Six

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Casa mia sembra una questura tanti sono i poliziotti che girano per le stanze.

Evan è al mio fianco, e continua a guardare con perplessità verso Isaac, che tranquillamente sta steso con i fianchi contro il muro della cucina.

La porta si apre e vedo una poliziotta spingere la carrozzella di mio padre, che sembra avere il viso di uno che ha appena visto un fantasma.

"Oh mio Dio, Lili, stai bene!" Esclama, ed io corro subito ad abbracciarlo.

"Sto bene, papà, ero solo rimasta a dormire da un amico." Dico, cercando di tranquillizzarlo, ma sento sotto la mia mano la sua schiena irrigidirsi.

Si stacca da me, guardandomi torvo "Un amico?"

Annuisco, indicando verso il biondo, che si avvicina subito all'uomo, porgendogli la mano.

"Isaac Lahey, signore."

Mio padre stringe la sua mano, ma vedo dal suo sguardo che il ragazzo biondo non lo sta convincendo.

"Ci siamo conosciuti allo Sweet Taste, è un cliente."

"Ma davvero? Che fortuna."

Evan ha le braccia incrociate al petto e ha gli occhi socchiusi puntati su Isaac.

Lo guardo male, non capendo perché sta riservando così tanto astio verso Isaac quando lui è il primo a stare con un mostro.

"Signori, non vorremo interrompervi, ma dovremo fare qualche domanda ad Isaac e Alissa."

Mi ricordo improvvisamente della poliziotta che ci sta fissando con attenzione, e decido finalmente di allontanarmi da mio padre, guardando velocemente verso Isaac, sperando di rubargli un po' della sua tranquillità.

"Andiamo in salotto." Propone la donna, e sia io che Isaac la seguiamo in silenzio.

Sono agitata perché so che questa donna è abituata a riconoscere un bugiardo quando lo ha davanti, e io so della morte di Claire da due giorni.

"Allora, vorrei porvi qualche domanda, non dovremo metterci molto." Ci informa la donna, afferrando una cartellina nera dal nostro tavolino, porgendomela.

Io ci impiego un piano di secondi, ma poi la afferro, anche se rimango perplessa.

"Claire Montana è morta due giorni fa e pensiamo che la morte sia stata causata da un infarto."

"Quindi è una morte naturale?" Chiedo,  un po' perplessa: Isaac non aveva detto che era stato il Garviano ad ucciderla?

"Così sembra, ma il modo in cui è stata ritrovata ci fa pensare a qualcosa di molto diverso." La sua voce è così calma che quasi sembra che stia parlando del tempo invece che della morte di una donna, e la cosa mi mette i brividi.

"Come è stata trovata?"

La poliziotta mi indica con lo sguardo la cartellina "Abbiamo fatto alcune foto, magari potrebbe notare qualche particolare."

Annuisco, aprendo la cartellina, rimanendo subito senza fiato.

Il corpo di Claire è dilaniato, completamente distrutto e scomposto pur di farcelo stare dentro ad un piccolo trolley da viaggio.

Il suo viso è bianco come un lenzuolo, ma gli occhi sono spalancati, e il blu è lo stesso di quando era in vita.

"Signorina Violet, abbiamo trovato questa vicino al corpo."

La donna prende da sotto il tavolo un sacchetto e me lo mostra, facendomi subito venire i brividi.

Mi porto una mano sulla bocca, provando a costringermi a non urlare.

"Abbiamo trovato dei suoi capelli sopra questa felpa, signorina, potrebbe spiegarcene il motivo?"

Accarezzo il sacchetto in plastica che contiene la mia felpa nera, la stessa che pensavo di aver perso ieri notte.

Improvvisamente, uno strano e terrificante pensiero mi passa per la mente, e capisco che devo inventarmi qualcosa per andarmene in fretta da quella stanza.

"Ci eravamo viste quel giorno per accordarci sulla gestione del locale. Era sera e lei mi disse che aveva freddo, e dato che io abito vicino al bar ho pensato di prestarle la felpa."

La poliziotta annuisce, e subito riprende il sacchetto e la cartellina.

"Suo padre le ha già dato un alibi per la notte della morte mentre, da quello che ho capito, questa notte era con il signor Lahey, giusto?"

La donna si volta verso Isaac, che fino a questo momento è rimasto in silenzio.

"Giusto, signora." Esclama, mantenendo la sua tranquillità.

L'altra accenna ad un sorriso, sistemando le prove sul suo grembo "Lei conosceva la signorina Montana, signor Lahey?"

Isaac ricambia il sorriso, e la cosa mi mette i brividi, perché fra i due sembra appena iniziata una sfida.

"No, signora."

Guardo verso la donna, che ha un'espressione indecifrabile sul viso.

"Bene, vi ringrazio per la chiacchierata, vi informerò nel caso di novità." La donna si alza, e così anche noi.

"Grazie mille." Dico, e la donna mi sorride distratta prima di uscire dalla stanza.

Prendo un sospiro, passandomi le mani sul viso, cercando di cacciare via lo stress.

"Alissa, io devo andare."

Rialzo lo sguardo, ricordandomi di ciò che avevo pensato quando ho visto la felpa.

"Dobbiamo parlare." Dico, e Isaac si limita ad annuire, seguendomi fuori dalla stanza, dove ritrovo Evan.

"Dove andate?" Chiede, venendomi subito incontro, quasi a volermi impedire di passare.

"Devo parlare un secondo con Isaac, torno subito."

Evan non dice altro, e io lo supero, uscendo dal nostro appartamento, fermandomi davanti alla moto di Isaac.

Mi volto verso di lui, sentendo subito il nervosismo crescermi dentro il petto.

"Io indossavo quella felpa ieri sera, è impossibile che Claire l'avesse." Dico, incrociando le braccia al petto, quasi a mettere una barriera fra me e Isaac.

"Non capisco cosa intendi." Esclama lui, tranquillamente.

Sgrano gli occhi, completamente allibita.

"Hai preso tu la mia felpa." Esclamo, quasi furiosa.

Isaac sorride, facendomi quasi sentire una stupida quando so di aver ragione.

"Perché avrei dovuto mettere la tua felpa su un cadavere?"

Socchiudo le labbra, ma subito mi accorgo che non ho una spiegazione logica.

So che è stato lui, solo che non so il motivo.

"Senti, Alissa, ho molto da fare, e non ho tempo da perdere." Dice, prendendo il suo casco, infilandoselo e poi salendo sulla moto "Vedi di non cacciarti in altri guai perché sono stufo di venirti a salvare."

"Allora la prossima volta non farlo." Borbotto con rabbia, facendolo sorridere.

Accende la moto, abbassandosi la visiera nera.

"Non lasciarti prendere in giro da chi ti sta intorno."

Non capisco a chi si riferisce, ma non mi da il tempo di chiedere dato che è già sfrecciato via non lasciandomi altro che guardarlo allontanarsi.

Phobia {Isaac Lahey}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora