17 - Caught

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Lunedì pomeriggio sono già nel mio loft dopo aver passato il sabato sera 'in famiglia'.
Il tutto è stato un misto di sguardi arrabbiati, colpevoli e confusi.
Barbara non sembrava nemmeno volersi avvicinare a me, anche se ha provato a dirmi qualcosa a cui non ho voluto dar attenzione.
Cole zoppicando con la scusa di aver preso una storta è stato lontano da mia madre che ha passato molto più tempo con me che con gli altri.
E va bene così, ne avevamo bisogno entrambi.
Nessun ha spiccato parola sull'argomento Charlotte.
Dopo aver riposato sono andato alla base di Megan e appena entrato tutti i occhi furono su di me, espressioni confuse, incredule, addirittura schifate.
Devo dire che lo spirito di gruppo qui è ben presente.
Ramon mi viene in contro con un sorriso allegro in volto che non ricambio.
"Sei tornato! E vedo da solo... Ho bisogno di un resoconto sulla missione da archiviare"
"L'hanno uccisa, poco prima che io arrivassi" borbotto cominciando a camminare seguito da lui verso i garage d'armi. Devo prendere altri proiettili.
"Va bene... -borbotta un po' insicuro- oggi hai allenamento" appiccico il foglio dei ordini sulla porta sbattendola.
Non ho voglia di starlo a sentire, so cosa devo fare, non ho bisogno dell'agenda umana.
Prendo il borsone contenente dei libri e alcune armi di cui ho il particolare interesse di conoscerne il funzionamento.
Raggiungo la palestra a grandi passi lasciando Ramon a dettare il mio programma del giorno.
Sulla porta della palestra trovo una tabella con scritti tantissimi nomi in una grandezza minima.
Dopo aver controllato tre volte, trovo il mio nome a metà lista con affianco il nome di un altro ragazzo: Tyler.
Quando entro dentro la palestra un uomo piuttosto grosso mi viene addosso.
Con la sua goffaggine fa qualche passo indietro facendo muovere le catene oro al collo e si aggiustò la benda sulla fronte. I grossi abiti lo coprivano abbastanza bene nonostante il caldo.
"Tu chi sei?" Chiede, la sua voce così profonda quasi mi fa trasalire.
"Ad...Theo Blaze, sono nuovo qui" rimasi colpito dalla differenza di colore della nostra pelle quando strinsi la sua mano come saluto. Lui era nero come la notte e io bianco come... Il latte. Dovrei abbronzarmi un po'.
"Perfetto, cominciamo subito!" In poco tempo mi ritrovai con dei occhiali sul naso e delle cuffie che lasciai sul mio collo.
Non davo attenzione alle parole di Tyler, ero con la testa da un'altra parte tanto che la sagoma a qualche metro di distanza sembrava alternare il viso di Cole a quello di Barbara.
La mia vita è stata programmata. Tutto doveva succedere come era stato pensato è così è stato.
Dovevo essere rapito e così è stato.
Mamma doveva litigare con Brandon e così è stato.
Cole doveva aiutare mia madre a cercarmi per far sì che i suoi desideri si avverassero e allo stesso tempo anche quelli di Barbara.
Cole voleva solo far sesso con mia madre.
Anche se ha aspettato tutti quei anni non riesco ad credere che lui si sia innamorato di lei.
Perché se si fosse veramente innamorato di lei non avrebbe lasciato tutto ciò succedere.
Non la racconta bene con il suo faccino innocuo, nascosto nell'ombra di Brandon.
Non sentì alcun dolore quando le lame del shuriken che tenevo mi tagliarono la mano, lasciai il sangue colare e presi lunghi sospiri alla ricerca della calma.
Tyler continuava a parlare e parlare ma non ho colto nemmeno una parola. Probabilmente era ancora fermo sulla storia del shuriken, ma sinceramente non sono venuto qui per imparare l'origine delle armi che uso, sono venuto ad imparare come si usano giusto per non uscire morto da qui.
Senza nemmeno pensarci con tutta la rabbia che ho in corpo lancio le lame contro la sagoma facendo zittire Tyler.

