" ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟚 "

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La giunta del mese di maggio preannuncia agli studenti come il periodo scolastico stia inesorabilmente giungendo al suo termine, allo stesso tempo tale percezione non viene colta a causa di un numero spropositato di test collocati nelle ultime tre settimane che precedono la chiusura definitiva del quadrimestre. All'interno della vita di uno studente, dopo i test falliti miseramente o le varie brutte figure dinanzi alle persone più popolari, la cosa meno sopportata sembra essere proprio la sveglia e il suo assordante, rumoroso e fastidioso suono nel momento in cui viene giunta l'ora scelta e nonostante ogni giorno sia sempre la stessa, l'odio per quell'oggetto non cesserà mai. Peter Parker non è molto diverso dagli altri ragazzi della sua età sotto questo punto di vista, come molti si ostina a preimpostate un numero spropositato di sveglie per evitare di tardare a scuola, esattamente fa in modo tale che questa suoni per ben cinque volte, nelle prima quattro volte si ostina a rigirarsi nel letto, godendosi quegli attimi attimi di tranquillità prima di posare definitivamente un piede fuori dal letto, ma si da il caso che, proprio quel giorno, quella cosa non accadde. Ancora una volta la sfortuna ha accolto a braccia aperte il giovane liceale, in quanto l'assenza della signora Parker ha impedito che il ragazzo, in qualche modo, riuscisse ad arrivare in anticipo o in orario.
Nonostante l'accaduto decisamente scoraggiante, la determinazione nell'evitare un ritardo e il timore di una sfuriata non troppo delicata di May, afferrato frettolosamente quello che nemmeno da lontano assomigliava ad un panino, inizio rapidamente una corsa alla volta del pullman scolastico, dato che a piedi, correndo, non avrebbe mai fatto in tempo. Fortunatamente Ned fece in modo tale da far inchiodare l'autista, il quale non mostrava esattamente un'espressione contenta di quella manovra azzardata, però così Peter poté tranquillamente salire senza alcun problema e riprendere, finalmente, un profondo respiro.

<< Amico, ma la sveglia? >>

Seduti entrambi ad uno degli ultimi posti, sulla destra per esattezza, il più basso dei due colse l'occasione per scoccare all'altro un'occhiatina confusa, accompagnata e sottolineata da un sopracciglio inarcato e da una lieve smorfia della bocca.

<< Non l'ho sentita, sono stato occupato ieri... Ho lavorato fino a tardi per un progetto. >>

La mano, posta in orizzontale, viene adagiata sugli occhi, mentre indice e pollice abbracciano appena l'arcata sopraccigliare: una posa che evidenzia per bene quanto il ragazzo avesse dormito poco, probabilmente a causa di uno dei suoi ultimi progetti per qualche gadget da utilizzare in combattimento, se mai dovesse essercene il bisogno, anche perché alcuni criminali, nonostante l'avvento di Spider-Man, sembrano essersi fatti più audaci.

<< Parker si è costruito una robot-fidanzata perché non riesce a trovarne una vera! >>

Lievi risate di scherno e divertimento risuonarono come incoronazione alle acide parole di Flash Thompson, il quale se e stava seduto a qualche sedile più avanti, sulla sinistra, con le gambe appena divaricate e la mano destra adagiata sulla rotula, un sorrisetto che aveva della malsana soddisfazione prese rapidamente posto sul suo viso.

<< Oh, ma smettila, Thompson ... >>

La voce di Michelle fece in modo tale da far cessare le risate in breve tempo, qualche occhiatina confusa e infastidita le venne donata dai presenti, soprattutto da alcuni, ma la ragazza sembrava davvero esserne poco interessata, in quanto tutte le sue attenzioni erano fisse sulla lettura dinanzi a lei: Guerra & Pace.

<< Allora... Facciamo così! Se qualcuna, di reale, chiede a Park di uscire... Vedrò bene da vestimi da Cheerleader! >>

L'ignaro Flash non sapeva quanto in realtà si stava sbagliando, o almeno, quanto potesse essere stretta una gonna di una divisa che da lontano si mostrava essere sempre e comunque comoda.
Giunto finalmente a scuola e iniziate le lezioni, queste non si rivelarono essere così pessime come la giornata preannunciava, anzi, tutto andava per il meglio, soprattutto per i Test di matematica, scienze e biologia, per i quali non si era nemmeno sforzato molto ed ugualmente aveva preso il massimo dei voti, molto impressionante per chiunque non si sforzi o è negato nella materia, ma per uno che, come lui, brilla più forte di una stella in tali ambiti, è comunque una soddisfazione, seppur ottenuta con apparente facilità. Quella sufficienza striminzita in letteratura inglese, però, lo aveva scosso un po' da quella situazione di tranquillità in cui si crogiolava appena, probabilmente avrebbe dovuto far durare di meno quel suo solito giro di pattuglia e soffermarsi una mezz'oretta in più a rileggere qualcosa.
L'ora di pranzo è sempre stata sfruttata, da lui e da molti altri come un periodo di pausa dove non solo mangiare e scambiare qualche chiacchiera, ma anche riprendere finalmente un po' di fiato dopo lezioni estenuanti e vari spostamenti da una classe all'altra. Si sedette rapidamente accanto alla sagoma del suo migliore amico, con il quale incominciò a parlare del più del meno, ignorando così sguardi e un lieve mormorio a lui rivolto, essendone il protagonista.

<< È una mia impressione o mi stanno guardando? Perché mi sento definitivamente osservato... >>

La voce di Peter era un flebile sussurro pronunciato accanto all'orecchio altrui, una domanda quieta nel tentativo di comprendere la motivazione dietro quelle rapide occhiatine e quelle parole incomprensibili pronunciate con un tono basso della voce. A causa di quel lieve sentimento di ansia che sorgeva spontaneo dentro di sé, decisa di accantonare il pranzo e di prendere una boccata d'aria fresca, scelta che condivise anche lo stesso Ned, dato che trotterellava sulla sua destra per il lungo corridoio della scuola che conduceva dalla mensa fino all'entrata. Il mormorio cresceva sempre di più e gli sguardi incuriositi non cessavano e per questo, arrestando rapidamente il passò e si volto verso l'amico, intento probabilmente a dire qualcosa, eppure si fermò immediatamente nell'attimo in cui una mano, abbastanza sudaticcia, si posò sulla sua spalla.

<< Parker! Tu mi odi, non è così? >>

Peter venne accolto, voltandosi verso quella presa, da un'espressione decisamente infastidita di Flash, che aveva la fronte appena imperlata di gocce di sudore e da una vena lungo la tempia destra che pulsava appena. Per poco il ragazzo non sbiancò completamente, le iridi nocciola si sgranarono appena e le labbra si dischiusero:

<< Non ci provare! Faccio quella battuta e c'è improvvisamente una ragazza carina fuori la scuola con una macchina di super lusso che ti cerca... Ora, muoviti! >>

Spinto da una rapida pacca di Ned sulla spalla sinistra, rimasta scoperta il ragazzo si sottrasse dagli occhi e dalle mani dei due per raggiungere, con passo spedito e reggendo per bene la cinghia dello zaino, varcò la soglia della scuola che dava sul parcheggio, dove non vide nessuna ragazza o macchina, ma solo una piccola folla. Ben presto quel gruppetto si aprì un po', quanto bastava al ragazzo per passare dinanzi a ragazzi dell'ultimo anno e quindi soffermarsi, finalmente giusto, a qualche passo di distanza dalle protagoniste indiscusse: Athena e la sua macchina.

Lo sguardo della ragazza rapidamente si posò su Peter, il quale arrossì rapidamente data l'insistenza e la genuina curiosità con cui l'altra lo scrutava attentamente dalla testa sino ai piedi.

<< Occhi castani, capelli disordinati, vestiti comodi e un sorriso goffo... Tu devi essere Parker, giusto? >>

Spiazzato da quel sorriso gentile e da quella genuina espressione macchiata da viva curiosità, non proferì parola, ma annuì semplicemente con dei rapidi cenni del capo, trattenendo a stesso quell'improvviso rossore che si espandeva come una macchia d'olio sulle sue guance. 

<< Vieni con me, allora, il signor Stark ti attende. >>


( Edit: 09/07/2019 )







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