10 - Work

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"Mamma sto solo cercando di conoscerla meglio" roteo gli occhi al cielo al suo ennesimo tentativo di scoprire se mi sono portato Megan a letto.
Penso sia passata un'ora da quando l'ho chiamata come avevo promesso, e l'argomento è sempre lo stesso.
"Non sono quel tipo di persona" sbuffo.
"Hai ragione, scusami" la sento veramente mortificata, ma sono troppo offeso per cercare di rimediare alla sua tristezza. Però la ringrazio per non aver evidenziato le cause dei miei comportamenti, come fa Barbara, che appena vede che faccio qualcosa di strano mi chiede subito se Charlotte c'entra qualcosa.
"Cosa raccontano da quelle parti?" Lascio il piatto che ho sporcato nel lavandino e vado fino al mio letto dove mi ci butto sopra sentendo poi un acuto dolore alla spalla.
"Il solito, Barbara è peggio del solito e la sua gravidanza non è nemmeno cominciata come si deve, Candice vuole fare una festa per i bambini che attualmente sono ancora cellule, Brandon e Cole sono sempre chiusi nell'ufficio, e non posso più entrare nella casa abbandonata" sospira. Sta trafficando con qualcosa, probabilmente è in cucina a mangiare una delle sue composizioni super caloriche voltastomaco. Ma se a lei piacciono, buon per lei.
"Perché non puoi andare alla casa abbandonata?" Cerco una posizione comoda portando un braccio sotto il cuscino.
"Luke dice che questa specie di vendetta verso Charlotte farà sia male a me che al bambino che a Charlotte, quindi finché non sarà sicuro che io stia bene mentalmente non mi lascerà più entrare" involontariamente deglutisco preoccupato.
Non ho fermato mia madre dal torturare Charlotte perché lo volevo anche io, volevo che soffrisse e provasse quello che ho provato io. Ma adesso se ci penso da quando sono tornato mi sembra di vedere un'altra Ivory, non che io l'abbia conosciuta prima, però ha un modo di fare strano, ogni volta che esce dalla cella di Charlotte mi sembra di vederla con gli occhi ingnettati di sangue, una donna senza cuore, il contrario di ciò che è veramente.
Questa cosa sta mandando fuori di testa tutti.
"Capisco" annuisco anche se lei non può vedermi. Devo mettere fine a tutto questo.
"Come vanno i tuoi corsi?" Sospira e sono sicuro che c'è qualcosa che non va, ha sentito il mio tono di voce e probabilmente conosce i miei pensieri.
"Bene, ho meno compiti rispetto a ieri" dico fiero di me stesso, gli ho anche finiti, mi sento un genio.
"Bravo" posso sentire il suo sorriso e non posso far a meno di sospirare sollevato.
Tutti gli anni passati con il grosso punto interrogativo di chi fosse mia madre... Charlotte ripeteva sempre che la mia famiglia doveva morire, erano degli stronzi, non meritavano questo mondo. E altri diversi insulti che sinceramente non ricordo.
Quando mi disse che gli avrei incontrati sarei saltato per tutta quella sotto specie di casa in cui mi teneva se non avessi avuto un paio di pistole puntate alla testa. In quei anni fu il giorno più felice della mia vita.
"Sei... Sicura di star bene?" Passano un paio di secondi di totale silenzio tanto che penso abbia riattaccato.
"Mi manchi Adam" avrà pianto per tutto il tempo, avrà trattenuto le lacrime, ma son certo che appena chiuderò la chiamata scoppierà in un piano isterico pieno di singhiozzi.
"Proverò a tornare questo weekend, mamma, farò il possibile" mi mordo il labbro tanto forte da farmi male, come se non fossi già pieno di lividi. Sono andato via solo da pochi giorni, non può farmi sentire così.
Megan dovrà darmi un compito prima o poi, spero che provi ad indagare sull'attacco dei Larracuente, e che mi spieghi tutti questi piccoli attacchi verso loro.
"Vorrei rimanere a parlare, ma devo tornare a studiare" non ho mai pensato di dire una frase del genere, anche se non è vero, ma solo dirla da un certo effetto.
"Va bene tesoro, torna a casa con il massimo dei voti, mi raccomando"
"Certo mamma" non aspetto che dica altro e attacco subito coprendomi il viso con il cuscino per soffocare un urlo.
Perché è così difficile parlare con lei? Perché non possiamo parlare come una madre ed un figlio normali? Perché abbiamo tutti questi problemi?

