THE GAME

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Il solito corridoio oggi mi sembra infinito; le solite persone sembrano spente, spogliate della loro umanità.
Fuori piove e fa freddo, l'inverno ormai è alle porte e il clima natalizio influenza la quotidianità di questo periodo grigio.
Entro in classe e intravedo Scarlet che parla sussurrando ad Adrian: a prima vista sembra preoccupata e agitata.
Mi siedo sullo sgabello davanti al cavalletto che sorregge una tela bianca e il mio subconscio mi domanda assillante, pur sapendo già la risposta, perchè ho scelto il corso di arte.
Mentre aspettiamo la professoressa, parlo con Eureka di una ricerca di fisica da consegnare settimana prossima anche se nei miei pensieri bazzica tutt'altro: dov'è Abigail?
Non faccio in tempo a torturarmi abbastanza che lei entra nella piccola stanza colorata.
La fisso attonito e una parte di me crolla davanti alla scena: si siede nelle prime file e ride mentre un ragazzo le parla.
Parlare è un eufemismo dato che è palesemente evidente che ci sta provando con lei.
Chi è quello?
La mia mente viaggia, la testa pulsa a ritmo di pensieri troppo ardenti che minacciano di farmi impazzire.
Fissare la tela bianca durante le lezioni mi era già capitato, ma di farlo così intensamente no.
È così bella, rappresenta il riflesso di tutti i colori sbiaditi e incanala perfettamente come mi sento: vuoto.
Lancio un'occhiata verso di loro: Abigail è felice, per davvero, e quel ragazzo è capace di darle tutte le attenzioni che io non le ho mai dato in quattro anni.
Comunque, in tutto ció, il suo sorriso mi scalda l'anima, ma mi gela il cuore sapere che non sta sorridendo per merito mio.
La campanella suona e mi fiondo letteralmente fuori dall'aula camminando nel corridoio troppo affollato.
Incontro Irina mano nella mano con León che mi ferma prendendomi deciso la spalla.
"Hai visto, vero?" Irina mi guarda negli occhi e scrollo di dosso la mano del mio amico attraverso un'alzata di spalle.
"Ovviamente voi sapete tutto e io no" stringo i pugni.
"Andrew, calmo, deve parlartene lei" sospira León.
Trattengo l'impulso di mandarlo a fanculo e mi allontano.
"Non fare cazzate!" sento strillare nervosa Irina.
Devo scoprire chi è, il prima possibile, e l'unica che sa sicuramente tutto è mia sorella.

"Ti prego, parlami" guardo i suoi occhi verdi squadrarmi.
Scarlet è seduta sul mio letto a gambe incrociate a fare i grattini ai capelli di Adrian che, stranamente, se ne sta in silenzio.
Sospira e abbassa lo sguardo nervoso sul volto rilassato del suo ragazzo.
"Prima o poi verrá a saperlo, diglielo amore" mormora Adrian dopo un mugolio di piacere.
"Si chiama Mason" guarda fuori dalla finestra scostando i ricci scuri su una spalla "ha due anni in più di noi e si è trasferito solo per lei. Ricordo che Abigail mi parlava di lui durante le video chiamate, mentre lei era al mare".
La guardo.
"Lui si è innamorato di lei e, quando l'altro giorno abbiamo aperto la porta della nostra stanza trovandolo sulla soglia, non potevamo respingerlo"
"Soprattutto Abigail non poteva ignorarlo perchè, infondo, un po' le piace" esita "non stanno insieme, peró capisco che le effusioni e il sentimento reciproco sono più che evidenti"
Adrian si alza e mi abbraccia.
Cerco di trattenere le lacrime che minacciano i miei occhi tristi.
Con la coda dell'occhio vedo Scarlet a disagio che risponde a dei messaggi su Whatsapp.
"Dobbiamo andare" si alza anche lei e prende la mano del mio migliore amico.
"Se hai bisogno fammi uno squillo" mi tira una lieve pacca sulla spalla.
"A dopo" Scarlet mi stampa un bacio sulla guancia prima di lasciarmi solo con i miei pensieri.
Mi sdraio sul letto dove un attimo fa era seduta mia sorella e guardo Instagram.
Inutile.
Non riesco a distrarmi, a non pensarci.
Non riesco a soffocare il tormento che mi gela l'anima.
Lei non è nemmeno mia, non la possiedo perchè non è un oggetto, eppure la gelosia nei suoi confronti mi travolge.
Perchè certe persone pensano che l'amore sia un gioco?
Le persone pensano che amare sia un po' simile alle bolle per un bambino.
Il bambino ci gioca e le trova divertenti, ma poi quando scoppiano la felicità del piccolo sparisce... peró poi d'altronde se ne possono fare altre e continuare a giocare all'infinito.
Ma nella realtà non funziona così.
Ho cercato di spiegarmi, di spiegare cosa provo per lei, ma hanno soffocato quel delicato grido con un cuscino.

I giorni scorrono come diapositive davanti ai miei occhi.
Ogni singolo istante è una pugnalata che mi spezza il cuore, che mi sgretola l'anima appesantendo la mia quotidianità.
Negli ultimi giorni a mensa non l'ho mai vista e, ora, per l'ennesima volta, scruto ogni angolo della sala percependo una fitta al petto quando scorgo i suoi lunghi boccoli dorati.
È affiancata da Scarlet, a sinistra, e Mason, a destra, che tiene la sua mano e le porta lo zaino con il braccio libero.
"Possiamo?" domanda guardandomi di sfuggita.
"Ma certo!" sorride Eureka prima di mangiare un chicco d'uva.
Scarlet si accomoda sulle gambe di Adrian e gli scompiglia giocosamente i capelli ridacchiando.
Gli unici posti liberi sono quelli davanti a me e vengono, ovviamente, occupati da loro.
"Ragazzi" si schiarisce la voce Abigail "lui è Mason, il mio ragazzo" si morde nervosa il labbro inferiore.
Sento un sussulto dentro di me e squadro il nuovo arrivato: vorrei prendere il suo bel faccino a pugni e levargli quel sorrisetto compiaciuto che si imprime sulle sue labbra.
Riesco a reprimere con difficoltà il pensiero e sospiro.
Si è portato via una parte di me.
"Da quanto state insieme?" curiosa León.
"Un mese" risponde lui cingendo le spalle di Abigail con un braccio.
Mia sorella mi guarda con un finto sorriso, ma la preoccupazione le abita le iridi verdi.
Mi alzo di scatto scostando bruscamente la sedia ed esco da quella fottutissima stanza soffocante.
La rabbia e la tristezza mi travolgono, trasformano il mio umore e incupiscono i miei pensieri.
Come ha potuto lei fare finta di niente?
Ignorare tutto, come se non sapesse nulla sui miei sentimenti per lei?

Sono trascorsi 8 mesi da quando Abigail e Mason sono fidanzati; sinceramente la situazione nel gruppo è diventata instabile dopo quella notizia.
Lui ci ha rubato Abigail, ce l'ha portata via dalle nostre giornate.
L'unica che la frequenta costantemente é Scarlet; io e gli altri scambiamo con lei solo due parole a lezione.
Le mie sedute con la psicologa sono state interrotte per mia spontanea volontà: mi sentivo solo un burattino che raccontava la sua vita a una donna per lo più estranea.
Arianne ha svolto il suo lavoro finchè ha potuto, ma d'altronde nella mia mente ci abito io e nessuno puó conoscerla meglio di me stesso.
Ripenso agli ultimi sguardi fugaci fra me ed Abigail, al suo atteggiamento nelle svariate circostanze in cui si trovava ultimamente e non mi sembrava tranquilla con se stessa, sicura o contenta.
Leggo ogni giorno la sua sofferenza mascherata senza che lei se ne accorga; forse, il nostro dolore è simile: se inconsciamente ci completassimo a vicenda?

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