Maura's pov
Cammino senza fretta per le vie del centro facendo vagare il mio sguardo sui palazzi maestosi della mia città che non ho ma realmente ammirato essendo troppo abituata ad averceli intorno.
Un cartellone, che ho già notato più volte, attira la mia attenzione.
Mostra dei pittori dell'800 dal 15 maggio al 18 ottobre al Central Museum di Boston.
Questo recita la locandina, mi è sempre piaciuta l'arte ed è da molto che non riesco a vedere una mostra. Decido di andarci nei prossimi giorni.
Penso a chi possa chiedere di accompagnarmi e, scartata Nina perché mi ha già insultata qualche anno fa ad una proposta simile, la prima e l'unica persona che mi viene in mente è Jane.
Non so se l'arte le possa interessare però chiedere non mi costa nulla, soprattutto dopo l'altra notte visto che ci scriviamo ad ogni ora del giorno per ogni sciocchezza. Scherziamo insieme e ci prendiamo in giro a vicenda, mi piace molto la piega che sta prendendo il nostro rapporto.
Prendo il telefono in mano e noto un suo messaggio.
Uno di questi giorni sei caldamente invitata, giusto per non dire obbligata, a cena da me. Te lo devo J
Spesso dopo i suoi messaggi aggiunge una J a simboleggiare che è stata lei a scriverlo, mi piace molto come abitudine e qualche volta anche io aggiungo una M, ma solo se parlo con lei.
Sorrido nel leggerlo e penso che sarebbe perfetto dopo un pomeriggio al museo.
Un pomeriggio di questa settimana sei libera?
Le chiedo senza risponderle al suo invito poco invito.
Non devo aspettare molto per ricevere la risposta, cosa alla quale sono abituata. Solitamente ci mette un po' a rispondere perché non ha quasi mai dei momenti liberi.
Domani pomeriggio non ho nulla di programmato, sempre che non salti fuori qualcosa all'ultimo J
È la sua risposta alla quale rispondo immediatamente.
Domani pomeriggio hai un impegno con me, ti porto in un posto. Poi alla sera posso venire a cenare da te se ti va
Per la cena perfetto. Il pomeriggio dove andiamo? J
Decido di farle una sorpresa e di non rivelarle la nostra meta, anche perché ho il timore che rifiuterebbe conoscendola.
Sorpresa
È l'ultimo messaggio che le mando.
Continuo la mia camminata per il centro quando mi trovo davanti ad uno dei palazzi più maestosi e grandi di Boston. La sede della casa editrice R&Brothers, il mio sogno fin da ragazzina è di portare loro il mio manoscritto e di vedere se me lo pubblicherebbero.
In un attimo di follia mi ritrovo ad entrare nell'edificio. Mi guardo intorno ammirando l'atrio immenso, un mare di gente si muove indaffarata per la stanza come tante formichine che cercano di fare la scorta di cibo il più consistente possibile per l'inverno. Rimango bloccata ad assistere a questa scena quasi surreale quando una ragazza si viene a scontrare contro di me.
«Scusi, non l'avevo vista» mi rivolge uno sguardo impaurito
Tiene stretto tra le braccia un curriculum, probabilmente sta andando a fare un colloquio con uno dei tanti funzionari che deve avere questa struttura.
«Non ti preoccupare, buona fortuna per il colloquio» mi ritrovo a risponderle mentre lei mi rivolge un'altro sguardo imbarazzato allontanandosi da me in direzione degli ascensori
Jane's pov
Entra in ufficio l'ultima candidata al posto di segretaria per Tommy. Se potessi essere sincera con queste ragazze direi loro di scappare il prima possibile però non posso farlo quindi devo mettermi in faccia il sorriso più falso che io abbia e fingere che lavorare con mio fratello sia la cosa migliore del mondo.
«Buongiorno» saluto la ragazza «Io sono Jane Rizzoli tu?»
«Mi chiamo Sarah Shawn» mi risponde lei imbarazzata
Capisco immediatamente che, oltre ad avere dei genitori tremendi che le hanno affibbiato uno dei nomi più orribili possibili, non sarebbe la persona giusta per lavorare con mio fratello. Troppo timida, a me serve qualcuno che sappia tenergli testa e metterlo in riga. Una persona come Red, che però è la mia segretaria e che mai potrei lasciare a Tommy.
Poco dopo la congedo prendendomi finalmente un attimo di respiro.
Chiamo Red a gran voce ma la russa non risponde, decido così di uscire dall'ufficio per fare due passi ed andare a prendere un caffè.
La sua scrivania è vuota, cosa che avevo intuito, ma non me ne preoccupo. Conosco la mia segretaria quasi come se fosse una seconda mia seconda madre, non mi pongo neanche la domanda di dove possa essere andata, sicuramente ha avuto un buon motivo per andarci.
Sul mio piano c'è il mio ufficio, quello di Red che è adiacente e comunicante al mio e delle sale conferenza, una con l'altra sede della nostra casa editrice e le altre per le riunioni. In pratica generalmente è tutto per me, quello subito sotto il mio è riservato ai vicedirettori, Tommy e Frankie compresi e gli altri sono tutti uffici dei redattori, dei readers, degli impaginatori e quant'altro. Insomma tutto ciò che servono per far sì che l'azienda della nostra famiglia possa rimanere in piedi e essere così forte rispetto a quelle della concorrenza.
Prendo l'ascensore e mi dirigo al pian terreno, decisa ad uscire prima oggi sempre che una delle tante persone che incontro non mi fermi prima. Saluto tutti quelli che incrocio, chi mi saluta più affettuosamente chi più formalmente ma comunque tutti sanno bene chi sono e io cerco sempre di ricordarmi i nomi di tutti loro perché nonostante siano dei miei dipendenti non li ho mai considerati persone inferiori a me, semplicemente io ho ereditato da mio padre il ruolo di capo.
Appena le porte si aprono noto un'acconciatura che riconoscerei tra mille, Maura. Mi chiedo cosa ci faccia lei qui e poi mi rendo conto che non posso permettere che mi veda, altrimenti il mio segreto sarebbe svelato, ma un saluto di troppo mi fa scoprire.
Si gira dopo aver sentito uno dei miei redattori chiamarmi capo e io averlo salutato a mia volta con il suo nome.
«Jane?» chiede confusa
«Come hai scoperto dove lavoro?» le chiedo con curiosità
«Non l'ho scoperto, però ora lo so» mi risponde
Sono confusa, non credo che mi sia chiaro il concetto. Ride capendo probabilmente la mia confusione.
«Non sapevo che lavorassi qua, sono entrata perché fin da piccola ero affascinata da questo posto. Ho un piccolo segreto anche io e il mio sogno nel cassetto sarebbe di riuscire a renderlo pubblico. Poi sei scesa tu e così mi sono illuminata» mi spiega confessandomi di aver probabilmente scritto qualcosa
«Voglio tassativamente leggere la tua opera piccola» le dico avvicinandomi a lei per poi lasciarle un bacio sulle labbra
Tutti sanno che sono lesbica, non ho mai voluto nasconderlo a nessuno. Chi non lo accetta non viene assunto, non è molto difficile.
«Non credo che sia una buona idea, fa abbastanza schifo» mi confida con una smorfia
«Nulla che hai creato tu può fare schifo» le sorrido teneramente prendendole la mano e portandola fuori dall'edificio
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Universes
Fanfiction•A Rizzles Story• Due donne completamente diverse. Due caratteri completamente diversi. Due vite completamente diverse. Due storie completamente diverse. Una nel pieno della carriera, l'altra fresca di diploma. Cosa succede quando due universi compl...