle labbra screpolate dell'uomo mentre in modo sconsolato agitava il capo da una parte all'altro, il tutto con fare lento e allo stesso tempo quasi esausto. In effetti aveva rimandando anche per fin troppo tempo l'incontro con Peter, non che volesse vederlo, teneva infatti a quel ragazzino come se fosse suo figlio, seppur detestasse ammettere una cosa simile, ma il ritorno della sua bambina aveva monopolizzato tutte le sue attenzione e aveva rimosso una cosa simile dalla sua memoria.
<< Posso prenderlo io dopo scuola... Nel senso, ho anche altri giri da fare e cosa da comprare, già che ci sono posso fare un salto da lui e lo porto qui da te...>>
Un sorriso altrettanto gentile spuntò sulle labbra dell'uomo nell'udire la figlia pronunciare tali parole e, annuendo, questa volta venne emesso un sonoro sospiro di sollievo, sottolineato da movenze facciali lente secondo le quali Tony sembrava rilassarsi visibilmente alla sola idea.
<< D'accordo! Mi raccomando, non mettergli altre strane idee per la testa e non portarlo da nessun'altra parte se non qui. >>
Finalmente un piatto colmo di uova strapazzate e bacon gli venne dolcemente posato davanti, sprigionando un odore che dunque inebriava i suoi sensi. Inutile che Athena tentasse di nascondere quella viva curiosità nel fare la conoscenza di quell'eroe che si faceva chiamare con il nome di Spider-Man. Non le era servito molto ragionamento, in quanto suo padre aveva già accennato a tutto quello successo durante gli accordi, come alcune figure positive erano insorte nel paesaggio di New York City.
<< Come si chiama il ragazzo? >>
Athena ora mai era giunto sull'uscito della porta, la mancina era adagiata sulla maniglia e la sua figura lentamente stava sparendo dietro di essa.
<< Peter Parker. >>
( Edit: 09/07/2019 )
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Warriors
FanfictionCopertina by: @lipsasblossom Ormai è passato un anno da quando Spider-Man ha finalmente sconfitto Vulture e messo fine alla vendita illegale di armi, un anno da quando Liz Allan se ne è andata e quasi un anno da quando la vita di Peter Parker sembr...