Alzo il busto fermando lo sguardo sull'auricolare appoggiato sul comodino. Devo tornare da Megan, è passato già più tempo di quanto le abbia detto, probabilmente avrà mandato qualcuno a cercarmi se non ha mandato già qualcuno a pedinarmi quando sono partito.
Prendo l'auricolare e indosso una felpa pulita, dopo aver fatto la doccia mi sono sentito decisamente meglio.
Esco dal mio loft e raggiungo la mia auto diretto verso il centro di stalckeraggio mondiale di Megan Martinez.
"Sei in ritardo" è la prima cosa che sento dire appena le porte dell'ascensore si aprono all'ultimo piano.
"Non avevo dato un orario esatto" guardo Megan con lo sguardo di uno che la sa lunga.
Rotea gli occhi al cielo e mi fa segno di seguirla. A differenza di questa mattina il centro di ricerca è di nuovo in pieno movimento.
Entriamo in una stanza simile all'ufficio di Brandon. Megan si siede dietro ad una scrivania e mi invita a sedermi davanti a lei.
"Da oggi sono il tuo capo, e avrai qualche regola da rispettare" questa cosa non suona per niente bene. Annuisco osservandola trafficare con delle cartelle.
"Regola numero uno: farai quello che ti dirò di fare senza opporti. Regola numero due: rispetta ogni tuo collega, rispetta i tuoi superiori. Regola numero tre: non tradire la tua società, altrimenti morirai" elenca le regole con fare autoritario e per un momento mi è sembrato di vedere Brandon al posto suo.
"Rispetterò tutte le regole" annuisco energicamente. Vi ho tradito in partenza, ma è solo un piccolo ed insignificante particolare.
"Avrai la tua attrezzatura e non ne avrai altra se quella si romperà, dovrai ordinare i tuoi proiettili se ne avrai bisogno, qualsiasi cosa tu necessiti userai i tuoi soldi. Avrai uno stipendio di cinquemila dollari ogni fine mese che riceverai solamente attraverso assegni, o se preferisci potrò direttamente spostarli sul tuo conto bancario -mi allunga dei fogli e una penna- dopo aver segnato questo contratto che dichiara la tua legale assunzione alla nostra azienda commerciale ti dirò il tuo primo compito e ti indicherò le persone che ti aiuteranno"
Guardo velocemente i fogli leggendo alcune righe riguardo la legge e il mio compito in ambito lavorativo per poi firmare come Theo Blaze. Una falsa firma per una falsa identità.
"Bene -sorride- questo è il tuo primo compito"
Non penso di esser mai stato tanto in ansia, nemmeno quando Brandon mi ha detto che mi avrebbe mandato qui per fare questa missione.
Apre un cassetto alla sua sinistra e la sua espressione impassibile non fa altro che peggiorare la mia situazione.
Fino a questa mattina sembrava più gentile.
Mi consegna un plico di fogli intestati a mio nome, e grande e grosso al centro della prima pagina: "Charlotte Johnson".

Cosa sarà mai?!?!
Collegamenti strani lavorano nella mia testa e spero di uscirne viva anche da questo delirio.
Fatto sta che a fine storia mi odierete tanto.
(Ho scritto questa frase quando ho finito di scrivere il capitolo ^ non ricordo il motivo. Sono proprio messa male...)

Ho cambiato tutte le copertine, mi dispiace per quelle vecchie perché mi piacevano, ma ho deciso di mettere qualcosa di più semplice e questo non mi dispiacciono per niente!

La compertina di The Heir è un po' inquetante, ma EHY! c'è un rapitore, quindi ci stava qualcuno con il passamontagna no? :D

Lily&Guns - The KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora