SIXTEEN? SIXTEEN

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Entro dalla porta di vetro: il calore mi avvolge e il profumo di pizza e patatine fritte aleggia nella stanza.
Ha sempre fatto le cose in grande.
Il bar della scuola è decorato da fiocchetti rosa e gialli: rosa perchè è il suo colore preferito e giallo perchè è il colore della mimosa dato che oggi è l'8 Marzo, la festa della donna.
Il papá di Abigail è accanto alla porta della stanza riservata alla festa e sta tranquillamente parlando con mia sorella che ogni tanto ridacchia.
Li raggiungo un po' imbarazzato; il padre mi saluta presentandosi con una stretta di mano e lei mi abbraccia.
Abigail entra nella stanza sorridente, sembra una bambola di porcellana impeccabile mentre si avvicina; mi saluta con un semplice 'ciao' e mi accompagna al tavolo.
"Uhm, ti siedi accanto a me?" sorride.
"Certo" appoggio la giacca sullo schienale della sedia a sinistra della sua e quando mi volto la scruto mentre parla con Scarlet.
Colgo l'occasione per memorizzare la sua immagine.
Il suo sorriso splende, più della luna piena in una notte limpida, sulle sue labbra dipinte da un rossetto rosso brillantinato.
L'illuminante, credo si chiami così, le fa brillare le guance di rosa che, piano piano, si velano di rosso per via del caldo.
Gli occhi sono pesantemente truccati di nero e blu; i capelli le ricadono dietro le spalle in morbidi boccoli dorati raccolti sul davanti con una coroncina, da principessa, luccicante per via dei diamanti argento incastonati nel metallo dell'accessorio.
Il vestito le calza lungo il corpo come un guanto enfatizzandole ogni curva: è ricamato con stelline bianche e blu su una stoffa nera abbinato agli stivaletti di capodanno.
Mi riprendo quando Adrian mi tira una pacca sulla spalla.
"Oi" ridacchia ed io alzo gli occhi al cielo mentre vado a sedermi al tavolo.
Sogno sempre ad occhi aperti...
Detesto il suo effetto su di me, detesto il mio cuore che sobbalza al suono della sua voce e i miei occhi che s'incantano ammaliati sul suo corpo.
Detesto non riuscire a parlarle senza dire stronzate, detesto percepire ogni cazzo di volta il suo profumo come se fosse il mio.
Il problema è che io amo tutte queste particolarità, perchè senza ogni dettaglio appena descritto la mia vita ora come ora non avrebbe senso.
Sospiro e sorrido a León ed Irina che si siedono davanti a me.

Si alza e va al bagno.
La gonna del vestito oscilla lungo i suoi fianchi a ogni minimo movimento del bacino.
Irina va a prendere la torta; Eureka, con l'aiuto di altri invitati, imbandisce il tavolo con dolci e regali per poi sistemare le sedie; infine Scarlet richiama il silenzio e spegne le luci.
Kris, un nostro compagno di classe, si è offerto per scattare le foto, a insaputa di Abigail, durante tutta la serata.
I passi delicati indugianti di Abigail riecheggiano lungo il corridoio, mentre torna dal bagno.
Irina accende la candelina, sembra un piccolo fuoco d'artificio, e quando lei è ormai vicina alla porta un coro con la classica canzoncina di buon compleanno la accoglie nella stanzetta.
Le luci si riaccendono e, prima di tagliare la torta, la festeggiata è richiesta da tutti noi per scattare qualche foto.
Mentre apre i regali non perde mai il sorriso e ringrazia tutti con un bacio sulla guancia.
La reazione più bella sono le lacrime di gioia e amore che le colmano gli occhi mentre legge il biglietto di Scarlet: uno striscione.
Mia sorella è la sua migliore amica e un legame così penso non si sia mai visto in tutta la storia dell'umanità.
Abigail le salta letteralmente addosso per ringraziarla stringendola a sè.
Sono le 21:15 e stiamo giocando a 'obbligo o verità' nel salone della stanza comune delle ragazze.
"Tocca a noi" mi guarda sorridente e le sue gote rosse devono essere così calde, chissà come deve essere accarezzarle con le mie mani fredde.
"Obbligo o verità?" la tensione aleggia nella stanza e il suo sbadiglio spontaneo non fa altro che innervosirmi.
"Verità"
"Il tuo sogno più grande?"
Una scia di pensieri si fa strada nella mia mente in subbuglio.
Da piccolo volevo fare il veterinario, papà mi ricordava ogni sera a tavola come mi divertivo a medicare Haze, la nostra amata labrador.
Ora qual è il mio sogno?
La guardo e mi sembra così scontata la risposta alla sua banale domanda; i suoi occhioni marroni screziati di verde mi gonfiano il cuore aumentandone i battiti.
"Passo, tocca a me" la guardo e sento il calore farmi pulsare i capillari delle guance.
"Obbligo" espira dopo aver guardato Scarlet.
Guardo l'ora, 21:24, prima di mormorare una parola incredibile, che stupisce non solo i miei amici, ma anche me stesso.
"Baciami" flebile e dolce si insinua nell'aria per arrivare a me, al mio cuore.
Scarlet stringe appena la mano di Abigail, un gesto impercettibile e nervoso, ma che da la forza all'amica di alzarsi e sedersi a cavalcioni sulle mie gambe.
Tutti gli occhi sono puntati su di noi.
Il mio respiro trema appena, il mio cuore potrebbe uscire da un momento all'altro dal petto quando le sue labbra morbide e rosate sfiorano le mie screpolate e secche.
La accarezzo una guancia scostandole i ricci dal viso e lasciandomi inebriare dal suo profumo ai frutti di bosco.
Le sue labbra si schiudono dolci in sintonia con le mie e la sua lingua calda gioca esitante con la mia, mentre il silenzio attorno a noi ci assorda.
Si stacca troppo presto e la guardo negli occhi
"Tu sei il mio sogno più grande" mormoro.

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