anyway

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Pensai molto alla sera che avevo trascorso prima e dovevo ammettere di essermi divertita parecchio ma comunque la questione di Mike mi lasciava abbastanza sbigottita e indecisa, mi era sembrato molto sincero con se stesso, certo c'era qualcosa ma non quella scintilla che ti mette voglia e desiderio della tua persona, quella voglia così forte magari da farti parlare ore e ore al telefono pur di colmare quel vuoto. Bhe, non si può certo dire che lui assomigliasse all'uomo dei miei sogni, anzi, ci si distaccava completamente. Ipotizzavo il mio uomo ideale come un ragazzo dai capelli scuri, occhi azzurri, statura non troppo enorme, molto alto, carnagione olivastra, per il carattere invece come un ragazzo deciso, dolce, con un gran senso dell'umorismo, pensieroso, ottimista e uno spirito libero e altruista. Ma parlando di cose serie, dove mai l'avrei potuto trovare uno così? Oh, si Derek peccato che quasi mi odi.. "bene ma non benissimo"

Decisi che per la questione Mike avrei dato il verdetto più tardi, anche se forse l'unica persona che doveva essere sincera con se stessa ero io. Purtroppo la mia spensieratezza fu interrotta ovviamente da un suo messaggio che diceva che nonostante la mia risposta sarei rimasta sempre la sua migliore amica e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. E fu qui che ricominciai a farmi paranoie, ma questa volta non su di lui, non su di noi ma su di me; infatti cominciai a pensare a come lui mi vedeva, cosa pensava di me, se veramente gli piacevo, se ero io quello che cercava solo un gioco, infine iniziarono tutte quelle riflessioni del tipo "ma come gli può piacere una così? Senza fisico e con un carattere di merda che anche un topo sarebbe meno lunatico." e così le riflessioni o meglio paranoie, continuarono fino all'arrivo di Jess.

Jess apparve in stanza tutta energica come se gli fosse successo qualcosa di davvero interessante che possa rivoluzionare la sua vita e magari anche la mia. La salutai e prima di intraprendere una conversazione che sapevo non sarebbe stata tanto semplice, andai a prendere un caffè macchiato per calmarmi e per darmi la forza di affrontare quella chiaccherata tra migliori amiche. Solo in quel momento mi accorsi di quanto tempo effettivamente era passato, non erano molti giorni ma mi sembravano mesi, erano già passati 4 giorni dalla nostra partenza e mi misi a ridere di quante cose mi erano successe in quei 4 giorni.. allora, ricapitolando: mi sono quasi innamorata di uno straniero che conoscevo a mala pena, ho avuto un attacco di panico davanti al mio principe dei sogni, uno dei miei migliori amici si è dichiarato e mi ha messo in una posizione orribile ovvero quella di decidere e per finire la mia migliore amica ha qualcosa di molto eccitante da dirmi e la sto cercando di evitare per non trasmetterle la mia depressione più totale. Finito il caffè mi diressi in camera, sperando di non distrugere anche lei.

Con la grande fortuna che mi ritrovavo, incontrai signor perfezione che ovviamente era stupendo e di certo non mi aspettavo che mi parlasse, anzi non mi aspettavo nemmeno uno sguardo. Passai affianco a lui, devo ammettere con un po' di timore ma questo sparì quando mi afferrò il polso, il cuore mi mancò un battito per quanto mi facesse strano il suo tocco dopo ancora tanto tempo, mi fermò e mi guardò in attesa di una mia reazione ma l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu un semplice e normalissimo "mi dispiace" a cui lui non face altro che annuire come deluso da me. La cosa mi feriva molto, ma del resto non potevo dire niente dato che quella che lo aveva fatto soffrire ero stata io e soltanto io, ma vederlo così rassegnato al fatto che non sia più fra le sue braccia. Restava li e mi guardava come si guarda l'ultima caramella che però è già stata mangiata dal bambino accanto a te. Non sapevo che dire e come mio solito sorrisi e tentai di divincolarmi dalla sua presa, non ci riuscì. Mi guardò dritto negli occhi e mi disse che delle volte le scelte che noi riteniamo sbagliate o poco adatte al momento sono sempre state le più giuste e le più sottovalutate. E con questo se ne andò, restituendomi quella sensazione di riflessione e paranoia che prima mi ero impegnata a far svanire.

Piansi per una ventina di minuti e ormai dovevo andare da Jess sicuramente si sarà preoccupata. Infatti al mio rientro in camera fui accolta da un grosso abbraccio e da un sorriso a 58 denti, che mi fece fare una sorta di smorfia io credo un piccolo sorriso, e mentre mi stava raccontando della sua preoccupazione per me, mi infilai il pigiama anche se erano solo le 18, ma ero stanca e la mia emotività era finita. Non ascoltando Jess mi misi a letto e vidi che ci rimase un po' male ma non avevo emozioni per poterla affrontare, così le feci segno di sedersi vicino a me. Si allungò e come da mia migliore amica capì che c'era qualcosa che era andato storto e anche molto, così i abbraccio e mi disse una semplice parola:

-"Derek, vero?"

Non seppi non scoppiare a piangere, il che mi dispiaceva moltissimo poichè avevo sabotato il tentativo della mia amica di essere felice, ma lei da vera amica si stese vicino a me e affrontò insieme a me quell'ostacolo.

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