Quelle scale sembravano interminabili e di certo il fatto che Peter vivesse verso il quinto piano di un appartamento non aiutava di certo Athena che tentava di non scivolare lungo i gradini per via di quelle scarpe ancora bagnate e decisamente scivolose. L'ascensore, per qualche caso del destino, era apparentemente fuori uso e per tale motivo la giovane ragazza si tene al corrimano come se da questo dipendesse la sua intera vita, cosa decisamente probabilmente nello stato in cui versava.
E come se la stessero aspettando al varco, anche perché era così, sulla soglia della porta bianca davanti alla quale si era fermata, una graziosa donna massimo sulla quarantina aveva la mancina posata contro la porta e la destra delicatamente adagiata sul suo fianco, un sorriso dolce e premuroso era presente sulle sue labbra mentre quei caldi occhi nocciola guardavano con compassione, preoccupazione e gioia il volto di Athena, che non riusciva a comprendere, almeno in un primo momento, perché questa donna la stesse guardando in questo modo.
Non ci volle molto prima che May aprisse completamente la porta e lasciasse dunque intravedere la figura di Peter, a qualche passo dalla porta, che, con un volto appena roseo e preoccupato, osservava la ragazza, con una confusione palese da leggere in volto. Indossava una semplice maglia a maniche lunghe e un paio largo di pantaloni scuri, probabilmente della tuta, insomma, sembrava pronto per andare a letto oppure rilassarsi sul divano, ma di certo non si sarebbe mai aspettato Athena alla porta.
Come un riflesso involontario, il busto della ragazza verrebbe teso in avanti e a questo seguirebbero i passi, frettolosi e non eccessivamente stabili, le braccia debolmente sarebbero tese verso l'alto e un sospiro tremante lascerebbe le labbra rosee di lei che, in un unico movimento e in qualche istante, si ritroverebbe con entrambe le braccia intorno al busto di Peter e il volto rapidamente adagiato nell'incavo destro del collo del giovane.
E come se tornasse nuovamente in sé stessa, tutti insieme il dolore delle gambe ritornerebbe, più forte che mai e il freddo incomincerebbe a farsi sentire, i muscoli del corpo completamente indolenziti per il susseguirsi dei brividi di freddo e singhiozzi sommessi, insomma, diverrebbe un casino.
Un bellissimo casino, però.
Con lentezza le braccia verrebbero poi spostate intorno il collo di Peter, attraverso dei gesti incerti e lenti, anche perché a quel primo abbraccio il ragazzo non aveva fatto altro se non irrigidirsi, ma ben presto riprese coraggio e speranza quando questo con altrettanta velocità avvolse le braccia intorno al busto della ragazza e la trasse a sé, stringendola in un'amorevole presa, forte e soprattutto calda, che emana un tepore molto accogliente.
<<Allora io vado, eh... Peter, dalle qualcosa per farla cambiare... Vado a fare la spesa, a dopo!>
Dette queste parole, con una risatina divertita May varcò la soglia dell'appartamento e uscì definitivamente di casa e non sarebbe rientrata se non dopo un bel po' di tempo e qualche giro in più del previsto.
Peter, nonostante la risata e il commento della donna, non lasciò andare quel corpo che, sebbene fosse forte e resistente, non gli era mia apparso così indifeso come era in quel preciso istante. Solamente dopo qualche istante, lentamente le braccia scivolarono lungo i fianchi della ragazza, mentre la mancina di Peter le si posò dolcemente sulla guancia e muovendo lentamente il pollice, le asciugò le lacrime in un puro gesto d'affetto.
<<Vuoi dirmi cosa è successo?>>
Le labbra del giovane erano piegate in un sorriso, una curva gentile che trasmetteva gentilezza e sicurezza, quei cardini fondamentali di cui lei aveva estremamente bisogno. Gli occhi erano appena socchiusi e, come i felini che chiudono gli occhi in un segno di fiducia e tranquillità, così il ragazzo tentava di far rilassare e tranquillizzare Athena, che aveva ancora il fiatone e le gote rosse rigate dalle lacrime.
<<Io...>>
E gli disse tutto. Si lasciò guidare dal cuore e dire tutto ciò che provava, che sentiva, tutto ciò che le era capitato e che non riusciva a fronteggiare in quel momento da sola, il litigio con il padre, i vari problemi legati alla sfera emotiva, non tralasciò alcun dettaglio di nulla, nemmeno il principio di questo grande litigio, che era la presunta "simpatia" della ragazza nei confronti di Parker. Peter non disse nulla e ne fece alcuna domanda, la ascoltò, le stesse vicino fino a che questa non avesse smesso di piangere e l'aiuto, le diede qualcosa con cui cambiarsi e la face rilassare. Inutile dire che al suo rientro May non si riuscì a trattenere dallo scattare una foto al duo:
HEY! HEY! HEY!
No, non sono morta, come potete vedere y.y
Però mi dispiace di non aver aggiornato per più di un mese, ma il Liceo Classico si fa sentire ogni giorno di più .-.
Anyway, stavo pensando di fare un capitolo extra prima del 14 ^^
Una domandina rivolta a voi, lettrici e lettori (se di ragazzi ce ne sono, ma ne dubito ç_ç)
Per l'andamento della storia, volete che rallenti oppure che vada più velocemente?
NB: non si tratta di aggiornamenti, ma del progresso e dell'andatura della storia, del suo ritmo di narrazione y.y
Alla prossima!
<3
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Warriors
FanfictionCopertina by: @lipsasblossom Ormai è passato un anno da quando Spider-Man ha finalmente sconfitto Vulture e messo fine alla vendita illegale di armi, un anno da quando Liz Allan se ne è andata e quasi un anno da quando la vita di Peter Parker sembr...