Prologue

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Claire Montana aveva appena chiuso la porta di vetro del suo locale in Downey Street, sulla riva di una delle spiagge più econimiche di Miami.

Anche quella sera, le entrate non erano state abbastanza per coprire tutte le spese, e la positività di Claire stava lentamente scivolando via.

Se ne era andata da New York cinque anni prima con la speranza di costruirsi un futuro migliore a Miami, ma tutto era andato in frantumi in pochi mesi.

Prima la sua relazione con David, che dopo un mese di affetto e amore si era rivelato come tutti gli altri, e poi il locale.

Aveva comprato il Sweet Taste con i suoi ultimi risparmi, e ci aveva messo l'anima per farlo funzionare: tutti sforzi vani, dato che potrebbe contare i suoi clienti sul palmo delle sue mani.

Era quindi stata costretta a vendere, sperando che la nuova gestione avesse più fortuna.

Si strinse il colletto intorno al collo, sedendosi sulla panchina della fermata dell'autobus, aspettando quei pochi minuti che ogni sera dovevano passare prima che finalmente la vettura gialla facesse la sua comparsa.

La via della fermata era silenziosa, buia e poco trafficata e Claire non amava per niente quel posto, soprattutto perché lei aveva una dannata paura del buio.

Lei odiava stare da sola in luoghi oscuri, soprattutto perché questo la faceva sentire impotente.

Non poteva percepire ciò che le stava vicino, non sapeva che cosa poteva nascondersi fra le ombre, e lei detestava questa situazione.

Era come soffocare senza essere sott'acqua, come sentirsi soli in mezzo a tanti nemici nascosti.

Per fortuna, vicino alla fermata c'era un lampione che illuminava tutto lo spazio circostante.

Tirò fuori il telefono, iniziando a scorrere il dito sul display, leggendo le ultime notizie.

Notò che Alissa, la nuova proprietaria del locale, le aveva mandato un messaggio per ringraziarla per aver scelto lei, e che non vedeva l'ora di iniziare la sua prova il giorno seguente.

Claire non rispose, troppo triste al pensiero di dover definitivamente dire addio al suo locale.

Prese un respiro, ricordando che Alissa era la scelta giusta, anche Frank, il padre della giovane, le aveva garantito che lei fosse una ragazza impeccabile e che avrebbe gestito il locale al meglio.

Lei ci stava veramente provando a fidarsi, ma era come se stesse abbandonando suo figlio ad un'estranea: era impossibile da accettare.

Sentii in lontananza un autubus fermarsi ad una fermata, e Claire sbuffò, notando che il suo era in ritardo.

Anche quella sera sarebbe tornata tardi e avrebbe passato un'altra notte insonne.

Alzò di colpo lo sguardo quando si accorse che la luce del lampione aveva iniziato a scattare, illuminando la strada ad intermittenza.

Claire si strinse nella sua felpa, incrociando le braccia al petto e tenendo saldamente il telefono nella mano sinistra e continuando a guardare la strada, sperando di vedere il suo autubus.

La luce continuava ad andare e venire, e lei iniziò a diventare ansiosa.

Si guardò intorno, cercando di scorgere nella penombra se ci fosse qualcun altro in quella strada oltre a lei, ma non vide nessuno.

Il lampione diede un ultimo alito di vita e poi si spense completamente, facendola andare nel panico.

Era tutto buio, non riusciva a vedere nulla intorno a lei, e quella notte era anche una di quelle senza luna.

Si massaggiò il collo, sentendo la classica stretta che avvertiva ogni volta che si sentiva in pericolo, ed iniziò a prendere respiri profondi per cercare di tranquillizarsi.

La pelle lungo le sue braccia era rizzata, e avvertiva continuamente una strana sensazione dietro alla schiena, come se qualcuno la stesse fissando.

Decise di afferrare il suo telefono e accendere la torcia quando avvertì un forte fruscio dietro di lei, ma non vide nulla, assolutamente niente.

Prese un respiro profondo, passandosi una mano fra i capelli biondi, sentendo la stanchezza crollarle addosso.

"Sto impazzendo." Sussurò a se stessa, notando come ormai era caduta nella disperazione più completa.

Ormai nessuna speranza l'avrebbe più aiutata.

Claire pensava davvero di essere impazzita, ma quando si voltò e vide ciò che nessuno vorrebbe vedere, la sua mente si azzerò completamente, lasciando solo lo spazio al terrore e le urla.

Il telefono le cadde a terra, frantumandosi, e i suoi polmoni si strinsero quando l'ultimo respiro venne emesso dalla sue labbra.

Dopo di questo, ci fu solo la calma e il silenzio.

L'autobus numero 596 si fermò alla solita fermata con il suo solito ritardo di sei minuti, ed il controllore, aspettandosi di vedere Claire, aprì la portella.

Ma sotto la fermata illuminata dalla forte luce del lampione non c'era più nessuno ad aspettare.

Angolo

Benvenuti nella nuova storia su Isaac Lahey :)

Se non ci avete capito nulla è tutto normale, e mi sento molto cattiva per aver iniziato la storia con una morte 😂

C'è ne saranno molte altre.

Detto questo sparisco, spero che il capitolo vi sia piaciuto :)

A presto,
Giulia

Phobia {Isaac Lahey}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora