BANALITY

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Continuo a pensarci.
A pensare a quel lontano 31 Ottobre e a quanto mi manca il calore delle sue labbra, il contatto col suo corpo.
Scarabocchio sul quaderno qualche nome dei minerali che la professoressa sta spiegando.
"Bene, ora fate gli esercizi a pagina 88 del libro di testo" esclama la professoressa prima di mettersi al computer.
"A coppie?" chiede Lorelain.
"Si, ma in silenzio" ci scruta di sottecchi con fare minaccioso, come al solito.
Una folata di profumo mielato mi raggiunge e alzo d'istinto lo sguardo.
I suoi capelli biondi ricadono sul mio banco e un timido sorriso le accarezza le labbra mentre poggia il libro di scienze della terra davanti al mio, ma rivolto verso di lei.
Scarlet ha fatto lo stesso voltandosi verso Adrian.
La osservo mentre si impegna alla ricerca della prima risposta per poi scrivere.
Sorrido prima di mettermi al lavoro anche io.

L'ora trascorre troppo veloce, d'altronde abbiamo occupato la maggior parte del tempo a ridere e scherzare sottovoce invece di svolgere seriamente il compito.
Vado verso le macchinette del piano terra per prendere una bottiglietta d'acqua mentre rifletto sulla spiegazione di matematica che non ho minimamente voglia di seguire.
"Ehi" la vedo appoggiata al termosifone con un the caldo fra le mani.
"Sempre in giro, eh?" ridacchia e prende un sorso della bevanda calda.
"Parla lei" sorrido e prendo la bottiglietta percependo i suoi occhi puntati su di me e sui miei banalissimi gesti.
"Posso accompagnarti in classe?" le porgo la mano e la osservo sorridere come una bambina che ha appena ricevuto un regalo.
Getta il bicchierino vuoto nel cestino accanto alla macchinetta, poi stringo piano la sua mano nella mia.
"4S" cammina al mio fianco mentre mi dice la classe nella quale ha lezione.

"Non voglio avere due ore di recupero pomeridiano" si lamenta Irina mentre si siede col vassoio del pranzo appena preso a mensa.
"Già" sospira Abigail seduta accanto a me "abbiamo un'ora e mezza libera, potremmo andare al parchetto dopo pranzo" sorride prima di addentare il suo panino al prosciutto.
"Direi che è una buona idea".

Dopo aver sparecchiato ci incamminiamo verso il parchetto del dormitorio femminile.
Ci raggiungono anche Lorelain, Scarlet e Adrian che hanno appena finito la sesta ora.
"Odio matematica" si lamenta la mia sorellina sedendosi sulle gambe di Adrian.
"Non dirlo a me" esclama Abigail mentre poggia il suo zaino rosa sul pavimento di gomma sottostante all'altalena.
Si siede sul seggiolino e mi sorride.
Ha i capelli sciolti che le ricadono sulle spalle e le punte sfiorano le sue gambe magre, avvolte da un paio di jeans blu abbinati a un maglioncino di ciniglia lilla.
"Mi spingi?" guardo i suoi occhi più chiari sotto la luce del sole.
Mi avvicino alle sue spalle e le prendo dolcemente i fianchi per poi darle una lieve spinta in avanti.
La sua schiena rigida si rilassa e toglie il telefono.
Apre la fotocamera interna e fa un boomerang nel quale sorride e poi rapidamente inquadra me.
Sorrido soddisfatto mentre lo pubblica nelle sue Insta-stories.

La guardo: è seduta sul freddo pavimento di gomma della palestra intenta a scaldarsi nella sua felpa arancione, intanto sta parlando con León e Lorelain.
"Giochiamo a pallavolo oggi" esclama Scarlet sedendosi accanto a me con un tonfo sordo.
La guardo e sorrido.
"Le squadre sono quelle di settimana scorsa, gli faremo il culo!" ridacchia Adrian prima di baciare sulla guancia mia sorella.
"Ma sta' zitto fannullone" Irina gli mostra il terzo dito con un sorrisetto scherzosamente malefico che le increspa le labbra.
"Non perdiamo tempo ragazzi; alzatevi e organizzate voi queste due ore di torneo" un boato di lamentele coinvolge la classe.
Mi alzo e, mentre un gruppetto prepara la rete da gioco e organizza i ruoli di arbitraggio, vado verso la mia squadra.
Abigail, Eureka, Adrian, Scarlet e Bryan stanno discutendo sui ruoli con i quali iniziare la partita.
"Io vado alla battuta, mettete Andrew come centrale sotto rete" si lamenta Abigail.
"Per me va bene" le sorrido concedendole il mio ruolo.
Quando anche gli altri si sono accordati, finalmente, possiamo iniziare la partita.

La osservo a malincuore scappare dal campo mentre trattiene le lacrime.
"Devo andare da lei" si impone Scarlet al 'no' secco della professoressa che, dopo svariate incitazioni anche da parte della classe, le concede il permesso.
Aspetto, vorrei essere io a consolarla e stringerla fra le mie braccia mentre le sussurro che va tutto bene.
"Ma cazzo, Andrew, mentre la professoressa è distratta potresti anche sgattaiolare nello spogliatoio anzi che stare qui pervaso dal magone" si lamenta Adrian cercando di tenere un tono di voce non troppo alto.
Mi alzo e cerco l'insegnante con gli occhi; è indaffarata a recuperare il pallone incastrato fra le ceste di metallo contenenti gli accessori per fare educazione fisica.
Entro nello spogliatoio delle ragazze e ascolto la voce consolatoria di Scarlet rimbombare fra le pareti.
"Non sei un disastro cucciola"
"Si che lo sono" singhiozza Abigail con la voce spezzata dal pianto.
"Shh, no. Non hai fatto nessuna figuraccia, non devi fartene una colpa se non è il tuo sport".
Entro nello spazio angusto e osservo mia sorella stringere Abigail fra le braccia e accarezzarle i capelli.
"Ciao Andrew" mi guarda con i suoi occhioni identici ai miei.
Abigail sussulta quando mi inginocchio davanti a lei prendendole la mano.
"Se sei qui per deridermi la porta s-" non le lascio concludere la frase e la bacio a stampo.
"No, non me ne vado" la guardo negli occhi.
"Io resto".

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