5.

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Un'altra giornata è arrivata. La solita routine, le solite cose. Sempre tutto uguale. Lavoro, casa, pub, di nuovo casa. Sbuffo notando che c'è traffico. Sta cittá è invivibile.
Tiro su il finestrino e accendo l'aria condizionata in macchina.
Ricordo tutte quelle ore passate in macchina con lui. A come mi faceva sentire viva anche non facendo niente, anche se tutti i giorni facevo la vita di adesso. Si peró c'era lui, con le sue battute, con i suoi scherzi stupidi che a volte si meriterebbe un sacco di botte. Tipo quel giorno che mi ha girato lo specchietto all'indietro, oppure mentre guidavo, lui metteva le quattro frecce o metteva il parasole fuori il finestrino che la parte d'argento rifletteva e dava fastidio a quelli dietro. Tanto a lui non importava c'ero io che facevo le assicurazioni se ci tamponavano.
La suoneria del cellulare mi riporta alla realtà.
"Pronto??" Rispondo.
"Gió ma dove sei??"
"Imbottigliata nel traffico" sbuffo.
"Dai peró sbrigati c'è una ragazza per te, deve firmare delle cose" mi dice.
"Eh dille di aspettare tra poco arrivo. Non posso mica andare addosso alle altre macchine ceh"
"No vabbe così no. Peró è mezz'ora che aspetta e hai tutto in mano tu"
"E aspettasse sti cazzi" scalo la marcia.
"Madonna quanto sei acida. Devi trovarti un uomo al più presto"
"Non mi mancano tranquillo" rispondo.
"Ah se lo dici tu. Allora non funzionano bene a quanto vedo"
"Oh se mi fai fare un incidente me la paghi te l'assicurazione eh"
"Sarebbe una battuta?"
"Niente affatto" dico.
"Vabbe sbrigati" mi dice. Attacco e sorpasso una macchina, lasciamdo il cellulare nel cassettino e sbiffando. Odio il traffico.

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