Capitolo 15.5 (Extra 4)

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Sebbene Peter avesse di gran lunga preferito essere altrove che in casa Stark, di notte, senza che Tony sapesse o approvasse la sua presenza lì, Athena era più che determinata a far diminuire quel gonfiore sullo zigomo sinistro del ragazzo causato da lei stessa. Che sia stato solamente per pulirsene la coscienza per timore che qualcuno poi potesse domandare a Peter quello che gli fosse successo o per altri fattori, la figlia di Stark non ha badato a nulla, spintonando il poverino per le scale e dunque portarlo nell'ampia cucina della casa.

La cucina era illuminata solamente dalle luci delle stelle, la quale entrava attraverso quelle ampie vetrate grandi quanto la parete stessa, oscurate in parte dalle luci artificiali della terra, un paradosso, nonostante fosse la realtà.

<< Davvero, non c'è bisogno... Sto bene, vedi? Il rossore già sta sparendo...>>

Era diverso tempo ora mai che Peter si ostinava a ripetere quelle parole, a convincere la giovane che non fosse importante e di andarsene direttamente a casa, in quanto non era esattamente così che immaginava il loro incontro, ma questa non sembrava accennare di cambiare idea, in quanto, preso il polso del ragazzo in una presa forte, ma allo stesso tempo delicata, non lasciava il giovane. 

<< Sai che potrebbe divenire anche viole, se ti ho colpito troppo forte? Con questo non sto dicendo che ho la super forza e dunque diverrà indubbiamente violaceo, ma non voglio che poi ti possa far male in qualche modo... >>

Ed Athena ogni volta non mancava di sottolineare la probabilità che la cosa potesse minimamente peggiorare, cosa che ovviamente non la faceva stare tranquilla, soprattutto perché mai avrebbe voluto colpire il ragazzo in quel modo, o in qualsiasi altro modo possibile ed immaginabile.

Invitò, con un cenno rapido della mancina, il ragazzo ad accomodarsi su una delle tante sedie libere del tavolino, mentre lei si dirigeva, ancora scalza, in direzione del frigo, per poi flettere le ginocchia, in modo da potersi abbassare, al fine di prendere il ghiaccio all'interno del congelatore. Un panno fu la cosa successiva che prese, avvolgendo così il ghiaccio in esso, per poi tenderlo a Peter, che lentamente lo prese.

<< Allora... Mi dici per quale motivo sei entrato di soppiatto dalla mia finestra?>>

La domanda causò una lieve preoccupazione nell'altro, che si morse appena l'interno guancia, abbassando lo sguardo verso il suolo e sospirando.

<< Era... Era tanto che non ci sentivamo e volevo sapere come stava andando, tutto qui.>>

Peter ringraziò il buio ancora presente tanto da impedire che quel rossore acceso in volto non risultasse così evidente, in quanto Athena non aveva acceso alcuna luce per evitare di dare minimamente segno al padre che ci fosse qualcun'altro insieme a lei. Un sospiro, accompagnato da una lieve risatina, sfuggì dalle labbra rosee della giovane mentre, lentamente, le iridi cristalline si posarono delicatamente sul volto altrui.

<< Che ne dici se la prossima volta mi chiami o mi mandi un messaggio, mh?>>

Le labbra della ragazza erano dolcemente piegate in una curva, a simboleggiare una dolcezza e una tranquillità quasi surreali.

<<Non ho il tuo numero, però...>>

Un sorrisetto, o più un ghignetto vittorioso, spuntò sul volto del ragazzo, il quale alzò finalmente il capo e osservò la ragazza, fingendo come se non fosse nulla, sebbene il cuore gli battesse all'impazzata.

<< Vuol dire che domani lo prenderò dal telefono di mio padre e ti scriverò, promesso.>>

Peter non disse nulla, si limitò esclusivamente ad annuire con dei lievi cenni del capo. Il panno era ancora adagiato, con tanto di ghiaccio, sullo zigomo rosso, alleviando il dolore e diminuendo il rossore.

