Chapter 29

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Maura's pov

Quando Jane mi ha detto che Alex e Piper si sarebbero sposate, ho sorriso perché la mia previsione iniziale si era rivelata corretta. Però mai, e dico mai, mi sarei aspettata che mi chiedessero di essere loro damigella.

Pensavo che Jane sarebbe stata la damigella di Alex, perché quello era ovvio, ma non immaginavo di dover essere anche io damigella della coppia.

Quando prima ho accettato ho visto gli occhi di Piper riempirsi di lacrime ed è corsa ad abbracciarmi facendo commentare a Alex: «Ecco perché non volevo che si conoscessero»

Al ché Jane le ha tirato addosso un cuscino facendo sbuffare l'amica che, in tutta risposta, gliene ha lanciato un altro.

Ora sono appena andate via e in casa ci siamo solo io e Jane. Lei si siede sul divano avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi.

«Non sono brava con le relazioni, non lo sono mai stata. Tendo sempre a fare di testa mia e a deludere l'altra persona. Però con te è diverso. Quando cerco di fare quello che voglio tu mi imponi la tua presenza, come se volessi dirmi che nonostante tutto sarai vicino a me. Prima ho insistito a stare da sola perché ho una paura profonda nei confronti dei cambiamenti, e mi sono resa conto che la nostra storia ne sta portando un sacco nella mia vita» si ferma un attimo e sorride, sto per prendere la parola quando lei ricomincia a parlare «Tutti bei cambiamenti, ovviamente, però sempre cambiamenti. Me ne sono resa conto completamente quando Red mi ha detto che tra pochi giorni sarei dovuta partire per New York ad assistere ad una presentazione. Come sempre mi ha consegnato i biglietti del volo e la prenotazione dell'hotel. Di solito mi accompagnava Alex, ma lei ha dato per scontato che saresti venuta tu con me. Questo mi ha fatto notare quanto la mia vita sta cambiando. La mia migliore amica si sposa, ho trovato una donna per la quale farei qualunque cosa e la mia segretaria mi capisce meglio di me stessa, o forse questo non è cambiato» si contraddice arricciando le labbra per pensare, inizio a parlare ma lei cerca di zittirmi

Poggio un dito sulle sue labbra e prendo la parola.

«Anche io ho sempre temuto i cambiamenti, hanno sempre implicato qualcosa di brutto nella mia vita. Da piccola ne ho subiti così tanto da sviluppare una fobia per essi, e quindi anche io sono spaventata da tutto questo. Da me e te. Ma sono sicura che insieme possiamo affrontarlo, combattere e vincere. Andiamo a piccoli passi, ma una accanto all'altra. Se per te New York è un passo troppo grande vai con Alex, non potrei mai accusarti di nulla se te la senti, invece, sarò al tuo fianco in questa presentazione e in quelle che seguiranno» sorrido prendendole una mano e stringendola

Lei sorride. In quel suo sorriso posso vedere tutti i suoi demoni, le preoccupazioni che le stanno passando per la testa in questo momento e che le chiudono il cuore non facendo entrare nessuno. Si morde il labbro inferiore mentre pensa, poi infine prende la parola.

«Io» fa una pausa per pensare ancora un'attimo «Credo di» si ferma nuovamente e sono pronta a sorridere e a baciarla stringendola a me dopo che mi avrà detto che preferisce andare con la sua migliore amica, scuote la testa e afferma decisa «Voglio che venga tu con me»


Jane's pov

«Maur» esclamo scioccata aprendo la porta di casa sua pronta a portare giù la sua valigia «Stiamo via tre giorni amore. Non c'è bisogno di portarsi dietro l'intero armadio»

«Perchè tu quante valige hai?» mi guarda stranita

«Una? E non è neanche piena» rispondo ovvia

«Maccome? Allora una valigia serve per i vestiti, una borsa per tutto il beauty e il trucco, un borsone per le scarpe e poi, beh, la valigia con tutto ciò che potrebbe tornare utile: il piumino, il costume, la crema solare, l'ombrello, il telefono di riserva...»

La fermo prima che possa elencarmi l'intera casa.

«Ripeto stiamo via solo tre giorni Maur» affermo ancora sconvolta

«Quando poi ti servirà qualcosa non te la impresterò» mi addressa con uno sbuffo

«A me bastano i miei jeans e una maglietta, poi sono a posto» esclamo mentre carico tutto il suo bagaglio sull'ascensore per portarlo di sotto

«Ma non puoi partecipare ad una presentazione di un libro con dei jeans Jane!» si indigna

«Ti prego non iniziare anche tu» la guardo male «Anche Alex insisteva sempre e alla fine mi faceva mettere un vestito»

«Allora non vedo perché tu ti lamenti, dovrai essere abituata ormai» sorride felice mentre io sospiro rumorosamente

«Speravo che almeno tu mi avresti appoggiata» alzo gli occhi al cielo

«Sai vero che al loro matrimonio non potrai metterti in jeans?» mi guarda accusatoria

«Non farmi già pensare a quella tortura, dovrò stare un giorno intero con un vestito e dei tacchi. Sarà un inferno» mi lamento

«Dovresti essere felice che la tua migliore amica si sposi» mi sgrida come se fossi un bambino che fa i capricci

«E infatti lo sono, ho vinto una scommessa anche quindi non potrei essere più felice di così. Però ciò non toglie che sarà un inferno» sorrido biricchina

«Sei senza speranza» scuote la testa lei

«Ma tu mi ami anche per questo» continuo a giocare con lei

«Forse non ti amo poi così tanto» afferma con un sorriso malizioso

«Se non mi ami non mi sforzo di caricare quest'ultima valigia, tanto cosa importa no?» mi fermo e la guardo intensamente

«Non potresti metterla comunque? Sai sono le scarpe...» abbozza un sorrisino

«Non finché...» inizio ad replicare quando realizzo ciò che ha detto «Sono solo le scarpe?!»

«Eh per forza. Me ne servivano un paio da abbinare a tutti i vestiti e poi ne ho messe anche qualcuna di tacco più basso per stare più comoda» spiega come se fosse normale

«Tacco e comoda nel mio vocabolario non possono stare nella stessa frase»

«Quanto sei esagerata» mi riprende

«Mi hai fatto cambiare discorso» mi offendo «Ora non partiamo finché non mi dici che mi ami» mi metto le mani sui fianchi

«Sei così tenera piccola» commenta intenerita mentre mi prende il volto tra le mani e lascia un bacio casto sulle labbra «Questo basta?»

La prendo per la maglietta e la avvicino nuovamente a me dando vita ad un bacio molto più focoso del precendente.

«Adesso già meglio» affermo mettendo in moto la macchina in direzione dell'aeroporto

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