Osservo il cielo limpido mentre sorseggio una lattina di Fanta con Scarlet seduta di fronte a me.
Lei si gusta un cono gelato unicamente allo yogurt, nel frattempo chiacchieriamo del più e del meno aspettando la mia ennesima seduta con Arianne.
Ormai siamo a fine aprile e la scuola fra poco più di un mese sarà solo un vago ricordo, almeno fino a settembre.
Sorrido al pensiero delle vacanze estive prima di irrompere nel silenzio che aleggia fra i nostri pensieri taciturni.
"Hai qualche materia insufficiente?"
"Matematica al 5" sospira senza perdere il suo impeccabile sorrisino sghembo "ma posso recuperarla, te invece?"
Adoro il suo ego che non si perde mai d'animo rendendola viva in questa vita monotona ed essenzialmente spenta.
"Neanche mezza" le faccio una linguaccia e scoppiamo in una risata.
"Hai sentito mamma e papá?" sorride beffandosi della mia smorfia perplessa.
"Ieri sera, ma solo cinque minuti per chiedermi della gita al parco avventura e per sapere come stanno andando le sedute; perchè me lo chiedi?" scruto i suoi occhi verde smeraldo che brillano riflettendo la luce del sole.
"Ho sentito papà ieri pomeriggio e mi ha detto che a luglio ci porterà con lui, per un suo viaggio di lavoro, a Londra!" mi guarda entusiasta mentre la felicità dilaga sul mio volto attraverso un sorriso.
"Quindi evita il debito!" la guardo male mentre mi alzo per buttare la lattina vuota e lei mi affianca per accompagnarmi nelle quattro mura che sorreggono l'istituto.
"Ci provo" ridacchia e ci incamminiamo silenziosi.Ed eccomi nella solita stanza; ormai conosco meglio questo studio che la mia camera.
"Ti ho vista con Scarlet prima" sorride dolcemente mentre si accomoda sulla sua sedia girevole e congiunge le mani sul ginocchio destro delle gambe accavallate.
"Si" mormoro e poggio il mio sguardo assorto su un punto indefinito della parete alle sue spalle "l'ho accompagnata a fare merenda prima di venire qui".
"Molto bene, quindi oggi deviamo il solito schema: parlami di Scarlet, quello che vuoi dirmi riguardo a voi"
La guardo negli occhi, mentre rifletto sul rapporto con mia sorella.
"Da piccoli eravamo inseparabili, giocavamo sempre insieme e le nostre emozioni dipendevano le une dalle altre" sorrido al pensiero di vaghi ricordi sbiaditi dalla memoria.
"Pur essendomi allontanato da casa il nostro affetto non è mai diminuito, anzi lei percepiva giorno dopo giorno, in modo sempre più angosciante, la mia mancanza e infatti ha chiesto di trasferirsi in questa scuola per starmi vicino"
"Non bastava vederla durante il fine settimana?"
"All'inizio si, ma il mio atteggiamento la turbava parecchio. Le raccontavo solo di Abigail e lei, incuriosita dal mio amore e dalla ragazza della quale mi sono innamorato, ogni giorno mi assillava con domande alle quali non trovavo risposta nemmeno per me stesso"
"Tipo?" mi incalza Arianne.
"Cosa provo per lei, come si atteggia nei miei confronti, perchè mi sono innamorato..., ma da quando si è trasferita, impedendomi di tornare a casa nel fine settimana, lei ha smesso di tartassarmi costantemente"
"Non pensi che questo sia dovuto al rapporto che Abigail e Scarlet hanno instaurato fra loro?"
La scruto scarabocchiare qualcosa sul suo quadernone.
"Sono inseparabili, non pensavo che il loro legame crescesse così a dismisura come è successo; ma Scarlet non mi racconta molto del loro rapporto, quello che so è perchè lo vedo con i miei occhi" mi soffermo a riflettere e d'istinto le paragono fra loro.