Passa una settimana e Megan non è ancora tornata. Ho continuato i miei corsi con tranquillità scoprendo di essere niente male con la matematica e i fucili.
Magari andrò a cacciare con Ian un giorno. Quell'uomo ha un animo più vecchio della sua età.
Ho ricevuto occhiatacce e varie minacce da Maria Antonia per sette giorni. Ha provato anche a spararmi "accidentalmente", sta ancora lavorando sulla sua mira devo dire.
Sto uscendo dalla palestra con l'intenzione di tornare al mio loft quando delle urlano silenziando le solite chiacchiere quotidiane lungo il corridoio della base: "Dov'è?!"
Ignoro il tutto facendo partire di nuovo la musica nelle cuffie e alzo il cappuccino della felpa sulla mia testa aggiustando il borsone in spalla.
Quando sto per raggiungere l'uscita non trovando il solito via vai di persone una mano si posa sul mio petto fermandomi di colpo.
Megan toglie la mano dal mio petto e mi guarda con un sorriso sinistro.
Non sento le sue parole ma capisco ciò che dicono le sue labbra, così la seguo nel suo ufficio assicurandomi di fermare la musica.
Si siede dietro la scrivania e così faccio io noncurante facendo cadere il borsone ai miei piedi.
"Sei stata via una settimana" le faccio notare probabilmente un po' inutilmente.
"Problemi famigliari -si schiarisce la gola riordina qualche foglio nei cassetti- come è andato il tuo programma?"
"Bene, Tyler è simpatico" annuisco un po' a disagio. Non c'era tutta questa indifferenza prima che vada via.
"È uno dei migliori" annuisce fermando i suoi movimenti e puntando i suoi occhi su di me.
Secondi di silenzio proseguono in cui non capisco se si è incantata a guardarmi o aspetta che io me ne vada.
Ad un certo punto sospira e prende a giocare con un filo uscito dalla sua giacca nera.
Mi porto una mano sulla spalla notando come lei indossi un maglione a collo alto con sopra la giacca in pelle e io solo una canottiera.
"Qualche giorno fa, più precisamente quando tu sei partito, mi è arrivata una chiamata da una vecchia amica..." Rimango confuso dalla sua pausa ma prima prima che possa dire qualcosa riprende a parlare.
"Adesso proprio non mi viene in mente il suo nome -ridacchia- voleva aiutarmi a distruggere la gang di Larracuente, come se io non potessi farlo da sola capisci?" Scoppia a ridere facendomi spaventare. Vorrei alzarmi cercando una scusa e uscire da lì ma continuo ad ascoltarla con il cuore a mille.
"Dopo averla derisa mi ha detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire" si sporge sulla scrivania guardandomi con un largo sorriso sul viso. Posso quasi sentire il suo fiato ma mi costringo a non allontanarmi dai suoi occhi circondati da un leggero rossore e occhiaie per la stanchezza probabilmente.
"E cito testuali parole -mi avverte- Tanto Adam Larracuente vi farà tutti fuori" e scoppia di nuovo a ridere portando le braccia allo stomaco.
Cerco di non far notare la mia agitazione, magari non sa che io sono veramente Adam, magari voleva semplicemente condividere questa cosa con me.
Trattengo una risata e la guardo divertito: "Chissà cosa avrà avuto in testa questa" sospiro come se avessi riso troppo.
Lascio cadere gli occhi sul mio orologio da polso e faccio una finta espressione sorpresa: "Oddio ho i corsi di recupero, sono in ritardo. Ci vediamo domani" mi alzo in fretta dirigendomi verso la porta.
"Adam! -mi giro verso di lei- la borsa!" Sorride.
"Oh giusto" raccolgo il mio borsone e esco dal suo ufficio raggiungendo a passi veloce l'ascensore sotto lo sguardo di tutti.
Le porte si chiudono davanti a me una consapevolezza si fa in spazio in me.
Mi ha chiamato Adam.

La mia vita fa schifo :(
Volevo provare a mettere Lily&Guns su Episode (un'app di storie, tipo a serie TV, tutte in inglese)
Avevo già cominciato a scriverla in Inglese
L'ho fatto tipo QUATTRO VOLTE OKAY?!

E quando finalmente ho trovato spiegazione su come CAZZO SI METTE LA PISTOLA - PERCHÉ PORCA MISERIA SE NON METTEVO LE PISTOLE (dato che sono d'obbligo - si chiama Lily& GUNS OKAY? GUNS ovvero PISTOLE) DIVENTAVA TUTT'ALTRA STORIA.
E cosa c'è scritto?
LA PISTOLA É DISPONIBILE SOLO PER QUELLO CHE VENGONO PAGATI DA EPISODIE
SI PERCHÉ EPISODE TI PUÓ ANCHE PAGARE SE HAI PIÙ DI 18 ANNI
Non so esattamente come si fa
MA NIENTE PISTOLA.

Okay, amen.

Lily&Guns - The KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora