Chapter 27

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Maura's pov

Do you know what's worth fighting for?
When it's not worth dying for?
Does it take your breath away
And you feel yourself suffocating
Does the pain weigh out the pride?
And you look for a place to hide
Did someone break your heart inside
You're in ruins

Queste sono le parole urlate a tutto volume dallo stereo che sento appena entro in casa di Jane. La vedo intenta a pulire per terra con uno straccio mentre canta a bassa voce le parole della canzone.

Si accanisce contro il suolo quasi come se questo potesse scacciare i suoi demoni interni, come se fossero una macchia che sfregando e sfregando si possa sbiadire. Ma i suoi demoni interiori sono come la macchia di sangue del fantasma di Canterville, nota storia di Oscar Wilde, che per quanto i protagonisti si impuntino a voler cancellare ogni notte compare nuovamente.

Mi avvicino a lei e quando la saluto quasi si spaventa, non avendomi sentito arrivare troppo concentrata nella sua allegorica lotta con la macchia di sugo sul pavimento.

«Cercare di togliere la vernice alle piastrelle non risolverà nulla» mi chino accanto a lei cercando di fare una battuta cosa che non mi deve riuscire bene perché non riesce neanche ad abbozzare un sorriso

«Mi dispiace di essere così negli ultimi tempi» abbassa gli occhi dispiaciuta

«Non puoi farci nulla. Ognuno di noi ha i suoi demoni e le sue cicatrici, alcune si riescono a rimarginare e altre no» le sorrido «Ma la loro unione forma una specie di mappa che caratterizza la persona»

«Non so cos'ho fatto per meritarti» mi stringe a sé

«E io cos'ho fatto per meritare te?» le rispondo lasciandole un bacio sullo zigomo

«Io non ho nulla di speciale» inclina la testa

«È qui che ti sbagli. Tu sei speciale, e non immagini quanto. Potrei stare qui ore, accovacciata sul pavimento, ad elencarti tutti i motivi per i quali sei speciale e sono quasi sicura che tu non ti renda conto neanche di uno, ma per questo ci sono io. Per ricordarteli quando stai per gettare la spugna, come ora» mi siedo incrociando le gambe

«E io potrei stare qui ore a sentirti parlare mentre cerchi di tirarmi su,a che ne dici se lo facciamo davanti ad un bell'hamburger?» sorride per poi proporre la cena

«Ho pensato ad una cosa più salutare stasera» le sorrido già sapendo che non sarà molto d'accordo con la mia scelta

«Tutto ma non i becchimi, ti prego» unisce le mani implorandola facendomi scoppiare a ridere

«I becchimi, come li chiami tu, sono molto salutari!» la rimprovero con uno sguardo fintamente duro

«Mi chiedo come sia possibile, hanno già dei nomi che non promettono per niente bene. Che dici di quinoa? Sembra chioma e per quanto io possa amare la carne preferirei non mangiare la peluria» commenta schifata contribuendo solo di più alla mia risata

«Comunque ho comprato il seitan» le comunico con un sorriso

«Ancora peggio, cartone che fa finta di essere carne» sbuffa mentre si tira su aiutando poi me a alzarmi

«Non fare storie» la rimbecco

«Io faccio tutte le storie che mi pare» ribadisce lei

«Resta comunque il fatto che mangiamo il seitan stasera» sorrido vincitrice mentre mi dirigo verso la cucina recuperando sulla strada le buste della spesa che avevo abbandonato accanto alla porta d'ingresso

Jane's pov

Ho convinto Maur ad andare a casa, a lasciarmi da sola. Da quando quasi un mese fa le ho raccontato dell'Accademia insisteva per rimanere a dormire con me o per farmi stare da lei. È la prima notte che riesco a convincerla a lasciarmi sola. E abbiamo anche litigato per questo.

Non che non ami la sua presenza, o semplicemente lei. Però ho davvero bisogno di stare da sola, tra pochi giorni dovrò partire per New York, devo partecipare ad una presentazione di un nuovo libro.

All'inizio sarebbe dovuto andare Frankie ma poi è stata esplicitamente richiesta la mia presenza. Questa è l'unica parte del mio lavoro alla quale mai mi potrò abituare. Odio le feste dei nobilotti americani, dove tutti sorridono falsamente sputando cattiverie su chiunque non appena sono fuori dal loro campo uditivo. Però devo parteciparvi, di solito posso farmi accompagnare da qualcuno che è sempre stata Alex. In qualità di mia vicedirettrice e mia amica, ma questa volta avrei voluto portare Maura, ma forse non vuole dopo tutto questo.

Mi rendo conto di non averle mai parlato di questa cosa e prendo in mano il telefono con l'intenzione di chiamarla e proporglielo, sperando che possa perdonare la mia testardaggine. Ma appena lo sblocco trovo un messaggio della mia migliore amica.

Sei a casa da sola?

È tutto ciò che recita il messaggio.

Sì perché?

Le chiedo, poco dopo mi arriva la sua risposta.

Io e Pips possiamo passare?

Scuoto la testa contrariata

Dimmi perché non la vuoi presentare a Maur, mi piacerebbe che le nostre donne si conoscessero.

Le faccio presente, come ogni volta.

Chiamala se ci tieni davvero...

Mi provoca, ben sapendo che se sono sola è perché ho insistito io per farla andare via.

L'ho appena implorata di lasciarmi sola, non mi sembra di caso di chiamarla

Replico

Meglio così allora

Mi irrita la sua stupidità. Decido di chiamare comunque Maur, nonostante possa prendermi per stupida. Ma la verità è che non so perché ho insistito tanto per farmi lasciare sola.

Compongo il suo numero ma non mi risponde, decido quindi di lasciarle un messaggio in segreteria.

“Hey amore,
So di essere stata una stupida, ma la verità è che non so perché ho insistito tanto per restare sola. La tua presenza mi fa bene, mi fa sorridere come nessuno sa fare.
Ho bisogno di te nella mia vita, specialmente in questo momento per quanto egoistico possa sembrare questo pensiero.
Ti amo lo sai? E ti amo perché ti preoccupi per me se sto male, se sono giù. A volte mi chiedo se io faccia mai qualcosa per farti sentire speciale e mi rendo conto che probabilmente non lo faccio.
Probabilmente stai sentendo il messaggio mentre parlo, ma sei offesa con me e non mi vuoi parlare. Sai cosa? Lo capisco, anche io sarei offesa con ne in questo momento.
Sono stata una stupida e mi sento ancora più stupida a chiederti quello che sto per chiederti, ma ho davvero bisogno di te.
Alex mi ha scritto che sta per arrivare con Pips e non so se riuscirei a vedere la felicità stampata sui loro volti sapendo che io e te abbiamo avuto una discussione.
Torni da me? Per favore. Ti amo” mentre chiudo il messaggio una lacrima mi corre lungo il volto, ultimamente piango troppo facilmente.

Non passa molto tempo che il mio telefono trilla.

Sto arrivando

È tutto ciò che leggo dallo schermo, ma queste parole hanno il potere di farmi sorridere come poche altre.



Fa schifo, lo so. Ma voi non fateci caso.

Comunque volevo solo dirvi che dato che oggi è il mio compleanno non dovrei essere in a dare qualcosa a voi ma voi a dare qualcosa a me.

Baci.

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