"Abigail è come una bambina sempre distratta che gioca a nascondino, mentre Scarlet è decisamente più attenta, come una bimba che prova a gattonare per la prima volta e a tentoni tasta il terreno sotto di lei; forse è perchè si completano che la loro amicizia vive"
Arianne mi scruta un secondo prima di togliersi gli occhiali e appoggiarli sulla scrivania davanti a se.
"I tuoi genitori invece? Li chiami ogni tanto?"
"Una volta al giorno, almeno per sapere come stanno e se in famiglia è tutto okay" mi fa un cenno col capo per annuire e continuo a parlare raccontandole la notizia che mi ha riferito la mia sorellina poco fa.
"Ma è fantastico!" sorride e si alza girando attorno alla scrivania per superarla, apre la porta e Scarlet entra nella stanza cupa.
La cosa mi sorprende notevolmente e la scruto sedersi sulla sedia accanto a me.
Il verde sgargiante della sua maglia irrompe nella monotonia dell'anima di questa stanza.
"Allora" Arianne si riaccomoda al suo posto appoggiandosi alla scrivania per sporgersi verso di noi.
Guardo Scarlet per esordirla a parlare ed avere spiegazioni.
"Innanzi tutto ciao fratellone" fa una pausa per voltarsi verso di me e sorridere "secondo, ho parlato con Abigail"
Il mio cuore accelera facendomi fluire il sangue alle orecchie nelle quali riecheggia quel nome.
"Lei parla di te con una dolcezza inspiegabile e al contempo nega di provare qualcosa.
È confusa quando le accenno di te e a volte cambia discorso; ho parlato anche con Irina, ma non capiamo le sue intenzioni intuite da un affetto e gesti inspiegabili. Andrew io so che aspettavi queste parole da molto e voglio anche dirti cosa ne penso.
Questa è la tua ultima seduta di un percorso tormentato, il mio parere è o lasci perdere questo sentimento, oppure assillala, dimostrale cosa provi dando tutto te stesso"
Rifletto su queste parole per secondi, minuti, forse ore...
A volte capita di innamorarsi.
Succede per caso, non te lo aspetti nemmeno: è un sentimento che ti travolge senza repressioni, esatto...l'amore non puó essere schiacciato, soffocato, eliminato.
Come non possiamo controllare il cuore.
Un organo che ogni secondo vitale sussurra flebili tumulti con intensità differenti: veloci, lenti, moderati.
Finchè non si ferma, per sempre.
Questo è il vero amore: innamorarsi follemente fino al punto di essere in una gabbia, di essere sopraffatto dalla follia, dalla condizione 'io farei tutto per quella persona'.
E io ci sono caduto: ingabbiato nella quotidianità di una ragazza dal sorriso imbarazzato, il profumo inebriante e i capelli splendenti come i tenui raggi di sole in inverno.
Non la amo solo con gli occhi, ma è il mio cuore che si è sciolto sotto le sue gesta, lusingato dal suo primo saluto, dal primo contatto della sua mano con il mio braccio.
È lui che vibra a contatto con la sua risata, freme mentre inalo il suo profumo quando è nei paraggi.
Mi sono innamorato delle sue attenzioni, del suo carattere, della sua spontaneità che poi ha conquistato il mio corpo attraendolo al suo.
Ed è così: io amo la sua mente armoniosa con il suo corpo.
Ma qual è la mia scelta?
Lasciarla perdere?
Autoconvincermi di un sentimento non ricambiato?
Darle il mio cuore e dirle cosa provo?
Andrew devi scegliere, ora o mai più.
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Search Your Shade #Wattys2019
Romance"Sei fidanzato?" "No" "Come si chiama lei?" "Abigail" "Perchè sei qui, Andrew?" "Per amore, cazzo" la parolaccia che ho appena pronunciato riecheggia fra le pareti bianche fino a sfumare in un sordo boato. L'amore che prova Andrew è solo un confine...