È una sensazione strana, come se avessi improvvisamente cambiato pelle.
È qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato, qualcosa che ti circola nel sangue.
Mi guardò intorno e tutto sembra diverso, come se improvvisamente il mondo avesse iniziato a girare nella parte giusta, quella favorevole alla mia felicità.
È tutto questo è a causa di Isaac.
Mi stringo nella felpa, la sua, e sento ancora il suo odore sul tessuto morbido, ed è quasi come una carezza leggera sulla mia pelle.
Non ho ancora accettato il fatto che potrei vederlo trasformare in un momento all'altro in una sorta di umano peloso muniti di armi mortali, ma posso provarci.
Ne vale la pena se si tratta di Isaac.
Sfilo la chiave dalla serratura, aprendo la porta in legno di casa mia, avvertendo la classica sensazione accogliente di quando finalmente ritorni in un luogo conosciuto.
"Papà, sono a casa!" Urlo, andando subito in salotto, aspettandomi di vederlo occupato a seguire i suoi soliti programmi mattutini.
Ed effettivamente lui è lì, ma non è solo.
"Ciao Alissa." L'agente Kelly mi sorride carinamente mentre mio padre mi lancia uno sguardo di fuoco.
"Alissa, penso che tu ti ricordi dell'agente Kelly." Mi dice mio padre, mantenendo la sua espressione seria.
"Mi ricordo di lei." Esclamo, facendo qualche passo avanti, notando che anche questa volta l'agente ha con se una cartellina da interrogatorio "Perché è qui?"
"Oh, in realtà dovrei solo farti qualche domanda, dato che sei stata tu a trovare il corpo di Evan." Mi spiega, sorridendomi, quasi come se non sospettasse di me "Ad esempio, dove ti trovavi ieri sera?"
"Ero da lui." Dico, di getto, ricordandomi della scusa che ho inventato.
"Alissa," mio padre mi interrompe, e quasi mi si gela il sangue guardando i suoi occhi "di la verità."
Sgrano gli occhi, allibita "Cosa?"
"Ieri sera anche io ero in ospedale, e non ti ho vista, Alissa, quindi io e tuo padre ci chiedevamo dove tu fossi stata veramente."
Vorrei davvero dare un pugno in faccia a quella donna, ma penso che facendo una cosa del genere le darei solo una buona scusa per realizzare il suo sogno di mettermi in galera.
Sospiro, sedendomi sul divano di fronte a loro, giocando con le mie dita.
"Ero da Isaac."
Mio padre socchiude la bocca, completamente shoccato.
"Hai passato la notte con un ragazzo?" Esclama, allibito.
"Si, ma non c'è stato nulla di quello che pensi, abbiamo solo dormito." Dico, cercando di non passare per quella che non sono.
"E non potevi dormire a casa tua?" Chiede, sgranando gli occhi.
"In realtà, ora avrei bisogno di parlare da sola con Alissa." Lo interrompe l'agente Kelly, fingendo una perfetta espressione dispiaciuta.
Mio padre annuisce, ma vedo dal suo viso che con me non ha ancora finito, e che ben presto riceverò un secondo interrogatorio.
"Bene, Alissa, ti andrebbe di spiegarmi come hai trovato il corpo di Evan?" Mi chiede la donna, passandosi fra le mani la cartellina.
"Volevo andarmene dalla festa e quando l'ho fatto ho trovato il corpo." Spiego, obbligandomi a mantenere il contatto visivo con la donna.
Se mi faccio vedere come debole, sicuramente troverà qualche piccola via per incastrarmi.
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Phobia {Isaac Lahey}
FanfictionIl fuoco sta bruciando la tua pelle, cara? L'aria sta diventato soffocante? Forse sarebbe meglio scappare, ma queste quattro mura ti tengono bloccata. Sei in prigione.