<< Mi spiace non essermi fatta viva, ma sono tornata in Inghilterra per un po'... Sai, mi manca, come posto. In effetti ci sono cresciuta ed è lì che ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza, beh... Almeno in parte.>>

<< E-E come mai il signor Stark non ti ha preso con sé qui, a New York? Non voglio fare l'impiccione, semplicemente...>>

La ragazza scosse il capo, non volendo far preoccupare troppo l'altro, tanto che riprese a parlare.

<< Papà non voleva che crescessi in tutto questo caos... Sai, le Stark Industries si occupavano dello sviluppo di armi e della loro costruzione. Per lui non fu uno spasso quando suo padre si occupava di certe cose e non voleva che la stessa cosa accadesse a me.>> 

Un sospiro venne poi emesso dalla ragazza, la quale si sedette esattamente davanti a Peter, sollevando e spostando una sedia.

<< Ma sotto ho l'impressione che non volesse poi così tanto nella sua vita, almeno fino a quando era piccola... Era solito condurre una vita molto festaiola e una ragazzina in mezzo, soprattutto una figlia, non avrebbe di certo favorito la cosa.>>

In automatico la mano libera del ragazzo venne mossa, in avanti, posandola sulla spalla della ragazza, cosa che in un primo momento la fece sussultare, per poi rilassare a quel tocco caldo e allo stesso tempo gentile.

<< Sicuramente n-non sarà così! Il signor Stark ti vuole molto bene, sei sua figlia in effetti.>>

Un sorrisetto, probabilmente tirato, venne mostrato all'altro, in apprezzamento delle sue parole, seguito da un ringraziamento silenzioso compiuto con un cenno del capo.

E come se qualcuno volesse che la cosa fosse accaduta, entrambi si alzarono in contemporanea. La vicinanza tra i due si azzerò improvvisamente, portando quasi la ragazza a perdere l'equilibrio e cadere all'indietro, eppure la velocità di Peter fu qualcosa di perfetto, in quanto fece cadere il panno con il ghiaccio a terra per poi avvolgere parzialmente quel braccio intorno alla vita altrui. La mano rimasta, invece, si avvolse in automatico intorno al polso, parallelo ovviamente, fermando così la caduta della ragazza.

Che volessero o meno ammetterlo, sembra quasi che si stessero abbracciando, tanto che la ragazza aveva precedentemente adagiato la mancina sulla spalla altrui, intenta ad aggrapparsi e ad adagiare l'altra sulla superficie liscia del tavolino.

Nonostante la vicinanza e tutto, nessuno fece il primo passo per allontanarsi, anzi, Athena alzò appena in capo verso Peter, del quale poteva percepire il fiato caldo sulle proprie labbra.

Le iridi azzurre della ragazza rimasero ben ferme su quelle nocciola dell'altro, i volti sembravano farsi più vicino, fino a che tutto cambiò improvvisamente.

La luce improvvisamente si accese e un rumore, un cigolio, fu percepito in direzione della finestra.

Era rimasta sola, al centro della stanza, in piedi, con un'espressione confusa in volto.

<< Athena, che ci fai qui a quest'ora? >>

La voce di Tony le giunse alle orecchie, tanto che, sollevando lo sguardo sulla scalinata, lui era lì, mentre scendeva in direzione della cucina.

<<Io...>>

Si guardò intorno, alla ricerca di qualche traccia di Peter, eppure sembrava essere sparito, come se fosse un fantasma, ma solo una cosa fece si che questa non pensasse che si fosse trattato tutto di un sogno, il fatto che, improvvisamente, una finestra della cucina era aperta e cigolava ancora, come se fosse appena stata aperta. 

In lontananza, sotto la luce dei lampione, era quasi possibile scorgere la figura di una tuta rossa e blu che ondeggiava da un palazzo all'altro, nascondendosi nell'ombra, intenzionata a non farsi vedere, almeno non per il momento.

Mai fu così sollevata di vedere un ragazzo sparire in tutta la sua vita.

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